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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

SHAKE SHACK, IL PANINO GOURMET OSCURA BIG MAC E SBANCA WALL STREET

Dopo aver conquistato il palato, fa breccia nei mercati finanziari. Shake Shack, la catena Usa di “boutique burger”, sbarca in Borsa e mette a segno, nella prima seduta di scambi, un rialzo del 119% che fa volare il titolo a quota 45,90 dollari. Oltre 16 milioni di azioni passate di mano in una sessione, e una capitalizzazione di mercato a fine contrattazioni salita a più di 1,6 miliardi di dollari.
È la legittimazione di Wall Street a quello che viene definito “un sogno americano”, quello di un carrettino di panini comparso la prima volta nel 2001 a Madison Square Park, nel cuore di New York, e divenuto una catena con 63 ristoranti in otto città Usa, in Medio Oriente, Turchia e Gran Bretagna. Ma soprattutto un nuovo modo di fare e mangiare gli hamburger, un fast-casual (ma nemmeno troppo fast, come tiene a precisare il Ceo, Randy Berutti) capace di sfidare giganti come McDonald’s (già in difficoltà come dimostra il cambio di Ceo).
Basti pensare che nelle 39 settimane terminate il 24 settembre i ricavi di Shake Shack sono cresciuti del 41% a 83,8 milioni di dollari, con un rialzo del 20% dei profitti a 3,5 milioni, e 20 nuove boutique burger aperte. Apparentemente una lotta tra Davide e Golia, se si pensa che McDonald’s in un giorno incassa quanto ricavato da Shake Shack in un anno. Il punto però è che in termini di valore un ristorante Shak (questo il ticker sul Nyse) vale 26 milioni di dollari a fronte dei 2,5 milioni per ognuno dei 36.258 punti vendita McDonalds. Un sogno americano quindi nato dal genio di un visionario della ristorazione come Danny Mayer, Ceo del colosso Union Square Hospitality.
Una storia la sua che passa per l’Italia, a Roma in particolare, prima come guida turistica con il padre e poi come studente di politica internazionale. E’ li che impara il gusto e lo applica in tutte le sue creazioni, come i “boutique burger”, di cui è l’ideatore e proprietario: venerdì pomeriggio la sua quota di maggioranza del 21% valeva da sola oltre 340 milioni. Tra le caratteristiche vincenti ci sono la qualità della carne, il rispetto per gli allevamenti e il raffinato casual style nell’accoglienza. I prezzi? Uno Shack Burger costa 5,19 dollari, a fronte dei 4,69 di un Deluxe Quarter Pounder di McDonalds, anche se la convenienza di quest’ultimo è nelle offerte dei “Menu”. Da Shake Shack è possibile tuttavia gustare anche birra e vino. Insomma un nuovo modo di fare hamburger.
Francesco Semprini, La Stampa 1/2/2015