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 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

NAPOLEONE NON È MAI ESISTITO

Qualche divertimento da mettere sotto l’albero di Natale. Ma, come si vedrà, anche qualche suggerimento per contrastare i cacciatori di "mysteri". L’ultima apparizione di un cacciatore di misteri si ha in questi mesi in televisione con una trasmissione che si intitola (cabalisticamente) "Adam Kadmon" e che è condotta da un presentatore mascherato. Non varrebbe la pena di parlarne perché di tali trasmissioni fa settimanalmente giustizia Crozza col suo Kazzenger, ma rendiamo omaggio ai Crozza del passato.
Possedevo da tempo una tarda traduzione italiana (1914) di un libello di tal G.B. Pérès intitolato "Napoleone non è mai esistito", ma proprio in questi giorni sono riuscito a scovarne la prima edizione, del 1835, che s’intitola "Grand erratum source d’un nombre infini d’errata". L’autore dimostra che Napoleone è soltanto un mito solare, e argomenta con dovizia di prove trovando analogie tra il sole, Apollo (e "Napoleo" significherebbe "veramente Apollo lo sterminatore"), nato anche lui su un’isola mediterranea, mentre la madre Letizia significherebbe l’aurora, e Letizia proverrebbe da Latona, madre di Apollo. Napoleone ha avuto tre sorelle che sono evidentemente le tre grazie, quattro fratelli, che simboleggiano le quattro stagioni, e due mogli (che sono la Luna e la Terra). I suoi dodici marescialli erano i segni zodiacali, e come il sole Napoleone ha dominato nel mezzogiorno ed è stato oscurato nel nord.
NAPOLEONE HA POSTO FINE al flagello della Rivoluzione e questo ricorda l’uccisione, da parte di Apollo, del mostro Pitone. Il sole si leva a Oriente e tramonta a Occidente, e Napoleone era venuto dall’Egitto per dominare la Francia ed è morto nei mari occidentali, dopo un regno di dodici anni, i quali non sono altro che le dodici ore del giorno. «È dunque dimostrato che il preteso eroe del nostro secolo non è che un personaggio allegorico, i cui attributi sono tutti tolti in prestito dal sole».
Anche Pérès sapeva di raccontare delle baggianate ma lo faceva per parodiare il libro di Dupuis, «L’ origine de tous les cultes» (1794), dove si sosteneva che religioni, favole, teogonie e misteri non erano altro che allegorie fisiche e astronomiche.
SEGUENDO PÉRÈS tale Aristarco Newlight ("Historic certainties", 1851 ), di cui non sono riuscito a trovare l’edizione originale, usava argomenti analoghi per polemizzare con la "Vita di Gesù" di David Strauss, e con la sua lettura critico-razionalista dei Vangeli. Ma, prima di Pérès, Richard Whateley aveva pubblicato "Historic doubts relative to Napoleon Buonaparte", e anche di questo ho trovato la prima edizione 1819. Whately era un teologo inglese, che fu anche arcivescovo di Dublino, e aveva scritto opere molto serie sia su argomenti religiosi che filosofici - e un suo libro di logica aveva influenzato Charles Sanders Peirce. Whately si era ingegnato a confutare i vari scrittori razionalisti (in particolare Hume) che negavano eventi pseudo-storici, come quelli delle Sacre Scritture, e i racconti di miracoli, per il fatto che non ne erano reperibili prove empiriche. Whately non contesta Hume e cosimili, ma ne porta le tesi alle ultime conseguenze, dimostrando che, a seguire quei principi, anche i resoconti delle imprese napoleoniche (che hanno anch’esse del miracoloso) non sono sempre di prima mano, non molti dei contemporanei di Napoleone lo avevano davvero visto, e gran parte di quanto si dice di lui erano racconti nati da altri racconti.
Queste "trouvailles" antiquarie di cui dico sono sfizi da collezionista perché, e per fortuna dei lettori, dei tre testi che ho citato esiste una edizione Sellerio, "L’imperatore inesistente", a cura di Salvatore Nigro (1989) - e questa (per 7 euro) potete mettere sotto l’albero di Natale. Ma insomma, mi divertiva riesumare questi Kazzenger ante-litteram. È vero che i miei tre autori non satirizzavano i cacciatori di misteri bensì dei pensatori che cercavano di eliminare i misteri; e quindi erano in fondo dei reazionari. Ma il metodo rimane istruttivo: portate all’estremo le tesi degli altri e una risata li seppellirà.