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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

“CHARLIE”, CHE FATICA LO SBARCO SU APPLE

Siamo tutti Charlie: adesso. Ma prima? Sette milioni di copie vendute dopo la strage di Parigi, il giornale satirico ormai più famoso del mondo è riuscito ad abbattere anche l’ultimo tabù: si può scaricare online dalla roccaforte informatica più inespugnabile del mondo — quella di Apple. Dicono che tra la richiesta di entrare nello store e l’approvazione della Mela passino anche più di dieci giorni. All’ad Tim Cook è bastata invece un’ora per dire sì sull’onda emotiva di milioni di #JeSuisCharlie. Peccato che ci sia voluta la mattanza del 7 gennaio a fargli cambiare idea. Perché cinque anni prima proprio uno dei martiri di Parigi, Stephane Charbonnier, alias Charb, il direttore di Charlie, si era sentito dire no dal padrone della Mela. O meglio: Apple aveva detto sì, riservandosi però l’ultima parola sui contenuti: niente sesso — e tutto quel che segue. Apriti — Dio ci perdoni — cielo. Fu lo stesso Charb a rivelare il gran rifiuto e a iniziare una campagna personale contro Steve Jobs che — commenta sempre Fortune — «avrebbe fatto arrossire Maometto»: «Arrivederci, iPad. Addio, iPhone.
Charlie Hebdo non finirà mai sull’iPad. A morte Steve Jobs...». Satira, certo. Come le vignette sul settimanale dei giornalisti che gli leccano il sedere, l’iPad utilizzato per usi non proprio consigliati dai produttori e infine «Le avventure di quella grande testa di c.
reazionaria di Steve Jobs». Sì, siamo tutti Charlie: adesso. Ma prima? Eddai: che vuoi che conti, il prima. Non dice così la splendida copertina del ritorno di Charlie? «Tous est pardonné».
Angelo Aquaro, la Repubblica 1/2/2015