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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

ASSEGNI SCOPERTI E ACCUSE DI RICICLAGGIO IL CASINÒ DI CAMPIONE RISCHIA IL CRAC

DAL NOSTRO INVIATO campione d’italia (como) Sotto una luna crescente, il casinò abbaglia con i giochi di colore dei volumi esterni. Venerdì sera. Lungolago di panchine e vasi di violette. Nel parcheggio numero 7 i cercatori di indizi del lusso trovano posteggiate solamente due Fiat Panda, una Peugeot 206, un’Opel Corsa, una Citroen C4. Piccolo il paese ed enorme il casinò, più che un faro una rocca, tinto di un rosso vivo, acceso, un rosso sangue e chissà chi mai, a cominciare dall’architetto ticinese Mario Botta che progettò la nuova versione di questo palazzo costata 10 milioni di euro nel 2007, avrebbe pensato alla simbologia cromatica per gli anni a venire. Quelli di oggi. Anni di debiti, di crisi economica e d’identità.
Il casinò, aperto nel 1917, strozzato due anni dopo dal divieto del gioco d’azzardo, rinato nel 1933 sotto Mussolini, guardaroba e ingresso gratuiti previa consegna di un documento e previa fotografia del volto memorizzata nei computer, è in scoperto per 110-120 milioni di euro. Almeno 80 milioni sono il debito verso il Comune di Campione d’Italia che da pochi mesi, con la fuoriuscita delle Province e delle Camere di commercio di Como e Sondrio, è diventato il socio unico nella società che gestisce il casinò in un anomalo legame: 2.100 gli abitanti dell’enclave italiana in Svizzera e 500 i dipendenti del palazzo da gioco sviluppato su 13 piani. Non c’è famiglia che non abbia un croupier, un addetto alle sale, un cameriere stipendiati dal casinò sempre meno location romantica e sempre più fabbrica di macchinette elettroniche. Sono 635 le slot, comprese le 115 della sala fumatori. Agli 80 milioni vanno aggiunti i 30 milioni che la Popolare di Sondrio (principale creditore) vorreb-be avere indietro, stanca delle promesse da marinai di un imminente rilancio.
L’amministratore delegato del casinò Carlo Pagan, che pur di aumentare le presenze giornaliere si dice faccia figurare come clienti gli addetti alle pulizie, cercato dal Corriere non s’è fatto trovare. Di venerdì la sentenza definitiva della segretaria: «Senta, non è giornata» nemmeno fosse di nuovo il 21 gennaio scorso, con la Guardia di finanza a perquisire il casinò nell’inchiesta sul riciclaggio di denaro sporco di banditi cagliaritani. Pagan è indagato con tre dipendenti e un porteur , un procacciatore di giocatori allontanato dai casinò di tutt’Italia e qui ben accettato, anzi ospite del ristorante all’angolo, lunghi pranzi che proseguivano fino alle quattro. Le indagini partite dalla Sardegna e coordinate dalla Procura di Como sono segrete eppure sembra che qualcuno, da dentro, abbia chiamato gli investigatori. Una soffiata . Nella cassaforte sarebbero state trovate pile di banconote con le fascette che riportano i cognomi di giocatori i quali userebbero il casinò come una banca. Se è vietato attraversare la dogana con ingenti somme di soldi, basta bonificare sui conti correnti di residenti complici.
La cassaforte nasconde segreti e altri sono custoditi nell’ufficio fidi, l’ufficio della gestione di contanti e assegni che frequentemente l’indomani risultano «scoperti» se non falsi; eppure rare sono le denunce ai carabinieri perché nelle politiche del casinò è imperativo risolvere i problemi senza aiuti esterni. Ma a questo giro, affidarsi alla propria forza è dura e al di là dei conti lo confermano i silenzi. Tace anche il vicesindaco Florio Bernasconi, che governa in luogo del sindaco Maria Paola Rita Mangili Piccaluga, alla quale è legato da profonda amicizia e che lascia fare. È Bernasconi il cardinale Richelieu del posto, un posto caro (per un bilocale 10 mila euro al metro quadrato), un posto in ribasso di passione fra i magnati russi con le appariscenti compagne che hanno attentato ai più longevi matrimoni della cattolica Campione.
La nazionalità emergente è la Cina. Non i cinesi che arrivano da Milano sui pullman per svenarsi ma i cinesi che nelle ultime settimane han visionato appartamenti di lusso, terrazze vista lago e sicurezza da caveau. In paese la sicurezza è un’ossessione: i vigili sono 21, uno ogni 100 abitanti (Milano ne ha uno ogni 400). Il comandante si chiama Maurizio Tumbiolo. Stipendio fra i più alti di Campione (non meno di 12 mila franchi svizzeri), figlio di un membro dell’ex comitato regionale di controllo sugli enti locali, Tumbiolo è famoso per gli intoppi con il rinnovo del porto d’armi fuori servizio e per i litigi con gli abitanti russi sul tema delle residenze, peraltro uno dei temi centrali di Campione. Essere dipendente statale e avere la residenza dà diritto a «premi di confine» che raddoppiano lo stipendio. Tanti, e succede all’interno del Comune e perfino nell’ufficio Anagrafe, abitano fuori. Magari a Como. Hanno un alloggio a Campione e lasciano accese le luci di notte per ingannare eventuali controllori. Controllare? A Campione è quasi impossibile intercettare: i cellulari si agganciano alla rete svizzera e bisogna procedere per rogatoria... Controllare? Gli incassi del casinò, scesi di fatturato da 140 milioni di euro a 90, vanno nella misura del 60% nelle casse comunali e nella restante parte allo Stato. Voci insistenti e non confermate sostengono che il denaro per Roma si trasformi in fondi neri per i Servizi; le medesime voci ricordano le sortite di ministri dell’Interno degli anni 80 e 90 che uscivano dal casinò con valigie di soldi.
Forse sono leggende come quelle, ripetono a Campione, legate agli stipendi. Eppure abbiamo visto i salari del casinò dello scorso anno e una segretaria prende 176 mila franchi all’anno, l’addetto alla programmazione turni 188, un tecnico delle slot 197, il suddetto Pagan 665 mila, Mariano Savo 211. Chi è costui? Savo è uno dei responsabili della security e fu l’autista dell’attuale governatore lombardo Maroni. A proposito, non sarebbero della Lega le «influenze» politiche su Campione bensì di Comunione e Liberazione grazie a un fida-to commendatore. E ancora a proposito, non devono stupire le svolte professionali sul modello Savo in quanto nel casinò il direttore del gioco è laureato in Ingegneria nucleare.
Gli stipendi sono espressi in franchi svizzeri ma oggi c’è scarsa differenza con l’euro, dopo la decisione della Banca centrale svizzera di tagliare il tetto dell’1,20 nel cambio tra le due valute. Una delle conseguenze saranno ulteriori perdite per il casinò che paga i dipendenti in franchi. È vero, sono cominciati i tagli al personale, a Campione giurano è in atto una riduzione degli stipendi: ma di quelli che prendono meno mentre i soliti noti sono stati salvati. Il prevosto, monsignor Mosca, dice che un conto è la lotta per la salvezza dell’impiego e altra storia è la difesa dei privilegi: «Serve una cultura della vita diversa». Gli esempi, volenti o nolenti, non mancano: lui, il monsignore, ha chiesto altrove i soldi per la ristrutturazione della chiesa (ma la parrocchia è proprietaria di immobili per decine di milioni...); e nella cartella «clinico-economica» del casinò, nel bilancio 2013, leggiamo che i giorni di credito dai fornitori sono passati da 77 a 98.