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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

DAL BARISTA AL BARBIERE LA ROMA DI MATTARELLA

È una città che dovrà ancora imparare a conoscerlo, sebbene la Capitale non sia stata, negli anni, soltanto un luogo di passaggio per il dodicesimo presidente della Repubblica Italiana. Sergio Mattarella ha iniziato a scoprire presto la Città Eterna. Fin da bambino. Fin da quando il padre, Bernardo, ministro e sottosegretario con Alcide De Gasperi, portò la famiglia da Palermo a Roma. Proprio nella Capitale, il neopresidente ha frequentato le scuole dell’obbligo all’istituto San Leone Magno, conseguendo nel 1959 la maturità classica.
E nel Rione Monti, che già sa cosa significa avere per residente un primo inquilino del Quirinale, ossia Giorgio Napolitano, quell’uomo dai grandi occhiali e dai capelli bianchissimi, è passato finora quasi inosservato. Mattarella che vive nella foresteria della Consulta della Corte Costituzionale da qualche anno, dopo aver lasciato l’abitazione in zona Barberini, che condivideva con la moglie, Marisa Chiazzese, scomparsa nel 2012, quei vicoli e quelle strade che si snodano intorno a via Nazionale le ha sempre frequentate. Al bar per un buon caffè, magari con qualche pasticcino, poi dal barbiere per una sistemata ai folti capelli. Si muove soprattutto a piedi, in abitudinarie passeggiate. Lo ha fatto anche nei giorni dello scrutinio, senza dare troppo nell’occhio. Una persona discreta e dedita al lavoro, che usciva dalla foresteria al mattino presto e restava fino al tardo pomeriggio nella Corte, dove è giudice dal 2011. Così lo descrivono i residenti e i commercianti del rione: un uomo tra i tanti, semplice in quel suo paltò blu notte che camminava in via Nazionale, fermandosi, qualche volta, a vedere le vetrine, come quella del calzolaio in via Milano. «Lo vedevo che curiosava con lo sguardo da fuori», racconta il titolare. Molti quelli che ieri, pur sotto la pioggia, hanno cercato di scorgere il suo viso di fronte l’ingresso della Consulta.
I VICINI DI CASA
«Speriamo che da cattolico come lo fu Oscar Luigi Scalfaro - spiega Francesca Zanetti, 60 anni, insegnante - riesca a tutelare la laicità dello Stato». E molti quelli che applaudono, fin da subito, l’elezione di un Presidente che gira per la città a bordo di una Panda grigia, sedendo al fianco dell’autista e non dietro. Anche ieri la sua prima visita ufficiale da Capo dello Stato alle Fosse Ardeatine l’ha compiuta in questo modo: viaggiando su quella quattro per quattro. A qualcuno, come Antonio Libonese, un altro abitante del quartiere, che ieri ha cercato di scattargli una foto, per questi modi così garbati, ricorda già Sandro Pertini e rappresenta il degno successore di Giorgio Napolitano. «Che riesca a infondere la sua stessa speranza, perché dopo tanti scandali, l’Italia ha bisogno di tornare ad avere persone perbene nelle istituzioni».

Il coiffeur
«Il suo telefono squilla sempre»
«È entrato indossando un semplice soprabito blu e ha chiesto se era possibile sistemare i capelli». Domenico Lotorto il barbiere di via dei Serpenti lo ha riconosciuto subito. Venerdì alle 18.30, il Parlamento doveva ancora riunirsi in seduta comune per il quarto scrutinio: Sergio Mattarella sotto la pioggia attraversa via Nazionale e si dirige, per la prima volta, da “Mimmo” che, negli anni, ha pettinato e fatto la barba ad altri capi di Stato. Prima Ciampi, poi Giorgio Napolitano. «Sarebbe un onore - dice - poter continuare a servire, nel nostro piccolo, il neo presidente della Repubblica». Pochissime le parole tra i due. «Il suo cellulare non la smetteva di squillare, lui non ha mai risposto, riponeva il cellulare sul bancone e ogni volta mi guardava, abbozzando un sorriso».

