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 2014  ottobre 12 Domenica calendario

STOMAN E LO STUPORE DELLE IMMAGINI SACRE

Chantal Stoman è una giovane fotografa francese, arrivata a Roma nella primavera del 2013 e ha visto cose che i romani hanno sotto gli occhi da sempre, ma che ormai non percepiscono più. Nei pochi mesi di soggiorno a Villa Medici, dove era stata accolta dall’Accademia di Francia come pensionnaire, Stoman ha fotografato le immagini raccolte in città, diventate invisibili, per effetto dell’abitudine, a chi vi abita stabilmente. Le foto sono ora esposte nella mostra «L’Image Culte» aperta fino al 26 ottobre presso l’Istituto nazionale della grafica a Palazzo Poli (via Poli 54). Si tratta della prima esposizione italiana dell’artista, che vive e lavora a Parigi ma ha già realizzato due progetti in giro per il mondo. Il primo, «A Woman’s Obsession», prese forma in Giappone nel 2005. Stoman, che aveva iniziato la carriera nella fotografia di moda, rimase affascinata dall’attrazione particolare delle donne giapponesi per il lusso. Il progetto successivo risale al 2010. Si intitola «Lost Highway» e ruota attorno al tema dei cavalcavia che attraversano le grandi capitali del mondo. Ma che cos’è «L’Image Culte», che Stoman ha scoperto a Roma’ Semplicemente la gran quantità di immagini sacre che tappezzano i luoghi pubblici e privati della città. Questa carrellata di fotografie ce le fa improvvisante riscoprire, quasi con stupore. Si passa dall’icona bizantina appesa sulla gabbietta dei criceti, all’insegna di una Cappella dei Miracoli sulla saracinesca abbassata di un locale; dai santini accumulati nel cassetto di un comò, all’immaginetta sacra con rosario poggiata sul vetro del cruscotto di una vecchia automobile. Si intuisce che molte di queste immagini Stoman deve averle rubate alzandosi in punta di piedi fuori dalle finestre al piano terra e scattando verso gli interni. Dice di voler sottolineare, in una città dove la religione è stratificata, il passaggio dalle immagini di culto al culto dell’immagine: «un’iconografia artistica e simbolica che ancora oggi alimenta quotidianamente la fede dei romani».