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 2015  gennaio 16 Venerdì calendario

ROMA È

nella foresteria della Corte costituzionale, quasi una Casa Santa Marta della Repubblica, che Sergio Mattarella ha vissuto per quasi tre anni, dopo la morte della moglie. È a qualche centinaio di metri dal palazzo della Consulta. Mattarella ci andava a piedi.
Il cancello di ferro si apre su un’enclave di via della Cordonata, lì dove la stradina si allarga quasi in una piazzetta. Immette in un piccolo cortile interno dove si affacciano quattro appartamentini, due al piano terra e due al primo piano, che non hanno vista sulla strada. Ecco, lì al primo piano ha abitato in poco più di sessanta metri quadri il neo presidente. Due stanze (una camera da letto e una seconda camera adibita a studio), bagno, salotto con angolo cottura. Mobili di noce scuro, pareti sempre pulite e fresche di tinteggiatura, ma l’arredamento non ha niente di più che non sia l’essenziale.
Mattarella ha avuto fino a ieri come vicina di pianerottolo Marta Cartabia, docente di Diritto costituzionale a Milano Bicocca, vicepresidente della Corte dal novembre 2014, che è stata nominata giudice dal presidente Napolitano nel settembre 2011, un mese prima che Mattarella venisse eletto dal Parlamento. Al piano di sotto, un appartamento è in ristrutturazione, l’altro è assegnato all’altro vicepresidente Giorgio Lattanzi, che, essendo romano, non ci abita.
Al cancello un citofono, piuttosto malandato, con su scritto: «Foresteria 1-2-3». Sopra, un altro citofono, per gli alloggi dei carabinieri di servizio alla Corte costituzionale.
Tutti gli altri giudici (Zanon, Frigo, De Petris, Grassi...) hanno un alloggio all’interno del palazzo della Consulta, ma di dimensioni molto più ridotte: solo un punto d’appoggio (una sola stanza e un bagno e una macchina per il caffè) che serve anche per il riposo dell’intervallo del pranzo, senza doversi spostare in vari punti della città. Il presidente della Corte ha un alloggio di servizio sempre a Palazzo.
«Passiamo in riunioni intere giornate dalle nove del mattino alle sette di sera — spiega Cartabia —, facciamo vita in comune, questo serve moltissimo per il nostro lavoro, per le nostre discussioni, per prendere le nostre decisioni». E com’era come «vicino di casa» Mattarella? «Riservato, più di una volta ci è capitato di cenare insieme al ristorante qui sotto, il Santa Cristina, un po’ come studenti fuori sede».
Un piccolo locale, il Santa Cristina, a conduzione familiare, con pane fatto in casa. Nel suo sito pubblicizza, come proprio punto di forza, la propria vicinanza al Quirinale. Fino a ieri per la sua posizione. Oggi, un po’ di più.
M.Antonietta Calabrò