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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

«ILLUMINAZIONI» DI NOUVEAU?

Rimbaud sosteneva che dopo i greci la poesia si fosse dissolta in un gioco futile di versi e rime. Il vero poeta è chiamato a «farsi veggente con un lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi, deve vivere ogni forma d’amore, di sofferenza, di follia; egli cerca se stesso, assorbe in sé tutti i veleni per non serbarne che le quintessenze». Scrisse tali parole a sedici anni e qualche mese in una lettera a Paul Demeny, il 15 maggio 1871. Ora altre missive, riguardanti l’opera Illuminations, la cui composizione oscillerebbe tra la fine del 1872 e il 1874, entrano in gioco nel recente saggio di Eddie Breuil Du Nouveau chez Rimbaud e fanno da base a rinnovate indagini filologiche, grafologiche e testuali. La conclusione a cui lo studio giunge è sconvolgente: la celebra raccolta di poemi in prosa – pubblicata tra maggio e giugno 1886 sulla rivista «La Vogue», quindi in volume con la prefazione di Verlaine – si deve a Germain Nouveau.
La tesi di Eddie Breuil – svolge ricerche con Philippe Régnier nell’équipe di Lire (Umr 5611) – è discussa e ha già suscitato non poche reazioni; egli, comunque, ricorda che gli editori tendono a presentare Illuminations come un’opera compiuta, ma si tratta di una raccolta non autorizzata che ha riunito manoscritti non firmati di mano di Nouveau e Rimbaud, vergati tra il 1873 e il 1874: in essa nulla è sicuro, né il titolo, né il contenuto, né il «classement» dei testi (p. 15).
Propone un riesame completo dei manoscritti (dove rileva errori di trascrizione che un autore non avrebbe commesso), giacché la storia di quest’opera si basa su continue approssimazioni, su talune bugie di Henry de Bouillane de Lacoste (l’artigiano della versione attuale delle Illuminations), su tradimenti delle indicazioni di Verlaine (sovente, in tale materia, criptato o ignorato). Breuil riesamina le edizioni capillarmente, dalle due de «La Vogue» alla Vanier del 1895, dai nuovi elementi che emergono nel 1898 (Berrichon e Delahaye integrarono dei testi) a quella del 1914 del Mercure de France o all’apparsa nel 1949 («vers un statu quo») o alla Pléiade del 1971. Si chiede inoltre se le Illuminations siano veramente una raccolta di poemi in prosa o se tale sistemazione sia stata «forzata (p. 53). La parte centrale del saggio studia il ruolo di Rimbaud nella copie dell’opera, inoltre rilegge l’epistolario di Germain Nouveau. Le sue lettere sono la «sola testimonianza di prima mano» (p. 95).
È il caso di aggiungere che Nouveau (1852-1920), poeta che dopo la fase bohémien scelse di rinunciare a tutto e di vivere chiedendo la carità, è poco conosciuto in Italia.
Nel 1972 Einaudi pubblicò I baci e altre poesie, ora reperibile soltanto in antiquariato (la sua opera è leggibile in rete, in lingua originale: basta inserire in un motore di ricerca poèmes de germain nouveau en ligne). Eugenio Montale in un elzeviro del 1954 scrisse che Cézanne più volte negò l’elemosina al poeta mendicante, accovacciato sui gradini del Duomo di Aix-en-Provence. Il grande artista, probabilmente, soffriva di invidia per la sua libertà.
Armando Torno, Domenicale – Il Sole 24 Ore 1/2/2015