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 2015  gennaio 15 Giovedì calendario

NERO, DONNA, ARBITRO, ALTO PROFILO. ECCO IL FRANKENSTEIN PER IL COLLE

Grande concordia fra le forze politiche: il nuovo presidente della Repubblica deve essere super partes. Seguono qualificazioni altrettanto nobili. Deve essere di alto profilo, deve essere di indiscusso spessore, deve essere un punto di riferimento. Deve essere «più legato allo spirito della Costituzione, ai princìpi e all’assetto che i padri costituenti vollero scrivere nella Carta», dice Antonio Ingroia, presidente di Azione civile. Deve essere «difensore delle istituzioni e convinto europeista», dice Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc. Europeista? Certo, ma che sia «una figura distante dai circuiti europei di potere e che abbia come priorità assoluta la difesa dell’interesse nazionale», dice Giorgia Meloni di F.lli d’Italia. E non sia dunque, come Giorgio Napolitano, «un collaborazionista dell’Europa delle banche, sempre pronto a difendere i grandi interessi», dice Alessandro Di Battista dei cinque stelle. E che «goda di credibilità all’estero», dice Dorina Bianchi dell’Ncd. Ma allo stesso tempo sia, come Giorgio Napolitano, «un grande amico dell’Alto Adige Südtirol e dell’Austria e sia sempre attento e sensibile alle istanze delle autonomie speciali», dice Karl Zeller di Per le Autonomie. Si affianca - con enfasi più contenuta, almeno geograficamente - il presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher: «Abbia attenzione e rispetto per lo Statuto di Autonomia».
Il grande arbitro
E dunque chi? E dunque, dicono dal Partito democratico, il nome lo facciamo noi. Sarà «un grande arbitro», dice Matteo Renzi. E se il nome lo fanno loro, dice Maurizio Gasparri, «il meglio del Pd è Sergio Mattarella». «Non facciamo nomi», dice Renzi. Ma qualunque nome facciate deve essere uno capace di «fermare la persecuzione politica e giudiziaria nei confronti di Silvio Berlusconi», dice Daniela Santanchè. Però, per la procedura, si chiaro che «dobbiamo eleggere il Capo dello Stato che rappresenta tutti gli italiani, e la scelta non può coincidere con una sorta di primarie del Pd», dice il capo dell’Ncd, Angelino Alfano. «Bravo!», dice Nunzia De Girolamo. «Sia un italiano per gli italiani», dice Stefania Prestigiacomo di Forza Italia. «Che rafforzi l’immagine dell’Italia a partire dalla riduzione delle tasse» dice, sempre da Forza Italia, Domenico Scilipoti Isgrò (il doppio cognome è una recente conquista). Importante è la nerboruta indicazione di Renato Brunetta: «Basta con i presidenti della Repubblica che vengono dal Partito comunista». «Fosse per me», dice l’ex sindaco di Bari, Michele Emiliano, «il presidente non lo farei con FI ma con il M5S». Ottimo, e come lo vuole il M5S?
Che non firmi le «porcate»
«Me ne basterebbe uno che non firma qualsiasi cosa», dice Beppe Grillo. «Che non firmi leggi porcate», specifica Luigi Di Maio. «Ma tanto alcuni di loro (generico, ndr) vanno in Germania, negli Stati Uniti, vanno dai potenti e quando hanno il loro parere lo eleggono», aggiunge Grillo tirandosi fuori. A proposito: «Che sia una Merkel italiana!», dice ancora la Meloni. Anzi, proprio una donna, «sarebbe ora», dice il governatore leghista Bobo Maroni. E che donna? «Anna Finocchiaro è una abbastanza brava, anche se io ci metterei Ettore Albertoni», dice Umberto Bossi. «La Finocchiaro? Non ce la vedo proprio», dice Matteo Salvini, che preferisce «Angelo Panebianco e Piero Ostellino». Il segretario della Lega mette una condizione irrinunciabile: «Basta coi rottami di sinistra», categoria alla quale evidentemente non appartiene Piero Fassino, lanciato dal collega leghista di Verona, Flavio Tosi.
Nero, perché no?
Ci siamo: il ritratto è quasi completo. Che manca? «Lo vorrei nero», dice Cécile Kyenge. «Non lo vorrei eletto da parlamentari diventati tali grazie all’incostituzionale premio di maggioranza del Porcellum», dice Francesco Storace. «Lo vorrei all’altezza di Franco Marini e Romano Prodi», dice Pierluigi Bersani. E poi attenzione che c’è l’emergenza lavoro! «Sia autorevole sul lavoro», dice Anna Maria Furlan della Cisl. E attenzione che c’è l’emergenza terrorismo! «Ne serve uno per contrastare i pericoli del terrorismo che minacciano la nostra nazione», dice Giuseppe Esposito dell’Ncd. E attenzione che van fatte le riforme! «Dia una spinta verso una nuova stagione di riforme», dice Carlo Sangalli di Confcommercio.
Il dottor Frankenstein?