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 2015  marzo 04 Mercoledì calendario

Slitta ancora la riforma della scuola • Arrestato per tangenti il presidente della Camera di Commercio di Palermo • Fibra ultraveloce per metà degli italiani • Cesare Battisti potrebbe essere espulso dal Brasile • Gli psicanalisti perdono pazienti • Si è ucciso l’industriale Guido Ghisolfi Scuola La riforma della scuola del governo Renzi subisce un’altra frenata

Slitta ancora la riforma della scuola • Arrestato per tangenti il presidente della Camera di Commercio di Palermo • Fibra ultraveloce per metà degli italiani • Cesare Battisti potrebbe essere espulso dal Brasile • Gli psicanalisti perdono pazienti • Si è ucciso l’industriale Guido Ghisolfi Scuola La riforma della scuola del governo Renzi subisce un’altra frenata. Il Consiglio dei ministri riunito ieri sera per varare il pacchetto si è infatti concluso con un nuovo rinvio. «Approveremo tutto martedì prossimo, non c’è il rischio che slittino le procedure di assunzione del personale che lavora nella formazione dei ragazzi», garantisce il premier sceso in conferenza stampa a difendere la decisione di prendere tempo. Ma è evidente che la partita negli ultimi giorni si è complicata. Il nodo centrale resta il piano per assumere entro l’inizio del prossimo anno scolastico 105mila docenti. Una procedura complicata, che secondo i sindacati può essere completata solo a condizione di partire con un decreto legge. La via del provvedimento d’urgenza è stata però abbandonata proprio per volontà di Renzi, aumentando di conseguenza il pericolo di non farcela. «Il governo ci ripensi», hanno tuonato per tutta la giornata di ieri le associazioni dei precari in Rete e sui social network. trovando una sponda anche nell’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani: «Senza decreto non ce la si fa». Che le regolarizzazione di massa dei precari non sia risolutiva, d’altronde, non se lo nasconde neppure il premier: «Ci sono classi che hanno ancora bisogno di supplenze, come ad esempio di insegnanti di matematica. Quindi una parte ancora nel 2015 dovrà essere assunta con il vecchio sistema dei supplenti a tempo determinato. Ma dal 2016 si sarà assunti solo con concorso». Per il resto il governo continua a ostentare sicurezza. «Il dibattito su decreto legge o ddl di queste ore è surreale», ha detto Renzi. Aggiungendo: «Sostenere che manchino le coperture finanziarie è impossibile, c’è un miliardino per quest’anno e tre a regime dal 2016». Piuttosto starà alle Camere fare in modo che le scadenze siano rispettate: «Noi abbiamo deciso di passare la palla al Parlamento. Ci sono le condizioni perché possa legiferare, in tempi non biblici», ha spiegato ancora il presidente del Consiglio. Tangenti Roberto Helg, 79 anni, presidente della Camera di commercio di Palermo, noto per i suoi continui inviti a denunciare estortori, corrotti, usurai, mafiosi, è stato arrestato per una tangente. Helg è stato colto con le banconote «ancora fumanti» sul tavolo, preso con 30 mila euro dentro una busta e un assegno da 70 mila in bianco in tasca (una garanzia sul pagamento del «debito», proprio come fanno gli usurai che diceva di combattere). I centomila euro sarebbero dovuti servire per favorire la proroga e poi il rinnovo della convenzione che Santi Palazzolo, ristoratore di Cinisi, ha con la Gesap, la società per i servizi aeroportuali del «Falcone-Borsellino». Della Gesap, Helg è il vicepresidente e per agevolare Palazzolo, che chiedeva aiuto al Cda, gli ha proposto l’«affare». Il commerciante ha finto di accettare, ma uscendo dall’ufficio è andato dai carabinieri che hanno teso una trappola a Helg: Palazzolo è andato all’appuntamento imbottito di microfoni e i militari hanno registrato le parole di Helg, pronunciate in dialetto, a tratti sottovoce. Uscita la vittima, sono entrati i carabininieri. Il presidente prima ha provato a negare l’evidenza, poi ha confessato: «Ero in difficoltà, anni fa le mie aziende sono fallite, oggi ho la casa pignorata, i debiti…». Fibra ultraveloce Entro cinque anni, dice il governo, l’Italia dovrà avere una copertura ultraveloce (ovvero cento megabit al secondo) nell’85 per cento del territorio, e raggiungere così almeno la metà della popolazione, quella concentrata nelle città. L’obiettivo è ambizioso, posto che quella velocità oggi è garantita solo ad un pugno di italiani: a Milano, qualche quartiere di Roma e Bologna. L’altra metà del Paese dovrà avere una copertura di almeno trenta megabit al secondo: non è quella garantita dalla fibra ottica, ma in ogni caso molto più veloce di quanto non si trovi oggi in molte parti del territorio. Il punto è che la domanda di connessione non è tale da sperare che gli operatori privati facciano tutto da soli. Di qui la suddivisione in quattro aree («cluster»), a cui corrisponderà un diverso sostegno pubblico dello Stato o dell’Unione europea. Il governo ci metterà in tutto sei miliardi di euro, dice il sottosegretario di Palazzo Chigi Graziano Delrio, il quale spera in un «effetto moltiplicativo» degli investimenti privati. Battisti Cesare Battisti, 60 anni, potrebbe essere espulso dal Brasile. Verso il Messico o la Francia, i paesi attraverso i quali è fuggito per raggiungere il Sudamerica. Un giudice federale ha accolto il ricorso della Procura che chiedeva di annullare il provvedimento con il quale, nonostante il parere contrario della Corte suprema, l’allora Presidente della Repubblica Inacio Lula da Silva aveva concesso all’ex terrorista la residenza nel paese come rifugiato politico. Nel decreto firmato dalla magistrata Adverci Tariffe Mendesd de Abreu si spiega che la decisione non contrasta con la misura adottata dal capo dello Stato. «Cesare Battisti — osserva il giudice federale di Brasilia — è un cittadino straniero condannato per reati commessi nel suo paese di origine. Non ha quindi diritto a restare in Brasile. Per tanto annullo l’atto di concessione del soggiorno di Battisti in Brasile e chiedo che venga applicato il decreto di espulsione». Espulsione, dunque. Non estradizione. Due provvedimenti diversi. L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato in via definitiva a quattro ergastoli per altrettanti omicidi, banda armata, armi e violenza, dovrà lasciare il paese, ma il decreto non è ancora esecutivo. Dovrà essere ratificato dall’Uniao, la figura giuridica che rappresenta il governo federale. I legali di Battisti annunciano che faranno ricorso. Ma anche loro sanno che ci sono pochi margini giuridici per annullare il decreto. Secondo gli esperti e alcuni commentatori brasiliani, è alta la probabilità che Battisti verrà espulso. La procedura prevede che sia spedito in Messico o in Francia. Dipende da chi è disposto ad accoglierlo. Se dovesse finire a Parigi scatterebbero subito le procedure per l’estradizione verso l’Italia. E si rimetterebbe in moto il vecchio provvedimento interrotto dalla fuga dell’ex militante dei Pac. Psicanalisti Secondo uno studio Usa citato dal New York Post, dal 2003 ad oggi l’età media dei 3.109 analisti membri dell’American Psychoanalytic Association è salita di 4 anni, arrivando a quota 66. Significa che stanno diventando più vecchi, perché diminuiscono i giovani interessati a seguire le loro orme professionali. Ciò accade per un motivo molto pratico: stanno sparendo i pazienti. Tra il 1950 e il 1960, infatti, ogni terapista americano vedeva in media fra 8 e 10 clienti al giorno. Ora sono scesi a 2,75, quando va bene, perché molti di loro non hanno neppure un paziente da seguire. Lo studio citato dal Post sostiene che la crisi, almeno in America, è frutto di vari fattori. Da una parte, la psicanalisi non ha mantenuto le promesse sul piano della capacità di risolvere i problemi dei pazienti, spesso vincolati a cicli infiniti di sedute che non hanno mai un punto d’arrivo. Dall’altra, la nostra società sempre più individualistica è diventata difficile da trattare, e le alternative alla riflessione sul lettino si sono moltiplicate, valide o infodate che siano. Secondo Sebastian Zimmermann, noto psichiatra dell’Upper West Side di Manhattan, «oggi viviamo nell’era del narcisismo. Pensiamo di essere così unici, speciali, di sapere tutto, ci scattiamo i selfie. Questo è un mondo molto diverso da quello con cui aveva a che fare Freud. I narcisisti sono le persone più difficili da trattare. Generalmente non vengono mai in cura di loro spontanea volontà. Tutti gli altri sono il problema, mai loro». Secondo Zimmermann, «la gente che oggi va alle classi di yoga, o ai ritiri di meditazione, era quella che un tempo veniva in analisi». Adesso invece persino l’iPhone è diventato una minaccia che allontana dal lettino, non perché offra la stessa possibilità di riflettere su se stessi, ma perché ci travolge con la sua continua richiesta di attenzione, e quindi ci distrae dai problemi che invece dovremmo discutere con uno «strizzacervelli». (Mastrolilli, Sta) Suicidio Guido Ghisolfi, 58 anni. Vicepresidente della seconda società chimica d’Italia — la multinazionale Mossi & Ghisolfi, leader mondiale del poliestere Pet e biocarburanti — , descritto come un imprenditore illuminato e lungimirante, attento alle questioni ecologiche. Intraprendente e innovatore, appassionato di politica al punto da finanziare Matteo Renzi fin dai tempi delle primarie, quando per sostenerlo versò decine di migliaia di euro, da qualche tempo era in cura per una brutta depressione. L’altro giorno, seduto sulla sua Lexus, si puntò un fucile in faccia e fece fuoco. mercoledì 4 marzo nella campagna di Carbonara Scrivia, vicino a Tortona, in provincia di Alessandria.