Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 16 Venerdì calendario

Milano Aver strappato cinque Regioni al centrodestra, da aprile 2013 a oggi, dà al Pd — già primo per truppe parlamentari — un ulteriore vantaggio nell’assemblea dei grandi elettori: il maggior numero, una trentina, di delegati regionali

Milano Aver strappato cinque Regioni al centrodestra, da aprile 2013 a oggi, dà al Pd — già primo per truppe parlamentari — un ulteriore vantaggio nell’assemblea dei grandi elettori: il maggior numero, una trentina, di delegati regionali. Non si conoscono ancora i nomi, sono gli ultimi tasselli da definire nell’emiciclo dei 1.009 che eleggerà il capo dello Stato. Quasi tutti i consigli regionali hanno fissato la data, a partire da lunedì, per scegliere chi andrà a Roma ad affiancare deputati e senatori. Sono 58, 3 per regione, tranne la Valle d’Aosta a cui ne spetta uno (sarà il presidente Augusto Rollandin). Generalmente vengono indicati il governatore, il presidente del Consiglio regionale e un esponente del primo partito di opposizione. Così potrebbero arrivare, se Emilia-Romagna, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia seguissero la prassi, 3 renziani come Bonaccini, Chiamparino e Serracchiani a dar man forte al premier (che non sarà a Montecitorio, come Grillo e Berlusconi). Non sono mancate, certo, le eccezioni in passato (Vendola non era nel trio pugliese, il delegato era comunque di Sel), mentre a questo giro è già polemica sul nome di Luca Zaia, con l’opposizione all’attacco del leghista. Anche per i delegati, nel centrodestra, a cui ne spettano 22, giocano le divisioni: sarà battaglia tra FI e Ncd nelle regioni dove resta una poltrona per due. In Lombardia, ad esempio, si litiga per il posto che nel 2013 fu del presidente dell’assemblea Raffaele Cattaneo, allora Pdl e ora Ncd, che gli azzurri non vorrebbero confermare. Anche in Veneto FI, secondo partito di maggioranza, chiede di non ripetere la scelta di Clodovaldo Ruffato, ora Ncd. Un copione che dove il centrodestra è minoranza, 16 regioni, è destinato a ripetersi. In Emilia potrebbe finire alla Lega, secondo partito, il delegato di opposizione: in pole Alan Fabbri. Renato Benedetto