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 2015  febbraio 27 Venerdì calendario

LA FIGLIA DI SADDAM DISEGNA GIOIELLI ISPIRATI AL PADRE


Non si può dire che Raghad Hussein, primogenita di Saddam, sia svanita nel nulla, perché a intermittenza appare e scompare, circondata da un alone di mistero e contraddizioni. Questa volta ha una linea di gioielli da lei firmati, ispirata al defunto padre e esposta nelle vetrine di alcune boutique di Amman. È intatti nella capitale giordana che Raghad, 46 anni, tra luci e ombre ha la sua ultima residenza conosciuta, una reggia nel ricco quartiere Abdoun.
Quel che più desta clamore, però, non è tanto il debole di Raghad per il design, ma le sue affermazioni sull’avanzata dell’Is. E poiché è lo stesso governo giordano a chiederle di non inneggiare all’Is, significa che i legami col sedicente Stato islamico sono più che un sospetto. «Sono felice di queste vittorie» aveva detto Raghad la scorsa estate al giornale Al-Quds dopo la conquista da parte dell’Is di alcune città dell’Iraq, tra cui Tikrit, città natale di Saddam. «Sono le vittorie di mio padre e di mio zio Izzat Al-Douri», ricercato, amico fraterno di Saddam, per questo chiamato «zio», la cui connessione con l’Is non è mai stata appurata fino in fondo. Si sa per certo, invece, che altri fedelissimi quali Fedel Al-Hayali, Adan al-Sweidawi e Abu Ali al-Anbar, benché provenienti da un partito per alcuni aspetti moderato, laico e nazionalista quale il Baath, siano passati all’Is. Generali allo sbaraglio, tutti nell’elenco dei più pericolosi ricercati, che sarebbero l’anello di congiunzione tra lo Stato islamico e la piccola Saddam, così chiamata per la sua forte somiglianza, non solo fisica, col padre.
Altre coincidenze hanno messo in allarme gli sciiti: all’improvviso nelle pagine dei social network della sfuggente Raghad, la famiglia Hussein comincia a comparire in pose devote al Corano, lei sempre col velo, e Saddam non più mostrato con il whiskey in mano, che invece da vivo apprezzava eccome. Già dal 2007 Raghad è per gli americani al 16° posto nella lista dei più pericolosi ricercati. E neanche si nasconde. La gente che conta ad Amman sa bene in quali negozi si rifornisce, come la Boutique de Français, ed era nota la palestra che frequentava. Si dice che abbia un debole per la moda italiana e si sia sottoposta a più di un intervento estetico. Gli agenti giordani avrebbero potuto facilmente fermarla all’indomani della morte di Saddam, quando il governo di Baghdad ne chiese la cattura con la restituzione di un tesoro segreto stimato oltre il miliardo di dollari assieme a diamanti e preziosi. Soldi destinati all’Is? Se lo chiedono in molti, in ogni articolo che la riguardi.
Per ora, dice il Daily Mail, la piccola Saddam consegna le sue collezioni nelle boutique di Amman. Anelli, bracciali, collane. Costo medio 1500 euro. «Mio padre mi donò un turchese simile a questo» è scritto in un opuscolo allegato «e ho scelto un bracciale che ne ricordi la forma per incastonarlo». C’è anche un ciondolo a forma di Iraq con un brillante al centro.