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 2015  gennaio 16 Venerdì calendario

Sono state liberate Vanessa Marzullo e Greta Ramelli • In Belgio fermata un’organizzazione terroristica che preparava attentati • Per il Papa la libertà di parola non deve trasformarsi in offesa • La Banca Svizzera abolisce il tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per 1 euro • È fatto l’accordo tra Svizzera e Italia sullo scambio di informazioni fiscali • I dispersi del Norman Atlantic sono ufficialmente 18, di cui due clandestini • Gabriele Muccino prova a chiedere scusa al fratello Silvio Ostaggi Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due giovani originarie la prima di Brembate, nella Bergamasca, la seconda di Besozzo, Varese, 21 e 20 anni, rapite il 31 luglio scorso ad Alabsmo, vicino ad Aleppo, sono arrivate nella notte a Roma

Sono state liberate Vanessa Marzullo e Greta Ramelli • In Belgio fermata un’organizzazione terroristica che preparava attentati • Per il Papa la libertà di parola non deve trasformarsi in offesa • La Banca Svizzera abolisce il tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per 1 euro • È fatto l’accordo tra Svizzera e Italia sullo scambio di informazioni fiscali • I dispersi del Norman Atlantic sono ufficialmente 18, di cui due clandestini • Gabriele Muccino prova a chiedere scusa al fratello Silvio Ostaggi Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due giovani originarie la prima di Brembate, nella Bergamasca, la seconda di Besozzo, Varese, 21 e 20 anni, rapite il 31 luglio scorso ad Alabsmo, vicino ad Aleppo, sono arrivate nella notte a Roma. Il 31 dicembre scorso le ragazze erano apparse su Youtube, in un video girato almeno dieci giorni prima. Invocavano aiuto: «Supplichiamo il nostro governo e i loro mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise». Il pm di Roma Sergio Colaiocco, titolare dell’inchiesta, aveva confermato che la trattativa era entrata in una «fase delicata» in cui bisognava mantenere «riservatezza e prudenza». Nel pomeriggio di ieri, attorno alle 18, le voci della loro liberazione. La conferma è arrivata da account Twitter vicini alla resistenza anti-Assad. È scoppiata presto una polemica per un’indiscrezione diffusa dalla tv araba Al Aan, secondo la quale sarebbe stato pagato un riscatto di 12 milioni di dollari dal governo italiano. Per primo ha protestato Salvini: «Sarebbe una vergogna per l’Italia l’eventuale pagamento di un riscatto, anche di un solo euro, che permetterebbe ai terroristi islamici di uccidere ancora». Liberazione Lo scambio sarebbe avvenuto tra domenica e lunedì, dopo l’arrivo di un video che forniva la nuova prova in vita delle due ragazze rimaste prigioniere in Siria quasi sei mesi. Solo dopo questo filmato i sequestratori hanno ottenuto il pagamento di un riscatto. Saranno Greta Ramelli e Vanessa Marzullo a fornire ai magistrati i dettagli della lunga prigionia, compreso il numero delle case in cui sono state tenute. Attivare i primi contatti per il negoziato non è stato semplice, anche se si è avuta presto la certezza che a rapirle era stata una banda di criminali, sia pur islamici, e non i jihadisti dell’Isis. A metà settembre è arrivata la prima prova per dimostrare che le ragazze stavano bene. E da quel momento è partita la trattativa degli 007, coordinata da Farnesina e Palazzo Chigi. Secondo le notizie iniziali a organizzare il sequestro è il «Free Syrian Army», l’esercito di liberazione della Siria. Ma la gestione delle prigioniere avrebbe avuto fasi alterne, con svariati cambi di «covo» e nell’ultima fase ci sarebbe stata un’interferenza politica di «Jabat al-Nusra», gruppo della galassia di Al Qaeda che avrebbe preteso un riconoscimento del proprio ruolo da far valere soprattutto rispetto alle altre fazioni e contro l’Isis. A novembre si sparge la voce che una delle due ragazze ha problemi di salute, si parla di un’infezione e della necessità che le vengano dati farmaci non facilmente reperibili in una zona così segnata dalla guerra. Qualche giorno dopo arrivano invece buone notizie, un emissario assicura che Greta e Vanessa sono in una casa gestita esclusivamente da donne. A fine