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 2015  gennaio 16 Venerdì calendario

SVIZZERA SENZA PIÙ SEGRETI DAL 2017

Il segreto bancario in Svizzera ha i mesi contati, l’accordo sullo scambio di informazioni tra le amministrazioni fiscali della Confederazione elvetica e l’Italia è stato raggiunto e sarà firmato ufficialmente entro la metà di febbraio; di conseguenza sarà operativo dopo la ratifica dei rispettivi parlamenti. E visto che in Svizzera bisogna coinvolgere sia i rappresentanti confederali sia quelli cantonali, bisognerà attendere un anno e mezzo o due. Questo significa che dal 2017, l’Agenzia delle Entrate potrà avere accesso alle informazioni sulle attività finanziarie detenute in Svizzera dai contribuenti italiani, senza dover aspettare che qualche magistrato ipotizzi un reato e attivi delle rogatorie. Basterà una richiesta motivata e nessuna banca potrà più alzare il muro del segreto bancario. Sta dunque per suonare la campanella dell’ultimo giro per gli spalloni, anzi è già suonata, perché la Svizzera con questo accordo ha ottenuto di essere considerata fin da adesso fuori dalla black list almeno ai fini della voluntary disclosure. Chi ha capitali nella Confederazione e decide di regolarizzarli, non subirà infatti sanzioni più pesanti, né rischierà che gli vengano raddoppiati i tempi dell’accertamento, sarà, insomma, come se i soldi fossero depositati in un paese della white list. «Questa è proprio l’ultima occasione per chi ha capitali in Svizzera non dichiarati al fisco», ha detto illustrando l’accordo l’ex sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, che per tre anni ha lavorato all’intesa come capo della delegazione italiana. Ceriani, ricordando che la voluntary disclosure non è un condono, come i due precedenti scudi fiscali («non c’è anonimato e il contribuente paga tutte le tasse arretrate, oltre alle sanzioni, anche se quest’ultime saranno ridotte), ha sottolineato che il 2017 è veramente vicino e da quella data le autorità fiscali potrebbero fare accertamenti anche per gli anni precedenti. Inoltre nel 2017 la Svizzera dovrebbe aver chiuso l’accordo anche sullo scambio automatico delle informazioni fiscali, che sta trattando con la Commissione europea.
Tra Italia e Svizzera, comunque, prosegue il confronto su altri temi: la doppia imposizione sui redditi, il trattamento fiscale dei frontalieri e lo status di Campione d’Italia, enclave tricolore in terra elvetica. Tutti argomenti sui quali la cornice degli impegni sembra già chiara, più aperta, invece, è la questione dell’autorizzazione alle banche svizzere per promuovere i loro prodotti in Italia. Sull’argomento Ceriani ha preferito rimanere sul vago, ricordando che l’Italia si muove nel contesto europeo (la Germania che ha firmato un accordo con Berna, non l’ha però ancora ratificato) e che la titolarità in queste materie spetta più a Consob e Bankitalia che al governo.
Antonio Satta, MilanoFinanza 16/1/2015