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 2015  febbraio 27 Venerdì calendario

PERISCOPIO

Certo che Renzi riesce a fare cose stupefacenti, ha perfino scongelato la Boldrini. Jena. la Stampa.

Rivede la moglie dopo dieci anni, grazie all’occhio bionico. Ora lei dovrà convincerlo che il figlio lo vede nero per un difetto di fabbrica. Spinoza. il Fatto.

«Una boiata pazzesca». Matteo Orfini, il cucciolo di Massimo D’Alema svezzato a latte e dalemismo nella domestica «sezione Mazzini» del partito e piazzato ai vertici del Pd da Matteo Renzi per dare un contentino alla minoranza interna, ha liquidato così la proposta di aprire il Quirinale agli italiani e agli stranieri facendone un grande museo. Gian Antonio Stella. Sette.

Sui pacchetti di sigarette in Italia bisognerebbe scrivere: «Il fumo si avvale della facoltà di non rispondere». Giorgio Panariello, comico (Renato Franco). Corsera.

Per la Roma del 1968, che era la mia città di liceale accanitamente movimentista, Pajetta era «un gerarca», i miei amici disprezzavano storia e movimento operaio, tradizione comunista e realismo politico, volevano l’impossibile prima di diventare tutti infallibilmente notai, come gli predisse gridando affacciato a un balcone tra le barricades sulla rue Gay Lussac quel genio di Ionesco. Giuliano Ferrara, The Royal Baby. Rizzoli.

Una volta accesa, la pentola delle riforme economiche è come i videopoker, che non possono mai essere spenti (c’è scritto: per motivi fiscali). Seguiterà a bollire a fuoco lentissimo sul fornello europeo, anno per anno, ogni tanto verranno distribuiti col mestolo a qualche categoria degli assaggi, ogni tanto verrà tolto o aggiunto a qualcuno qualcosa. Ma è difficile inventare cose nuove, immaginarsi quelle vecchie. Massimo Bucchi. il venerdì.

Round finale della Ghigliottina: scontro a due per designare il vincitore. La domanda è di quelle che ci faceva la maestra alle elementari: «In quale carcere è stato tenuto prigioniero il patriota Silvio Pellico?». La formula prevede che i concorrenti scelgano tra quattro risposte. Quella giusta ovviamente è Spielberg. I curatori del programma si sono divertiti a inserire altri tre nomi di registi cinematografici: Hitchcock, Scorsese e Cameron. Risponde una ragazza: «Silvio Pellico è stato prigioniero nel carcere di Hitchcock». Poi tocca al ragazzo, che dice secco: no, nel carcere di Scorsese. La ragazza ha un’ultima chance, ma - avete indovinato - sbaglia ancora: Cameron. Non resta che Spielberg. Il ragazzo, che si chiama Simone, diventa così campione, e vincerà 80 mila euro. Siccome la Ghigliottina è il quiz finale di una trasmissione Rai, si tratta di denaro pubblico. Intendiamoci: qui nessuno è un moralista, tanto meno un erudito. Silvio Pellico, lo Spielberg, Le mie prigioni che «costarono all’Austria più di una battaglia perduta» sono appunto nozioni da scuola elementare. Viene quindi spontanea una domanda: dove ha fatto le elementari il signor Simone, campione di quiz televisivi? Chi era la sua maestra? Se ha dimenticato quel che ha letto nel sussidiario, come gli è venuto in mente di partecipare a una trasmissione televisiva? E come ha fatto a vincere? Aldo Cazzullo. Sette.

Se mi costringessero a scegliere tre canzoni tra quelle che mi piacciono direi: Ho visto un re di Jannacci e Fo (dove c’è tutto: dalla canzone popolare alla politica), Estate di Bruno Martino (costruita benissimo in un periodo in cui si scriveva tutt’altro), e She’s Leaving Home dei Beatles (perché le loro canzoni sono meravigliose). Li amo da quando ero bambino. Stefano Bollani, pianista. (Lorenzo Viganò). Corsera.

Tinto Brass è adorabile, ma la storia del mio favoloso compenso è un’altra. In realtà l’offerta per fare Miranda fu generosa. Il mio agente dell’epoca era fuori di sé: «Stefania, diventerai ricchissima». Tanta felicità era sospetta. Così presi il copione e andai da un altro agente, Moira Mazzantini. Le dissi: «Tu mi devi salvare la vita, possiamo leggerlo insieme?». Ci sedemmo. Iniziammo. Tenemmo il conto su un blocco: «Due seghe, quattro chiavate, tre sodomie, qualche artifizio con la bocca». Ci guardammo e dicemmo: “Non se po’ ffà”. E così sparammo una cifra altissima per farci dir di no». Stefania Sandrelli, attrice (Malcom Pagani e Fabrizio Corallo). Il Fatto.

Depero è un genio, ha creato delle immagini che resistono al tempo, più che delle autentiche pitture. Il futurismo è un’avanguardia interessante ma muore, ideologicamente, nel 1918. La prima guerra mondiale, per chi non è scemo, toglie ogni speranza e avvenire sulle magnifiche sorti progressive dell’umanità. L’unico nostro futuro è il passato: gli antichi greci, direi, prima di tutto. Luigi Serravalli, critico d’arte e scrittore.

Entrò un ragazzo, e si sedette davanti a una slot machine. Almeno i suoni del gioco e delle monete che cadevano nella macchina rianimarono un po’ la bolla di silenzio del locale. A. bevve il caffè in fretta e se ne uscì, con un laconico buonasera. Pioveva ancora più forte. Il motore si accese con un rombo rassicurante non appena girò la chiave nel cruscotto. Il cane, un giovane lupo, si levò sui sedili a annusarla, casomai avesse comprato qualcosa da mangiare. Deluso, si rannicchiò di nuovo sulla sua coperta. A. mise la freccia e rientrò in carreggiata, alzando con le ruote alte ali di acqua dalle pozzanghere. Ma davvero, si disse, non c’era nessuno in giro quella notte. Solo una volta, fra Cernobbio e Laglio, incrociò i fari di un’auto in senso contrario, come occhi gialli e sbarrati davanti a lei - e poi di nuovo il buio luccicante dell’asfalto. Marina Corradi. Tempi.

Riconosco l’aria fine e salmastra, rivedo le onde brevi e nervose, che sbattono contro le briccole, a misura di gondola. Qui, in piedi su questi parapetti di marmo bianco, ho visto arrivare una tappa del Giro d’Italia: 1937? Avevo dieci anni. Succhiavo un bastone di liquirizia conficcato dentro un limone, leccornia dei miei anni barbari, e ogni tanto gridavo: «Forza Di Paco!» il campione della pedivella, matto come un aquila, che una corsa la vinceva di slancio e un’altra la perdeva disertando, per seguire un profumo di donna. Nantas Salvalaggio, Rio dei pensieri. Mondadori. 1980.

Nick, il figlio dello sceicco kossovaro, nutre uccelli nelle gigantesche voliere. Cita il poeta Yanus Emre, coetaneo del re Stefano: «Rigidi con sé stessi, tolleranti con il mondo... Ho cercato ma non ho trovato nessuno peggio di me». Monika Bulaj. il venerdì.

Il mondo sarà anche piccolo ma quando perdo gli occhiali, non li trovo più. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 27/2/2015