novembre c’è il momento più complicato. I rapitori cambiano infatti uno dei mediatori facendo sapere di non ritenerlo più «attendibile». Si cerca un canale alternativo e alla fine si riesce a riattivare il contatto, anche se in scena compare «Jabat al-Nusra» e la trattativa assume una connotazione più politica. La dimostrazione arriva quando si sollecita un’altra prova in vita di Greta e Vanessa e il 31 dicembre compare su YouTube il video che le mostra vestite di nero. Quel filmato serve a chiedere di più, ma pure a lanciare il segnale che la trattativa può ormai entrare nella fase finale. Anche perché contiene una serie di messaggi occulti che soltanto chi sta negoziando può comprendere. Il 7 gennaio i terroristi entrano in azione a Parigi, quattro giorni dopo arriva un nuovo video. Questa volta viaggia però su canali riservati. L’intenzione dei sequestratori sembra quella di alzare ulteriormente la posta, la replica dell’Italia è negativa (Sarzanini, Cds). Belgio In Belgio, a Bruxelles e in alcune cittadine del circondario, ci sono state sparatorie, posti di blocco e inseguimenti per fermare l’organizzazione di un attacco massiccio e coordinato del terrorismo islamico contro 7 Paesi europei più lo Yemen. Due terroristi appena tornati dalla Siria sono stati uccisi, uno arrestato, una decina di altre persone ferite. Fra le vittime, nessun civile e nessun agente della polizia o delle forze speciali antiterrorismo. Una serie di intercettazioni negli ultimi giorni ha consentito che il piano venisse sventato ma l’operazione sarebbe ancora in corso. A Verviers, cittadina francofona non lontano da Liegi, fin da lunedì una casa era sotto controllo: dentro vi erano tre uomini appena tornati dalla Siria, forse coloro che hanno fornito armi a Coulibaly. Ieri pomeriggio, i tre uomini sono stati stanati con dieci minuti di sparatoria. Alla stessa ora, tensione alle stelle anche nei quartieri musulmani di Bruxelles: a Moleenbek, Schaerbek, Anderlecht (dove sarà trovata una carica esplosiva dentro una pala meccanica). Controlli e perquisizioni ovunque, anche nella periferia fiamminga di Vilvoord si sente sparare. Tensione altissima a Bruxelles, nel rione ad alta densità di musulmani, a pochi passi dalla Commissione europea. Ed è allarme pieno anche ad Anversa, principale porto del Belgio e sede di un’antica e folta comunità ebraica. Offese «È aberrante uccidere in nome di Dio ma la libertà di espressione ha un limite. Se il dottor Gasbarri (l’organizzatore dei viaggi papali, nelle visite apostoliche compare sempre a fianco del Papa, ndr) che è un amico, dice una parolaccia contro mia mamma, si aspetta un pugno». «Non si può provocare. Non si può insultare la fede degli altri. Non si può prendere in giro la fede. Papa Benedetto, in un discorso, ha parlato di questa mentalità post-positivista che alla fine porta a credere che le religioni o le espressioni religiose siano una sorta di sottocultura: tollerate ma poca cosa, non sono nella cultura illuminata. E questa è una eredità dell’illuminismo» (papa Francesco rispondendo ai giornalisti sul volo UL111 che lo ha portato dallo Sri Lanka alle Filippine). Franco svizzero Ieri la Banca nazionale svizzera (Snb) ha tolto il tetto di 1,20 al cambio tra franco ed euro, messo nel 2011 in piena crisi dei debiti sovrani, per impedire alla divisa elvetica di rafforzarsi troppo, danneggiando la competitività dell’economia svizzera, e ha portato il tasso benchmark a -0,75% dal precedente -0,25%. Due mosse che hanno stupito i mercati e hanno fatto subito schizzare verso l’alto il franco, salito di oltre il 30% sull’euro, fino a 0,8544 dal precedente 1,2010. Però con il passare delle ore il cambio ha cominciato a recuperare stabilizzandosi intorno alla parità. Verso le 21.30, il cambio era a 1,01 (+16%) sull’euro, e 0,8704 sul dollaro (+14,56%), mentre la Borsa di Zurigo chiudeva a -8,67%, ma a un certo punto era arrivata a perdere il 12%, con beni di lusso e banche a picco. Evasione Dopo tre anni di negoziati Italia e Svizzera hanno raggiunto l’accordo sullo scambio di informazioni fiscali, sul regime di Campione d’Italia e le tasse dei lavoratori transfrontalieri. Nonostante la