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 2015  gennaio 29 Giovedì calendario

YUAN QUINTA VALUTA PIÙ USATA AL MONDO

Lo yuan, la moneta cinese, è diventata la quinta valuta più usata al mondo. Le transazioni crossborder nel 2014 sono raddoppiate, secondo quanto emerge dai dati dell’organizzazione internazionale Swift. Dollaro, euro e sterlina rimangono sul podio delle transazioni a livello globale. «Quello che è accaduto», spiega Wim Raymaekers, Head of Banking Markets di Swift, «è una grande testimonianza del processo di internazionalizzazione del Renminbi, a conferma della transizione in corso da moneta emergente a divisa utilizzata normalmente». Alla fine del 2013 lo yuan si era piazzato al tredicesimo posto, e nell’ultimo anno ha scalato otto posizioni della classifica arrivando nella top five, superando sia il dollaro canadese che quello australiano. La quota di pagamenti internazionali denominata in yuan ha poi raggiunto il record storico del 2,17% a dicembre, avvicinandosi a quella dello yen giapponese, attestatasi al 2,69%. Il dato più interessante però è quello dell’ammontare totale dei pagamenti in valuta cinese, salito del 104% nel 2014, rispetto a un aumento registrato per le altre valute pari a (in media) al 4,4%. Sono molteplici i motivi che hanno portato all’exploit dello yuan e sono legate anzitutto ai vari accordi, otto nel solo 2014, che la Banca Centrale cinese ha stretto con le sue controparti, in particolare nel Sudest asiatico e in America Latina. La nascita di centri offshore del Renminbi è stato un altro fattore determinante per la sua crescita. I pagamenti in yuan a livello globale sono aumentati nel mese di dicembre del 20,3% rispetto all’anno precedente, mentre la crescita media delle altre valute si è attestata al 14,9%, si legge nel comunicato rilasciato da Swift. La strada sembra in discesa e la Cina, secondo gli esperti, potrebbe fare ulteriori pressioni per includere lo yuan nel paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale quando, nel corso dell’anno, ne verrà effettuata la revisione. Forse stavolta i paesi del G20 saranno più disponibili ad ascoltare Pechino.
Ma se chi scommette sullo yuan cita l’irreversibile processo di internazionalizzazione di cui è protagonista, c’è anche chi è più cauto e ricorda il rallentamento dell’economia cinese. Proprio ieri il ministero dell’Industria ha tagliato le stime della produzione industriale per il 2015, portandole a +8% rispetto al +9,5% del 2014. Anche i recenti dati sul prodotto interno lordo e sull’indice Pmi, che misura l’andamento dell’industria manifatturiera, parlano di frenata dell’economia del Paese di Mezzo. «Rimaniamo short sullo yuan», afferma Chris Morrison, strategist di Omni Macro Fund, «a causa del rallentamento della seconda economia mondiale e della politica monetaria della banca centrale cinese». Morrison precisa che il taglio dei tassi e una politica monetaria accomodante significano solo una cosa: Pechino intende indebolire la propria valuta.
Mariangela Pira, MilanoFinanza 29/1/2015