Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  febbraio 27 Venerdì calendario

LETTERE

Appena piove un po’ c’è una strada appena inaugurata che cede. I primi piani del disatro che passano in tv mostrano le ampie ferite aperte, ed è facile risalire alla tipologia della sezione stradale. A memoria non mi è mai capitato di vedere una corretta composizione del fondo stradale. In genere, sotto quei manti (una decina di centimetri di massa bituminosa) solo terra, marna o argilla, e mai un sottofondo come imporrebbe la norma: ghiaia, ghiaione, stabilizzato o altro, costipato e rullato (per non parlare della interposizione di tessuto non tessuto di sottodrenaggio). Come potrebbe non cedere una strada in queste condizioni? Mai sentito parlare di inchieste, di impresari, direttori dei lavori o di collaudatori in galera! Scommetto che se si andassero a leggere progetti e documenti di liquidazione, tutte le voci relative ai sottofondi ci sono. E pure pagate a caro prezzo!
Francesco Bregola