Svizzera sia ancora formalmente nella “lista nera”, chi ha redditi nascosti in Svizzera e aderirà alla «voluntary disclosure», autodenunciandosi al Fisco italiano, non subirà il raddoppio delle sanzioni e del periodo di accertamento, pagando le tasse dovute sugli ultimi cinque anni e non dieci. Visto che circa la metà dei capitali italiani nascosti all’estero pare sia proprio in Svizzera, la firma dell’accordo era considerata un passaggio essenziale per il successo dell’operazione. Il nuovo accordo con l’Italia sullo scambio di informazioni a richiesta, consentirà all’Agenzia delle Entrate di ottenere informazioni su singoli o gruppi di contribuenti dal momento della firma, metà febbraio, anche se l’accordo sarà ratificato più avanti (potrebbero volerci anche due anni). Dal 2017 la Confederazione, poi, aderirà allo schema Ocse sullo scambio di informazioni automatico, con il quale sarebbe possibile per le autorità fiscali ottenere notizie su tutti i redditi ancora accertabili dei loro contribuenti. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Norman Atlantic A distanza di tre settimane dal naufragio, gli investigatori hanno finalmente numeri più precisi su quanti siano i passeggeri del Norman Atlantic ancora dispersi: diciotto, 16 dei quali passeggeri veri e propri del traghetto e due clandestini siriani. L’aggiornamento della lista dei dispersi è stato possibile dopo che dalla Grecia è stata inviato a Bari un nuovo, più aggiornato e dettagliato elenco dei passeggeri del Norman Atlantic, partito dalla Grecia il 27 dicembre, il giorno prima del naufragio. I due clandestini sono stati inseriti nella lista dei dispersi dopo che dalla Siria sono arrivate segnalazioni dalle famiglie di due persone che si sarebbero imbarcate, appunto da clandestini, sulla nave. Il nuovo conteggio di 504 persone conferma una ipotesi fatta già poche ore dopo la fine delle drammatiche operazioni di salvataggio, e cioè che a bordo del Norman Atlantic ci fossero più delle 499 persone indicate in quelle ore: 478 passeggeri più altri 18 in overbooking e tre clandestini. Furono salvate 477 persone. Nove invece sono morte, secondo i primi esiti delle autopsie per ipotermia anche se su alcuni corpi ci sono ferite compatibili con morsi di squali. Fratelli Gabriele Muccino, nel programma Le invasioni barbariche, ha chiesto scusa al fratello Silvio, con cui non si parla da sette anni. Racconta: «A un certo punto ha smesso di parlarmi, senza un perché, senza una lite, non c’è mai stato nulla, è scomparso. Non ho un suo telefono, un’email, ha tagliato i ponti con chiunque io conosca, compresi i miei genitori». Nel giugno 2013 Gabriele Muccino, via social network, indicò Carla Vangelista (60 anni) come la colpevole della rottura. La donna ha scritto con Silvio Muccino due romanzi e i suoi tre film da regista. «Una scrittrice di discutibile talento che ha sequestrato e rovinato il talento e (opinione personale) la vita di un promettentissimo ragazzo e attore dall’altrettanto promettente futuro a cui ero (sono ancora) profondamente legato». La risposta di Silvio arrivò qualche giorno dopo in una lettera a mezzo stampa: «Gabriele conosce benissimo i motivi del mio allontanamento, e sa che riguardano gravi episodi vissuti nella mia infanzia all’interno del nucleo familiare. Episodi di cui non parlo per decoro e per non nuocere alla mia famiglia. Questa del plagio è una vecchia storia a casa Muccino, e ora si sta ripetendo». Quindi un anno di silenzio, rotto a novembre dal solito Gabriele Muccino. Lo spunto è il nuovo film del fratello, Le leggi del desiderio, che uscirà quest’anno: «Silvio Muccino fa un film su chi manipola le coscienze! E chi meglio di lui, manipolato da 10 anni, conosce il tema che racconta!». L’altra sera in tv le scuse: «Faccio un mea culpa pubblico, per cercare di riparare a un danno di impulsività. Vorrei mettere un punto a una questione che è diventata penosamente pubblica pur essendo dolorosamente privata». Nell’intervista ha anche voluto puntualizzare: «Forse Silvio si è messo in competizione con me quando ha deciso anche lui di fare il regista, questo ha creato un cortocircuito che non doveva crearsi» (Franco, Cds).