La cuoca
«Adora pasta e zucchine»
«Non è un politico da televisione, quando viene a pranzo o a cena, chiede sempre uno dei tavoli più nascosti, ama stare tranquillo». Maria Cristina Marra gestisce il ristorante proprio a due passi dalla foresteria della Consulta e il neopresidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è ormai un cliente fisso. «Non saranno passati dieci giorni dall’ultima volta che ho cucinato per lui». Di gusti semplici e attento a non eccedere, il nuovo Capo dello Stato «ordina al massimo un primo e un dolce - racconta Maria Cristina - o un secondo con un caffè, non fa mai grandi abbuffate, però ama mangiar bene perché non lascia mai nulla nel piatto». E pare che tra le pietanze preferite ci sia quella pasta con zucchine e fiori tostati «che ho inventato qualche anno fa».

Il ristoratore
«Un intenditore di buon pesce»
Il successore di Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella, scende spesso quei cinque gradini che dall’ingresso del ristorante in via Parma portano alla sala centrale. «Viene da solo - racconta il titolare, Vincenzo Rinaldi - ma anche con qualche altro giudice della Corte Costituzionale e da noi ordina rigorosamente, da buon siciliano, il pesce». Un grande intenditore «che però non ama piatti eccessivamente elaborati perché sa che la bontà di una pietanza di mare si riconosce dalla semplicità con cui è preparata». «Ora chissà - prosegue Vincenzo - se avrà ancora il tempo di venire a trovarci, per noi sarebbe un onore, abbiamo tanti clienti importanti, giudici, politici ex Capi di Stato ma le assicuro che raramente ho potuto apprezzare la cordialità e la gentilezza di un uomo come Sergio Mattarella».

L’erborista
«Un autentico gentleman»
«Compra sempre le caramelle al miele ma, sia chiaro, non quelle confezionate. Qualche volta acquista anche le gommose al mentolo e poi le tisane per dormire meglio». Fin dalla prima volta che il neopresidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha varcato la soglia di quella piccola erboristeria in via XXIV maggio, la titolare Maddalena Gorska, non ha avuto dubbi: «È un vero gentleman. Un uomo estremamente garbato, che curiosava tra gli scaffali con fare discreto e pazientava quando magari c’erano altri clienti in fila». E in poco più di un anno, il successore di Napolitano, è diventato un habitué. «Passa almeno ogni dieci giorni, acquista sempre le stesse cose, magari sulle tisane azzarda qualche variante, ma quelle alla passiflora e al finocchio sono le sue preferite».

Il barista
«Caffè e acqua del rubinetto»
«Un toast veloce, a volte chiede qualche pasticcino da portarsi a casa o uno yogurt, non rinuncia mai al caffè perché il nostro, ci dice sempre, è più buono di quello delle macchinette della Consulta». A due passi dalla foresteria della Corte Costituzionale, in cui finora ha vissuto il neopresidente della Repubblica, c’è quel piccolo bar, divenuto per Sergio Mattarella, un punto di riferimento. Il titolare, Miro Goffredi, lo serve quasi tutti i giorni. «Viene il più delle volte da solo, si appoggia al bancone e ordina sempre con garbo non chiede mai bibite gassate o alcolici, solo acqua naturale e gli va bene pure quella del rubinetto, l’acqua del sindaco». Di poche parole ma estremamente gentile, «sembra un uomo come tanti - aggiunge ancora Miro - ma ha quella signorilità che appartiene a pochi».

Prodotti tipici
«Sapori siciliani prima di tutto»
«A volte facciamo fatica a riconoscere chi entra nel nostro locale, pensi che un giorno non abbiamo capito che c’era il figlio di Piero Angela seduto al tavolo, ma quando in tv abbiamo visto quell’uomo, con gli occhiali e i capelli bianchissimi, diventare il dodicesimo presidente della Repubblica, abbiamo fatto un salto perché lo vediamo spesso in negozio». Sapori siciliani a Roma, un piccolo bistrò che vende anche prodotti tipici in via IV novembre, vicinissimo alla foresteria della Consulta. La titolare, Angela Pezzillo, non riesce ancora a crederci. «Entrava in negozio a volte per pranzare a volte per acquistare qualche prodotto siciliano - dice - come le salse o i capperi». «Un tipo solitario e di poche parole, attento alla qualità dei piatti, soprattutto ai primi», come l’intramontabile pasta alla norma.