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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

GRECIA, LE CARTE DELL’EVASIONE FISCALE BUTTATE FRA I RIFUTI

Migliaia di pezzi di carta sparsi ovunque, anche sul pavimento della sala riunione, costringono i giornalisti di Hot.Doc. a camminare sulle punte dei piedi, come improbabili ballerine. In una grande casa-ufficio circondata da vetrate, lavorano i cronisti investigativi del mensile, sotto la supervisione del direttore Kostas Vaxevanis che due anni fa finì in carcere per un paio di giorni, reo di aver compiuto scrupolosamente il proprio lavoro pubblicando la “lista Lagarde”, un lunghissimo elenco di nomi eccellenti dell’Empireo politico e imprenditoriale che per anni avevano evaso le tasse, in barba alle difficoltà di milioni di poveri cristi costretti dall’austerity imposta dalla troika a pagare tutte le tasse sull’unghia. Pena il distacco dell’elettricità. L’elenco fu tenuto strettamente e a lungo sotto chiave dall’ormai ex vice premier Evangelos Venizelos, fino a quando l’abilità di Vaxevanis riuscì a svelarlo. Lo scandalo riguardò non solo la Grecia, dato che l’elenco era solo una parte della più ampia “lista Falciani”, un documento emerso dagli archivi della filiale di Ginevra della Hsbc (una banca londinese tra le più grandi del mondo) e che riguardava anche l’Italia. “Ci risiamo, non che non ce lo aspettassimo dato che nessuno è stato perseguito per la ‘Lagarde’, ma questa volta è ancora più complicato perché dobbiamo ricomporre tutti questi migliaia di pezzetti di documenti che i miei collaboratori hanno trovato dentro i cassonetti dell’immondizia, poche ore dopo la vittoria di Syriza, domenica scorsa, davanti alla sede dell’Iris; si tratta dell’organismo istituito dall’ex governo che avrebbe dovuto scoprire vecchi e nuovi evasori”, dice al Fatto Vaxevanis.
Ci vorranno settimane, mesi forse, ma di certo questi mastini del giornalismo investigativo indipendente greco non desisteranno. Impauriti dalla vittoria di Syriza, i responsabili dell’Iris hanno tritato, ma anche stracciato a mano, per fare il più in fretta possibile, e poi buttato nella spazzatura migliaia di carte che mostrerebbero come l’evasione fiscale da parte di chi avrebbe dovuto dare il buon esempio alla cittadinanza , sia ancora la prassi. “Alle quattro del mattino siamo andati a frugare nei cassonetti davanti alla sede”, sottolinea il direttore. Sulla copertina del nuovo numero di Hot.Doc. campeggia il volto del premier: Alexis Tsipras. Dentro però non c’è più la rubrica che scriveva ogni mese l’economista Yanis Varoufakis, neo ministro delle Finanze. Il suo nuovo ruolo non glielo permette più. “Ma anche noi non l’avremmo pubblicata perché ora Yanis è dall’altra parte della barricata. Ospitare le considerazioni di un ministro, anche se persona amica e della quale abbiamo avuto finora la massima stima, ci renderebbe all’istante di parte, trasformandoci da giornalisti indipendenti, che si sostengono esclusivamente grazie agli abbonamenti dei lettori, in cassa di risonanza del nuovo governo”, sorride Vaxevanis.
Il suo editoriale questo mese è una lettera aperta al primo ministro Tsipras. Le ultime cinque righe sono invece dedicate all’amico Alexis. “Conosco Tsipras dai tempi dell’università, lui studiava ingegneria, io matematica ma negli anni Novanta abbiamo fatto assieme le lotte del movimento studentesco. Siamo diventati amici subito, ma gli ho scritto che da me e dal mio giornale non arriveranno sconti. Sono certo che lo apprezzerà perché anche lui la pensa così”. Nella parte dedicata al premier, Vaxevanis scrive che si aspetta che sciolga il più in fretta possibile il legame mefitico tra politica e affari, soprattutto quello con gli oligarchi dei media, che sono anche i proprietari delle più grandi aziende e compagnie di costruzioni. “Non esiste una stampa indipendente in Grecia e tutti i canali televisivi privati trasmettono illegalmente perché i proprietari non hanno partecipato alle aste per le frequenze, in Italia ne sapete qualcosa”. Per dirla tutta, le aste non si tengono da anni. Dal nuovo governo, Hot.Doc. si aspetta anche molti altri cambiamenti. In primis che istituisca una commissione che riveda dall’inizio le posizioni di tutti coloro che sono comparsi nella lista Lagarde, come quelle dei familiari dell’ex ministro delle Finanze, Giorgos Papakonstantinou, e che la magistratura apra un’inchiesta seria. Dall’amico Tsipras, che rispetti quello che scrisse Marx: “Qualsiasi cosa un politico faccia, ha valore solo se è di utilità pubblica”.
Roberta Zunini