Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  febbraio 27 Venerdì calendario

ASSANGE COSTA TROPPO

Julian Assange è stato ed è soprattutto un problema diplomatico. Ma ora è diventato anche un problema economico. Scotland Yard ha infatti fatto sapere di non essere più in grado di sostenere i costi relativi alla sicurezza della sede dell’ambasciata dell’Ecuador, dove il fondatore di Wikileaks si è rifugiato ormai dal giugno 2012. I media britannici hanno rivelato che piantonare l’ingresso dell’edificio ogni giorno, 24 ore su 24, utilizzando più uomini a ogni turno, è costato la bellezza di oltre 10 milioni di sterline, 7,3 milioni in spese ordinarie e 1,8 per gli straordinari. Tradotto nella nostra valuta, significa più o meno 13.500 euro al giorno. «Una cifra», ha dichiarato un portavoce della polizia, «che ha eroso le nostre finanze. È il momento di rivedere il nostro impegno». Soprattutto alla luce del fatto che, ha detto il commissario sir Bernard Hogan-Howe in un’intervista alla radio Lbc, alla polizia è stato chiesto un risparmio di 800 milioni di sterline nei prossimi anni, oltre ai tagli già effettuati per un equivalente di 600 milioni. Tempi magri aspettano i poliziotti, dunque, che per Assange rischiano di diventare tempi bui. Se dovesse metter piede fuori dall’ambasciata, sarebbe subito arrestato ed estradato in Svezia, dove lo aspetta un processo per violenza sessuale; ma, teme Assange, dalla Svezia sarebbe subito spedito negli Usa, dove le accuse che pendono su di lui sono ben più gravi e si riassumono in una parola: cospirazione. I suoi avvocati, tuttavia, sembrano fiduciosi. Si sono anche appellati alle leggi europee per sostenere che quella di Assange nell’ambasciata ecuadoregna è a tutti gli effetti una detenzione e che i tempi della stessa sono ormai superiori a quelli che prevede la legge svedese per un reato come quello di cui è accusato il loro assistito. Riferendosi a non confermati problemi di salute che sarebbero intervenuti dopo il suo “esilio”, gli avvocati hanno fatto presente che un eventuale ricovero di Assange in ospedale metterebbe a rischio la sua libertà, e questo è contrario ai diritti dell’uomo secondo le leggi in vigore in Europa. Loro, insomma, ce la stanno mettendo tutta per farlo uscire dall’ambasciata da uomo legalmente libero. Chissà se nel frattempo qualcuno ha considerato che una minore sorveglianza da parte di Scotland Yard potrebbe significare maggiori possibilità di fuga.