Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 31 Sabato calendario

SPESSO CENO AL WELCOME CARGO, UN RISTORANTE DI TORINO CHE, AL KM ZERO, HA SOSTITUITO I KM ILLIMITATI PER CREARE UNA VERA ALTERNATIVA AL FUFFA FOOD

Eccoci all’appuntamento con i Camei che potevano nascere, e invece non nasceranno mai. In parte anche condizionato dall’invito venuto da 12.000 metri, sui cieli asiatici, di non “essere un coniglio” li ho fatti abortire. Sono tre, di loro è rimasto il solo scheletro.
1 L’idea era raccontare la storia di tre compagni di scuola che sono saliti all’onore delle cronache. Parliamo dell’Istituto Massimiliano Massimo di Roma, retto dai Gesuiti, e dei tre compari che lo frequentavano: Mario Draghi, Luca Cordero di Montezemolo, Giancarlo Magalli (in un’altra sezione c’era Staffan de Mistura, lui è sempre nel luogo giusto, nel momento giusto). I tre non sono mai stati sulla cresta dell’onda come ora, Draghi è diventato Helicopter Drake, una specie di Babbo Natale che distribuisce soldi di altri (con parole semplici, avrei spiegato ai lettori cos’è il Quantitative Easing: distribuire a Stati famelici della carta straccia che loro potranno chiamare moneta, dandola a dei poveracci (noi) che dovranno spenderla (bisogna a tutti i costi far crescere il mercato interno, lo dice anche Gutgeld) per comprare junk food e junk products, venduti da aziende in Borsa, classificate junk. Dimenticavo, i debiti sono a nostro carico. Nel frattempo, Montezemolo ha fatto diventare sexy l’Alitalia, alla faccia di Marchionne, Magalli potrebbe diventare Presidente della Repubblica, se il Fatto Quotidiano di Padellaro (anche lui compagno dei tre al Massimo) continuerà a spingerlo.
2 Alla continua ricerca di metafore che descrivano il momento cultural-politico nel quale viviamo, domenica scorsa, davanti alla chiesa di San Filippo Neri, quella dell’aristocrazia sabauda un tempo, dell’alta borghesia oggi, un cane (di conturbante bellezza), si blocca e, dopo visibili sofferenze (gotta?), produce un oggetto gigantesco (ricordate il bimbo di “Amici miei”?), che il padrone con grande tecnica e nobile disinvoltura fa sparire, come fosse Houdini. Un’opportunità incredibile, Avrei potuto farci un cameo, con una metafora straordinaria, parlando dell’afrore elitario-radical chic nel quale siamo immersi, dei nuovi rapporti uomini-animali, del dilemma carrozzina-guinzaglio. 3 Spesso ceno al Welcome Cargo, il ristorante di Torino che ha ribaltato il concetto modaiolo «km zero», portandolo a «km illimitati». Nella patria dello «Slow Food» di Carlin Petrini, del «km zero» di Farinetti, del finto «biologico» di tanti birbanti, tre amici creano un luogo tolkienano di grande fascino, nell’unico quartiere vivo di Torino, il multietnico San Salvario. I gourmet, veri o finti, si sono ormai tutti immedesimati in una cucina dove i cuochi sono masterchef, dove la materia prima viene stressata da manipolazioni di ogni tipo. Al termine del processo, sul piatto emerge una scultura di infinita bellezza: un Cattelan. Appena la sfiori con la forchetta, la scultura si sgonfia e diventa una polpetta indigeribile. Invece, che fanno i tre amici, due ex orafi e un cuoco giramondo, hanno un’idea geniale, acquistare le migliori materie prime del mondo (black code dell’Alaska, bue di Kobe, galletto di Bresse, etc.) e cucinarle così, nature, con solo olio taggiasco, sale e pepe, come si faceva in altra era, niente cardamono nero o fieno greco. Nel mondo slabbrato in cui viviamo, dobbiamo difenderci persino quando ci cibiamo, assaliti come siamo dalla bellezza sconvolgente del «fuffa food».
Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 31/1/2015