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 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

«I comunisti al governo li chiamerebbe ancora comunisti o socialdemocratici?». Berlusconi: «Socialdemocratici». Prima Comunicazione, luglio 1977, cioè 37 anni fa.

Grillo è un miserabile. Emanuele Macaluso. la Repubblica.

Ma è mai possibile che Malagò non sappia che in chiesa non si accavallano le gambe? Per di più davanti a un Papa? Anna Bronci. il Foglio.

Caro Babbo Natale, quest’anno vorrei un trenino elettrico, un orso di peluche e un nuovo premier. Jena. la Stampa.

È davvero curioso e un po’ deprimente il dibattito per stabilire se sia più eversiva la corruzione politica o la demagogia antipolitica. Come se non fossero le due facce di una stessa medaglia. L’una avanza grazie all’altra e la combinazione di entrambe porta alla rovina una nazione. Curzio Maltese. il venerdì.

Votare di notte come i ladri, con un presidente del senato senza un testo, con parti addirittura mancanti: è andata in onda l’ennesima pagliacciata di una repubblica in mano a golpisti e tangentari. Beppe Grillo, sul suo blog.

Italo Calvino sentiva il richiamo della terra nel suo incantamento acritico per la Cuba di Fidel Castro. Ma quando il regime cominciò a perseguitare lo scrittore Heberto Padilla, Calvino firmò un appello a suo favore e il regime castrista, per punizione, mise al bando tutti i libri di Calvino, a cominciare dal Visconte dimezzato. Pierluigi Battista. Corsera.

Per noi atleti cubani l’embargo ha comportato soprattutto la sofferenza di essere soli nelle nostre trasferte. Andare a competere all’estero come cani randagi. Gli altri atleti avevano figli, mariti, sorelle, famiglie al seguito. Per loro, le manifestazioni sportive erano un’avventura in comune. Noi non avevamo soldi per pagare i biglietti dei nostri cari, per poter condividere un viaggio, non c’erano le possibilità. Ogni medaglia è stata nostra, ma solitaria. Ana Fidelia Quirot, ex campionessa cubana degli 800 metri di atletica. la Repubblica.

Il piacere dell’erudizione è riservato ai perdenti: se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte. Dottor Colonna, personaggio del libro di Umberto Eco Numero zero. Bompiani.

Renzi ce l’ha o non ce l’ha un vero progetto per l’Italia? La stessa domanda va rivolta alle forze che a Renzi si oppongono. Alfredo Reichlin, dirigente comunista fin dai tempi di Togliatti, in Riprendiamoci la vita - Lettera ai nipoti. Editori internazionali uniti.

La corruzione non si combatte alzando la pena minima da quattro a sei anni. Bastano le attenuanti generiche e si torna a quattro anni, soglia fatata che assicura l’impunità poiché non si va in prigione; e un aumento di pochi mesi dei termini di prescrizione non è sufficiente a impedire che i processi per corruzione si prescrivano tutti, come accade dai tempi di Mani pulite, quando ancora Berlusconi non li aveva accorciati. Bruno Tinti, procuratore. il Fatto.

La tecnologia oggi distrugge posti di lavoro. La notizia è vecchia di quasi duecento anni. La novità è che mentre le macchine della prima rivoluzione industriale sostituivano il lavoro manuale, quelle della rivoluzione attuale rimpiazzano anche il lavoro intellettuale. Ieri ci liberavamo dei mestieri che non volevamo più fare, oggi di quelli che volentieri faremmo. E l’avvicendamento avviene a un ritmo insostenibile. Erik Brynjolfsson, The second machine age. W.W. Norton & Company.

Le armi oggi ce le hanno quelli che non dovrebbero averle e non ce le hanno quelli che ne avrebbero bisogno. