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 2015  febbraio 27 Venerdì calendario

FOTO INTIME MESSE ONLINE PER AGGREDIRE EX PARTNER

In tutto il mondo, e particolarmente in Francia, cresce la vendetta virtuale degli innamorati, soprattutto uomini, che sono stati lasciati dalla partner. Per fargliela pagare pubblicano su Internet foto o video che le ritraggono nude, e poi finiscono in tribunale una volta denunciati.
Oltralpe è stato celebre il caso dell’ex nuotatrice Laure Manaudou, che nella sua autobiografia ha raccontato che uno dei suoi ex aveva diffuso online fotografie compromettenti. Non le è rimasto altro da fare che presentare una denuncia per diffamazione. Il fenomeno si è diffuso parecchio negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Giappone. La legge considera questo comportamento delittuoso in 13 stati americani, in Israele e in Germania.
L’ultimo caso francese in ordine di tempo si è avuto a fine gennaio, quando il tribunale di Bobigny, nell’area circostante Parigi, ha condannato un uomo di 28 anni a otto mesi di carcere per attentato alla vita privata sul piano penale. Nel 2011, spacciandosi per un’altra persona, egli inondò di mail la sua ex compagna, minacciando di diffondere ai colleghi di lavoro alcune foto di lei senza vestiti. L’uomo, che al momento della relazione era già sposato, mise online alcuni video, tra cui uno della donna che faceva il bagno. L’attacco è andato avanti per sei mesi e continua tuttora: la condanna del giudice non è bastata a fermare il molestatore. Così la donna è ancora angosciata. Il suo ex ha spiegato candidamente di non avere mai sopportato la rottura della relazione e che lo scopo era quello di far del male alla donna.
In Francia c’è inoltre un problema nell’applicazione delle leggi. L’articolo 226-1 del Codice penale prevede un anno di prigione e 45 mila euro di multa se si disturba deliberatamente l’intimità altrui fissando, registrando o trasmettendo, senza consenso, l’immagine di una persona che si trovi in un luogo privato. Tuttavia il consenso è implicito qualora l’interessato non si opponga. Proprio qui sta l’inghippo nel caso della cosiddetta porno vendetta: la vittima era il più delle volte d’accordo nello scattare le foto, salvo poi essere contraria alla diffusione in rete. Tocca alla vittima, però, dimostrarlo.
In generale, per essere resa di pubblico dominio, una fotografia, scattata in pubblico o in privato, è sottoposta al via libera del soggetto ritratto. Non si può rinunciare al diritto all’immagine: perciò spetta a chi la diffonde dimostrare l’esistenza e la portata dell’autorizzazione. In amore, però, tutto si complica.
Massimo Galli, ItaliaOggi 27/2/2015