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 2015  gennaio 15 Giovedì calendario

LA PBOC PREME SULL’ACCELERATORE

La Banca centrale cinese, ancora una volta, dà una grossa mano agli istituti di credito nazionali. L’istituto centrale ha infatti immesso 280 miliardi di yuan, circa 45 miliardi di dollari, nel sistema bancario del paese tramite l’estensione di prestiti a medio termine. Le fonti, che hanno rivelato la notizia al quotidiano cinese Shanghai Securities News, precisano che tra gli istituti che hanno beneficiato di questa mossa ci sono la China Citic Bank e Shanghai Pudong Development Bank. Il settore bancario del Paese leader delle economie emergenti periodicamente soffre di una mancanza di liquidità che rischia di far salire i tassi di interesse interbancari. Intanto, la decisione della People’s Bank of China ha avuto subito delle conseguenze sulle quotazioni dei titoli di Stato cinesi.
Il rendimento del bond triennale ha immediatamente registrato un calo di 3 punti base, al 3,52%. Oltre alle operazioni di prestito di medio termine della banca centrale, il ministero delle Finanze ha poi emesso titoli governativi a un anno a un rendimento del 3,14% contro il 3,23% atteso. La notizia ha dato una spinta al comparto finanziario in borsa. L’indice di Shanghai in ogni caso ha concluso la seduta di ieri cancellando i guadagni della mattinata, a causa dell’andamento fiacco di tutti i mercati asiatici. Tra i titoli peggiori soprattutto gli energetici, dati i corsi del prezzo del petrolio. Come detto, il settore bancario invece ha potuto beneficiare della decisione della banca centrale guidata da Zhou Xiaochuan. Bank of China, Bank of Communication e China Construction Bank hanno messo a segno rialzi superiori al 3%, mentre China Merchants Bank ha guadagnato quasi due punti percentuali.
Per gli analisti di Shenyin Wanguo Securities, però, la mossa non segnala ulteriori politiche di allentamento. «Dobbiamo prestare attenzione all’iniezione netta di liquidità», affermano. Questo tipo di strumento infatti, secondo gli analisti, è semplicemente un rinnovo delle operazioni arrivate a scadenza e mantiene la liquidità su livelli normali. Gli operatori di mercato comunque continuano a interrogarsi su quale sarà il comportamento della People’s Bank of China nel 2015. Le opinioni degli esperti rimangono divise sul comportamento della banca centrale e se questa andrà avanti con la sua politica di allentamenti mirati e accelererà sulla liberalizzazione dei tassi di interesse.
«Non penso ci sia bisogno di un allentamento per raggiungere l’obiettivo di rendere più vigorosa la domanda interna», afferma Dariusz Kowalczyk, economista di Crédit Agricole. Kowalczyk si aspetta però un taglio del coefficiente di riserva obbligatoria delle banche alla fine del primo trimestre e un altro nel secondo. L’economia cinese probabilmente crescerà del 7,2% nel quarto trimestre del 2014 e del 7,4% medio su tutto l’anno, stando alle stime di Crédit Agricole. Chang Chun Hua, economista di Nomura, si aspetta invece una politica monetaria decisamente più aggressiva, consistente in un taglio del coefficiente di riserva obbligatoria in tutti i trimestri del 2015, e un taglio del costo del denaro nel secondo trimestre.
Le ultime notizie sulla politica monetaria della banca centrale le ha fornite lo stesso istituto, con un comunicato apparso sul sito web. La People’s Bank of China ha detto che quest’anno avrebbe mantenuto una prudente politica monetaria, consentendo una costante crescita del credito. Non solo. Uno dei suoi obiettivi chiave per quest’anno è creare un programma di assicurazione dei depositi. La Cina ha infatti presentato una proposta in tal senso alla fine dello scorso anno, e tra le maggiori economie mondiali Pechino è una delle poche a non disporre ancora di uno strumento di questo tipo. L’istituto centrale ha anche sottolineato che andrà avanti con la riduzione dei costi di finanziamento delle imprese al fine di sostenere la crescita economica. Va sottolineato che la Cina ha registrato un tasso d’inflazione dell’1,5% su base annua, un ritmo ben inferiore al target della banca centrale.
Mariangela Pira, MilanoFinanza 15/1/2015