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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

IL PRESUNTO KILLER DI LITVINENKO: «SONO STATI I SERVIZI DI USA E GB»

DAL NOSTRO INVIATO MOSCA Secondo Scotland Yard e soprattutto nella percezione dell’opinione pubblica inglese, Andrei Lugovoj è uno spietato killer dei servizi segreti russi, presunto autore del primo omicidio al mondo in cui sia stato usata una sostanza radioattiva, il polonio.
Ma qui a Mosca, Andrei Lugovoj non è solo considerato innocente. E’ una figura rispettabile, uomo d’affari di successo dopo un’onorata carriera come guardia del corpo nel Kgb, deputato alla Duma per il Partito liberal-democratico del leader nazionalista Vladimir Jirinovskij.
La scorsa settimana il suo nome è tornato al centro della cronaca internazionale, con l’apertura a Londra di un’inchiesta sull’assassinio di Alexander Litvinenko, l’ex agente russo fuggito in Occidente alla fine degli Anni Novanta e divenuto uno dei più violenti critici del regime di Vladimir Putin.
Litvinenko venne avvelenato nel 2006 nella capitale inglese, con una dose di polonio-210. Le ultime persone incontrate in un bar per parlare d’affari, prima di avvertire i sintomi dell’intossicazione, erano state Andrei Lugovoj e un’altra ex spia, Dmitry Kovtun. Secondo i legali della famiglia, i due avrebbero versato la sostanza nel tè agendo su ordine del Cremlino, deciso a mandare un segnale a Boris Berezovskij, l’oligarca in disgrazia e in esilio a Londra, al quale la vittima era molto legata.
Incontro Lugovoj nella hall di un albergo, grazie a un amico. Dimostra meno dei suoi 49 anni. Magro, statura media, carnagione bianca, un sorriso ambiguo sembra non lasciare mai il suo volto affilato. «Hanno già deciso che sono colpevole. Ma io sono vittima di un complotto anti-russo. Non avevo motivi, ero ricco, avevo successo come imprenditore, perché dovevo farlo?».
Mentre parliamo, un giovane si avvicina e gli chiede l’autografo. Il nostro firma condiscendente. E’ popolare in Russia, Andrei Lugovoj. Così popolare che la sua storia sta per essere raccontata in una fiction televisiva in 8 puntate, che Ntv , uno dei canali di Stato, manderà in onda in autunno. Già, ma quale versione della storia?
«Non posso parlare della trama, ma vi posso dire qual è l’idea che mi sono fatto», dice, mentre ci fa salire su un’auto, promettendoci una sorpresa. L’autista punta verso la collina Lenin: «Io non c’entro nulla. Ma secondo voi, se fossi stato io, mi sarei comportato così? Quando venne fuori il mio nome, andai subito all’ambasciata inglese e dissi che ero a disposizione per raccontare quello che avevo visto». Nel 2012, Lugovoj ha superato anche un test alla macchina della verità, condotto da un’azienda inglese.
Ma tracce di polonio vennero trovate nelle camere d’albergo che aveva occupato a Londra. E lui stesso venne contaminato dall’isotopo. Chi lo aveva portato? Allarga le braccia: «E che ne so? Secondo me dietro tutto c’era Berezovskij, con la compiacenza dei servizi inglesi e forse anche americani. Loro ce l’hanno il polonio. Litvinenko era diventato un pericolo per lui perché sapeva troppe cose e poi scopo unico dell’esistenza di Berezvskij, dopo la fuga a Londra, era di screditare Putin e la Russia. Così hanno messo me in mezzo».
L’auto ci ha portati direttamente sul set, dove si gira la fiction. Il regista Murad Aliev è impegnato con una scena, dove l’ex agente incontra moglie e figlia in un parco di Mosca. Lugovoj, consulente della produzione, si intrattiene con Igor Petrenko, l’attore che lo interpreta. «Voglio dare al pubblico tutti gli elementi per trarre la propria conclusione su quanto è successo», spiega Aliev.
Forse non sapremo mai la verità su chi ha ucciso Alexander Litvinenko. Ma, colpevole o meno, Andrei Lugovoj ha poco da temere. Nella Russia che l’embargo occidentale, innescato dalla crisi ucraina, radicalizza e richiude su se stessa, anche la sua storia alimenta la narrativa dominante. Sarà anche most wanted a Londra. Qui, è un uomo libero e innocente. O, nel peggiore dei casi, un patriota che ha difeso la madrepatria, eliminando un traditore.