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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

USA, LA GIUSTIZIA SUL BANCO DEGLI IMPUTATI

Giustizia penale americana sotto i riflettori in questo inizio d’anno, che ha riportato in primo piano il dibattito sulla sua equità. Nell’ultima settimana due Stati hanno messo a morte altrettanti detenuti che avevano ricevuto molteplici diagnosi di ritardo mentale, nonostante la Corte Suprema abbia stabilito nel 2002 che l’esecuzione di persone intellettualmente disabili viola la costituzione americana.
E di fronte alla crescente carenza di farmaci usati per le esecuzioni, causata dalla opposizione di molte aziende a vendere i loro prodotti a questo fine, il Senato della Virginia ha cominciato a discutere la possibilità che lo Stato assuma direttamente farmacisti per miscelare i cocktail chimici mortali. L’identità dei pro- fessionisti della sanità in questione verrebbe mantenuta anonima. Un’ipotesi che ha suscitato le proteste non solo delle associazioni che combattono contro la pena capitale, ma anche di diversi esperti di diritto, preoccupati che l’anonimato dei farmacisti precluderebbe i controlli per assicurarsi che le sostanze utilizzate funzionino correttamente e non impongano ai condannati a morte sofferenze eccessive, come già accaduto. Molti altri Stati hanno dovuto fare i conti con la scarsità di “ingredienti” per l’iniezione letale e sono stati costretti a rinviare le esecuzioni o a rivedere i loro protocolli. Ieri, ad esempio, l’Ohio ha optato per un atteggiamento attendista, rimandando sette esecuzioni capitali in programma nel 2015 mentre tenta di trovare nuovi farmaci. Questo significa che nell’anno in corso, per la prima volta dal 1999, nessun detenuto del braccio della morte verrà ucciso. Il tema è tanto caldo che la Corte Suprema nei giorni scorsi ha deciso di non lasciarlo ai singoli Stati, accettando di esprimersi una volta per tutte sulla costituzionalità delle sostanze attualmente usate per l’uccisione dei condannati.
Ma ci sono segnali positivi nel modo in cui la giustizia criminale americana viene ammini-strata. Uno studio appena pubblicato ha rivelato che il 2013 è stato un anno record per il numero di detenuti scagionati e liberati. Ben 87 persone sono uscite di prigione in un anno, stando al registro nazionale gestito dalle università del Michigan e Northwestern. La buona notizia è che la maggior parte delle sentenze è stata capovolta grazie all’iniziativa delle procure statali o della polizia, che mostrano una crescente propensione a riaprire i casi contestati e ad ammettere i loro errori.