Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  febbraio 01 Domenica calendario

DE MITA: “MATTARELLA UN CATTOLICO VERO ALTRO CHE SCALFARO: PARAGONE ASSURDO”

[Intervista] –
Ciriaco De Mita è rimasto a Nusco mentre Sergio Mattarella, uno dei suoi «figliocci politici», veniva eletto presidente della Repubblica. È tornato a fare il sindaco del suo paese in Irpinia, l’ex leader della Dc che negli anni Ottanta mandò il nuovo capo dello Stato a ripulire liste e partito dagli uomini di Ciancimino. L’ex premier ha uno scatto quando gli chiediamo se è sostenibile il paragone fatto a destra tra Mattarella e l’ex capo dello Stato Scalfaro. «Per amor di Dio. Sergio è un cattolico vero, siciliano, coerente. Scalfaro era un ipocrita, un clericale del nord. Essere cattolici non dice niente in politica. E poi non è vero che Sergio sia grigio e cupo: è una persona riservata ma vera, che si arrabbia e tiene il punto. Non è una maschera».
Mattarella a chi può essere paragonato?
«A Einaudi, anche lui piemontese, ma liberale. Mattarella sarà come è sempre stato, con quel senso del diritto che hanno alcuni siciliani. Santi Romano era siciliano. Non sarà invasivo, ma eserciterà un controllo continuo del rispetto della Costituzione. La funzione del capo dello Stato è duttile: nei momenti di difficoltà interviene, quando c’è ordine si ritira. Mi auguro che si esca dalla straordinarietà e si rientri nell’ordinarietà».
Renzi ha scelto Mattarella: come sarà la convivenza tra due personalità così diverse?
«Stiamo parlando delle funzioni del capo dello Stato che sono sempre di sollecitazione positiva. Il personaggio eletto trova la sua misura nel ruolo: Mattarella è stato per anni un militante di un grande partito popolare. Leggo con disappunto le stupidità di chi dice che questo è il ritorno del passato, senza sapere cosa sia il nuovo e senza avere la capacità di creare le condizioni del nuovo. La politica senza cultura ha mostrato la sua debolezza».
Dica la verità, non si aspettava questa mossa di Renzi: lo ha rivalutato?
«Non l’ho mai sottovalutato. Tra i tanti candidati Renzi ha scelto il migliore. Renzi è bravo. È stato descritto come un politico spregiudicato, tutto immagine, invece ha realizzato un fatto di grande serietà. È partito dalla preoccupazione di ritrovare l’unità del Pd e ha colto l’obiettivo: spero ne tragga esperienza per il futuro».
Ha agito con l’abilità dei democristiani?
«I democristiani sono solo i vecchi. Ha agito come un democristiano, ponendosi un problema e costruendo una soluzione».
E come giudica l’atteggiamento di Berlusconi che ha fatto votare scheda bianca?
«Da tempo quella di Berlusconi è una posizione che si scioglie. È una storia finita, legata a una esperienza personale, una grande recita con un capo comico. Non c’è mai stata tanta separatezza tra politica e parole quanto in questi ultimi 20 anni. Berlusconi si è paragonato a De Gasperi, anzi ha detto di essere più bravo, ma la storia dice che De Gasperi ha avviato la trasformazione del paese nel dopoguerra, ha fatto quella riforma agricola che un grande comunista come Amedola definì un fatto enorme. La scheda bianca di Berlusconi è una specie di terzo sesso...». Il riferimento al transgender Luxuria che il Cav ha invitato ad Arcore non è casuale.
Amedeo La Mattina, La Stampa 1/2/2015