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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

Crisi aperta dentro l’Ncd Ipotesi Lupi per la segreteria Ma lascerebbe il governo. La portavoce Saltamartini abbandona il partito Amedeo La Mattina Brucia sulla pelle di Ncd, come un ferro rovente

Crisi aperta dentro l’Ncd Ipotesi Lupi per la segreteria Ma lascerebbe il governo. La portavoce Saltamartini abbandona il partito Amedeo La Mattina Brucia sulla pelle di Ncd, come un ferro rovente. La candidatura e poi l’elezione di Mattarella al Colle ha lasciato una ferita profonda dentro il partito e tra Alfano e Renzi. Non ci sono solo le dimissioni del capogruppo del Senato Maurizio Sacconi (al suo posto sono in corsa Quagliariello e Schifani) e l’uscita dal partito della portavoce Barbara Saltamartini, che sta passando all’opposizione con la Lega in cerca di sicurezza per essere rieletta. Il capogruppo leghista a Palazzo Madama Gianmarco Centinaio racconta che sono tra 10 e 15 i senatori di Ncd e Fi che bussano alla sua porta. È girata voce che pure Nunzia De Girolamo abbia intenzione di approdare nel partito di Salvini: il capogruppo alla Camera rimane invece nel partito. Dilemma Il contropiede di Matteo Renzi, che ha costretto Alfano prima a schiacciarsi su Berlusconi e le schede bianche e poi a votare a favore di Mattarella, ha aperto il dilemma su come stare nel governo. Area Popolare (Ncd-Udc) è solo un vassallo di «una maggioranza monocolore» (per dirla con Cicchitto) oppure è una forza politica che non può accettare i continui ricatti del premier? È un film già visto in tante oltre occasioni, dal Jobs Act alla legge elettorale e alla riforma costituzionale. Ma la dolorosa vicenda del Quirinale ha prodotto una quantità incredibile di tossine. Per Renzi tre ministri Alfano, Lupi e Lorenzin, in particolare quello dell’Interno, non potevano votare scheda bianca, la loro permanenza nel governo sarebbe diventata contraddittoria. Sostiene Alfano che il premier non gli ha mai detto «o ti adegui o te ne vai», ma Ncd ha comunque un problema esistenziale. Lupi via da governo? «Abbiamo molto da discutere», dice Quagliariello e si riferisce sia al partito che al governo. In Ncd è in corso un aspro confronto sull’opportunità di affidare la segretaria a Lupi o ad Alfano: l’uno o l’altro dovrebbero però lasciare il loro ministero. Da questa posizione politica, svincolato dal governo e dai ricatti di Renzi, Alfano o Lupi potranno incalzare il governo, fare proposte e contro proposte. Alfano vuole evitare una soluzione del genere. In ogni caso non gli passa per l’anticamera del cervello di lasciare il Viminale. Vuole tenere i rapporti aperti con Berlusconi e agire con calma il riposizionamento nell’esecutivo. Intanto tira un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo: «Ho sentito il presidente Mattarella. Auguri e congratulazioni. Gli italiani possono gioire». Ma nel suo partito lo incalzano con la domanda: Renzi comanda da solo? Occorre rafforzare il partito e Lupi alla segretaria per alcuni è la soluzione. Ma si tratta di un’operazione azzardata, soprattutto se l’idea è tirare fuori Alfano o Lupi da un ministero pesante. Chi lo ha detto che Renzi metterebbe un altro esponente di Ncd al loro posto? Berlusconi chi? Ncd è un vespaio. Giuseppe Castiglione e Tonino Gentile, coordinatori di Sicilia e Calabria, sono accusati di avere spiazzato Alfano mentre trattava il passaggio dalla scheda bianca al voto favorevole a Mattarella. Infatti 11 senatori dell’area siculo-calabrese l’altro ieri pomeriggio sono usciti con una nota per dire che avrebbero detto sì all’ex giudice costituzionale. E questo nelle ore in cui Alfano cercava di convincere Casini a trangugiare la mancata candidatura che qualcuno del Pd gli aveva ventilato. Cercava di convincere anche Berlusconi a superare la posizione della scheda bianca. Votando insieme si sarebbe consolidato il nuovo percorso del centrodestra prima dell’arrivo delle elezioni regionali. Ma anche su questa alleanza a destra non c’è un sentire comune nell’Ncd. «Berlusconi non esiste più», dice Castiglione. [ame. lam.]