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 2015  gennaio 16 Venerdì calendario

L’INAFFERRABILE TELESPETTATORE

Nel campo della tecnologia, il 2014 è stato un anno di grandi sorpassi e, fatalmente, di grandi cambiamenti nelle abitudini sociali. Cominciamo da un primo dato che ci riguarda. In Italia si vendono meno televisori; dopo la scorpacciata dovuta al passaggio al digitale terrestre, sono scemate le vendite: in quattro anni un crollo di 2,6 milioni di televisori su base annua. E tutto questo ha un corrispettivo in denaro: si passa dai 2,4 miliardi di spesa del 2011 all’1,6 per l’anno appena trascorso. Significa che la gente non guarda più la tv?
Nel terzo trimestre del 2014, per la prima volta, gli americani hanno passato più tempo davanti a tablet e smartphone che davanti al televisore. Gli americani spendono in media 168 minuti al giorno davanti al televisore e 177 su tablet e smartphone. In realtà, la tv tende a difendersi: la media di 168 minuti regge dal primo quadrimestre del 2012, ma nello stesso periodo il tempo passato sugli altri strumenti (device) è balzato da 109 agli attuali 177 minuti. Tanto per avere un punto di riferimento, in Italia il consumo medio giornaliero di tv ammonta a 4 ore e 20 minuti, esattamente la stessa cifra raggiunta nel 2013.
Significa che la gente sta più tempo davanti al computer o al tablet che al televisore? Non proprio. Significa che molta televisione si vede in modalità streaming e l’abitudine al consumo si è molto personalizzata: ogni membro di una famiglia decide di vedere il programma che più gli aggrada, magari seduto a letto con in mano un tablet.

società della conversazione. Ma il dato più significativo è ancora un altro. Un tempo le discussioni avvenivano fra persone fisiche, oggi invece moltissime persone preferiscono discutere con altre seguendo il flusso dei social media. Come ha scritto Marco Pratellesi, «stiamo assistendo a un passaggio dalla società della comunicazione, dove tutto il sistema produttivo industriale era in capo ad editori, ad una società della conversazione, che avviene su piattaforme esterne, come Twitter e Facebook, non controllate dalla filiera editoriale».
Un tempo, la discussione volava di bocca in bocca: nei salotti francesi di Madame du Deffand, fra persone elette, la discussione era una prova di smagliante intelligenza, all’epoca in cui il ridicolo poteva ancora uccidere una persona. Oggi tutti possono discutere di tutto, senza una particolare preparazione, senza preoccuparsi degli insulti.
Per molto tempo guardare la tv è stato come guardare un nuovo mondo, una scoperta di inestimabile valore. Lo scenario attuale di trasformazione e convergenza tecnologica comporta invece una mutazione nell’identità di chi guarda anche se l’immagine del nuovo utente appare ancora sfuggente perché il “nuovo” cerca di rendersi più accettabile assumendo alcune forme tipiche del “vecchio”.