Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

IN SARDEGNA LA MONETA VIRTUALE SALVA STIPENDI E IMPRESE REALI

«All’inizio mi hanno guardato strano: “Che diavoleria è questa?”». Michele Pirroni lo sapeva, ai suoi dipendenti stava chiedendo uno slancio di fiducia. Convertire una parte del loro stipendio dai tradizionali euro in una moneta complementare, senza zecca né banca centrale, il Sardex. Non c’erano grandi alternative del resto. Già da un po’ la rivendita di materiali edili, cinque impiegati a Decimomannu, paesino in provincia di Cagliari, stava soffrendo la crisi del settore: «Ero sul punto di tagliare l’organico», racconta l’imprenditore 37enne. «Grazie ai sardex invece sono riuscito a non licenziare nessuno e pagare gli stipendi in modo regolare». I dipendenti, nel frattempo, hanno capito che quella valuta, creata nel 2009 da cinque ragazzi dell’isola, è ormai spendibile quanto le banconote siglate Mario Draghi: al ristorante, dal dentista o alla cassa del supermercato. E così il circuito, nato per incentivare il credito commerciale tra aziende, è diventato anche un salvagente per l’occupazione. Novità recente, come spiega il 34enne Carlo Mancosu, uno dei fondatori della startup: «Volevamo estendere la rete ai cittadini privati — spiega — e ci è sembrato logico cominciare dai lavoratori ». Commerciando beni e servizi in sardex le aziende ottengono un credito, risorsa assai scarsa di questi tempi. Lo possono spendere per forniture o investimenti, ma anche, ecco la novità, girare ai dipendenti. Al momento, delle 2mila e 500 imprese iscritte al network, sono in 300 a farlo, sempre con il consenso dei collaboratori. Più o meno un migliaio di persone che si vedono recapitare una fetta della retribuzione mensile, parte del trattamento di fine rapporto o alcuni benefit, come la mensa, in moneta complementare. Magari con un premio ulteriore rispetto alla somma in euro, come suggeriscono i consulenti di Sardex alle aziende, visto il vantaggio che questa forma di pagamento rappresenta per il bilancio. «Potrebbe perfino diventare un elemento della contrattazione di secondo livello», ipotizza Mancosu. I lavoratori, a loro volta, usano i crediti per comprare nei negozi che aderiscono al circuito. Dalla produzione al consumo: «Così la filiera si chiude», commenta Michele Pirroni che lo scorso agosto, nella sua Decimomannu, ha inaugurato il primo supermercato in sardex della regione, sette dipendenti pagati per un terzo in moneta complementare.