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 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

BELINELLI: «DA ZERO A CAMPIONE, LA MIA VITA È UN ROMANZO»

Un dicembre da oltre 12 punti di media per Marco Belinelli, che con i suoi San Antonio Spurs difende il titolo Nba conquistato a giugno. Cestisticamente parlando, l’esterno azzurro è stato certamente il personaggio dell’anno, e domani sera sarà in campo contro Oklahoma City: «Il Natale perfetto per me: giocare a basket e tempo per gli amici».
Belinelli, com’è in campo da campione Nba? La rispettano di più?
«Direi di sì, ma una volta che la stagione inizia non si guarda più in faccia nessuno».
Dal fondo della panchina di Golden State al titolo Nba. Ora scrivono libri su di lei ed è in arrivo il suo. Perché ha voluto scriverlo?
«Ci sto lavorando, racconterò il mio passato e quest’ultima indimenticabile stagione, dopo tutto quello che ho passato di positivo e negativo. Poi la vittoria nella gara del tiro da 3 e l’anello conquistato contro Miami, penso sia una bella cosa raccontare i sacrifici e le storie che sono dietro a tutto questo, dire che vale la pena resistere e crederci sempre».
Dove tiene il suo anello di campione Nba?
«A casa mia. Quando me l’hanno dato l’ho indossato subito: è un anello pesante, per com’è fatto e per ciò che rappresenta. Ho sempre sognato di vincerlo, e ora sogno di ripetermi».
Ha portato in Italia anche il famoso trofeo Larry O’Brien. Il momento più bello?
«Mi spiace di non averlo potuto portare a casa mia, a San Giovanni in Persiceto. Me lo hanno dato solo per tre giorni, quando mi trovavo a Milano e Torino per alcuni eventi».
Come vede l’Italia dal Texas?
«L’Italia vive un momento di crisi, la gente fa fatica a trovare un lavoro e anche lo sport sta attraversando difficoltà enormi. Detto questo, sono felice di essere italiano, amerò sempre il mio Paese ed è lì che vorrò tornare a fine carriera».
L’Italia le è stata molto vicina nel momento del suo trionfo...
«Ho avuto i complimenti da Petrucci e Malagò, ma anche e soprattutto dal presidente Napolitano e da Matteo Renzi, che avevo già conosciuto un paio d’anni fa: la sua telefonata mi ha fatto molto piacere, mi ha dimostrato grande entusiasmo».
Le critiche dei primi anni americani le ricorda?
«Sempre. Nessuno credeva in me, si diceva e scriveva solo che non sapevo difendere e che ero il peggior italiano della Nba. Queste cose mi hanno dato la forza di motivarmi. Zittire quelle persone è stata una cosa importante, che mi ha dato sicurezza e orgoglio. Ma voglio migliorare ancora».
Si è detto molto dell’arrivo di Messina agli Spurs, ma com’è lavorare con lui a San Antonio?
«Ettore è una grandissima persona, è colto e ovviamente un grande allenatore. Lo vedo felice di far parte di questa organizzazione, molto sorridente e carico. Sono contento di averlo al mio fianco, tutti qui lo hanno accolto benissimo: da Tim Duncan in giù sapevano perfettamente che si trattava di un grandissimo, e lui ha il rispetto di tutti».
A parte i suoi successi, qual è stato per lei il momento sportivo preferito in questo 2014?
«Sono andato a vedere i Mondiali di calcio in Brasile, ma purtroppo sono andati male».
Cosa chiede al 2015?
«Sarei veramente felice se potessimo ripeterci, voglio davvero riprovare a vincere il titolo. È giusto avere obiettivi grandi e motivazioni importanti».
L’anno prossimo è quello degli Europei: ci sarà?
«La mia disponibilità c’è, vorrei esserci. Avremo un girone difficile ma io penso positivo: ormai tutte le squadre hanno giocatori forti, starà a noi dimostrare quello che valiamo».