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 2015  marzo 05 Giovedì calendario

Ha un giro d’affari strabiliante, dà lavoro a migliaia di persone, direttamente e indirettamente, nell’amministrazione pubblica e nel privato, e produce profitti

Ha un giro d’affari strabiliante, dà lavoro a migliaia di persone, direttamente e indirettamente, nell’amministrazione pubblica e nel privato, e produce profitti. Immaginiamo il debito pubblico, che con i suoi 2.134.947 milioni di euro, di cui 1.783.232 in titoli pubblici, è ai primi posti della classifica mondiale, come un colosso dell’industria e pensiamo a lei, Maria Cannata, che ha in mano le redini della gestione, come l’amministratore delegato. Un abile amministratore delegato, visto che occupa la sua posizione da più di 14 anni e che ha conquistato riconoscimenti e premi in giro per il mondo. I suoi compiti non sono semplici ma a gestire aste ed emissioni lei si trova a suo agio tanto da non pensare ad ulteriori passi avanti nella holding del ministero dell’Economia e dello Stato. «Ricorda la legge di Peter, che in una gerarchia ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza? Ebbene dove sto mi pare di fare bene. Altrove, non so». Torinese, orgogliosa delle sue origini tanto da riservare il suo tiepido tifo calcistico alla Juventus, Cannata ha vissuto a Roma sin dai 12 anni. Nella capitale, alla Sapienza, si è laureata in matematica, ha fatto i primi e pochi passi come insegnante e ha messo al suo attivo un breve passaggio alle Ferrovie. Al Tesoro è entrata, vincendo un concorso, come funzionario statistico, e da qui — era il 1983 — è iniziato il suo interesse per lo studio del debito pubblico che l’ha portata in contatto con i maggiori esperti italiani e internazionali e l’ha spinta ad insistere affinché nel 1985 il ministero acquistasse il suo primo personal computer. In via XX Settembre sono tutti concordi ad attribuire alla Signora del Debito la prima iniziativa di informatizzazione del ministero. Ma è negli anni Novanta che è passata dalle analisi all’operatività, entrando a diretto contatto col mercato. Con quegli investitori, cioè, che ancora oggi quotidianamente contatta. Sono gli anni in cui alla direzione generale del Tesoro c’è Mario Draghi mentre a guidare il dipartimento del debito è Vincenzo La Via che nel 2000 le lascia il posto e che, rientrato nel 2012 come direttore generale del ministero, è oggi il suo diretto referente. I suoi obiettivi erano e sono di rafforzare la stabilità del debito pubblico e di allungare la vita dei titoli, il cui raggiungimento oggi è facilitato grazie ai tassi particolarmente bassi. «Siamo in una situazione senza precedenti. I tassi non sono mai scesi, ovunque, a questo livello» osserva. Nei soli due primi mesi dell’anno la vita media dell’insieme dei titoli è aumentata da 6,38 anni a 6,40 anni mentre il costo medio in emissione è calato allo 0,85%. Per chi gestisce il debito pubblico è una fase positiva: «Possiamo allungare le scadenze a tassi bassi e diminuire sensibilmente il costo del debito» che solo lo scorso anno è calato di circa 6 miliardi, dice aggiungendo che vedere lo spread diminuire è sempre un bel vedere. «Si comprimono le differenze tra il merito del debito sovrano e diminuisce il costo del credito per le banche». Ed è cosi che si fa diminuire il debito, «con un passo alla volta per ridurre la spesa per interessi e i fabbisogni da finanziare. Non ci sono i miracoli». Abituarsi a vivere con tassi sempre più vicini al segno meno è comunque complesso. «È un fatto innaturale. Potrebbe crearsi il paradosso che io non solo vendo i titoli sul mercato, ma mi faccio anche pagare per cederli. Un contesto di tassi negativi crea complessità e distorsioni». Complessità per la gestione del debito potrà crearlo anche il quantitative easing, cioè l’acquisto massiccio di titoli pubblici, da parte della Bce che pure Cannata considera una iniziativa decisamente positiva per l’economia. «Sarà più difficile gestire i concambi e la liquidità» afferma pensando al superlavoro che aspetta lei e la sua squadra, «una magnifica squadra, molto affiatata e in grado seguire il mercato 365 giorni all’anno». Cannata, sposata e con una figlia, dice di non aver mai dovuto trascurare la vita privata per il lavoro. Quando vuole rilassarsi legge un libro, romanzi e ultimamente gialli d’autore, e cerca di non trascurare lo sport: «Palestra come minimo due volte a settimana, se ci riesco» Di Bot e Cct, parla con autentica passione. Il suo momento più brutto nei 14 anni di regia del debito non c’è neanche da chiederglielo ,«Le aste della fine del 2011 sono state le più difficili. Le abbiamo affrontate restando sul mercato con regolarità, senza perdere la calma, e senza smettere mai di ragionare in ottica di lungo periodo. Il mercato cambia, mai farsi travolgere dal contingente», dice rivelando che «fu proprio allora che pensammo al Btp Italia, una grande innovazione che ha incontrato il favore dei risparmiatori italiani e ha avuto una grande eco internazionale». Ciò a cui Maria Cannata non è ancora riuscita ad abituarsi sono le luci della ribalta, i riflettori puntati su di lei e l’attenzione dei media. Soprattutto quando le rimproverano scarsa trasparenza anche dopo due lunghe audizioni in Parlamento. «La gestione del nostro debito è la più trasparente del mondo e comunque io non so davvero cosa dire di altro». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina Corrente Pag. 15 Immagini della pagina