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 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

ENERGIA

«Questo successo ha un significato diverso, più profondo, perché arriva dopo che sono diventato marito e padre. Gli ultimi sei mesi mi hanno dato un’energia che prima non conoscevo» (Novak Djokovic).

TRANCE «Prima della partita ero talmente in trance che al telefono con mia madre, quando lei mi ha detto di coprirmi perché oggi faceva freddo, le ho risposto: ma se gioco con tre attaccanti…» (Andrea Stramaccioni).

LITIGI «Prima litigavo sempre in campo, quando ero più piccolo, rispondevo agli arbitri e mi beccavo dei cartellini stupidi. Gli allenatori del Bayern e la mia famiglia mi hanno aiutato a crescere e migliorare» (Nicola Sansone).

STRADA «In Brasile sono cresciuto con il calcio di strada. Sono il giocatore che sono perché questa è stata la mia scuola» (l’attaccante del Chelsea Diego Costa).

REGOLE «Si è presentato con grande umiltà, in campo dà consigli ai più giovani, ed è esattamente ciò che gli avevo chiesto. Tuttavia, non ha ancora la condizione. Qui le regole sono uguali per tutti, io non guardo in faccia a nessuno» (Sinisa Mihajlovic parlando di Samuel Eto’o).

CHIACCHIERE «Resta il dovere di fare al meglio il proprio lavoro, lo devo a me e alla squadra. Il resto sono chiacchiere di gente che sa solo parlare dimenticandosi di quanto fatto: questo mi disgusta» (Roberto Donadoni rispondendo a Cassano).

CALORE «Con gli italiani si respira un’aria familiare, mi hanno accolto con calore. Però non pensiate che ridiamo e mangiamo tutto il tempo…» (Sebastian Vettel).

MINA «Paris? È la mina vagante della velocità. Da anni so quanto è forte perché ha caratteristiche uniche, ma in questo sport prima di vincere bisogna maturare. E lui quest’anno ha compiuto un grosso salto di qualità. Ma non penso che abbia ancora la continuità di Jansrud. Ma voi italiani non dimenticate Innerhofer. So che soffre alla schiena, ma è fortissimo e più la pista diventa difficile, più è competitivo» (il norvegese Aksel Lund Svindal).

MEMORIA «Conosco tutti gli intermedi delle mie gare e spesso anche quelli degli altri. Ho un’ottima memoria. Analizzo, guardo video, rifletto. Non basta mai: lo sci è uno sport di circostanza, se nevica, piove, c’è vento, se la neve è molle o dura, cambia tutto. È meraviglioso anche per questo, si adatta alla natura e insieme la deve governare. Bisogna conoscere ogni variabile e saper reagire, bisogna sapere tutto» (Christof Innerhofer).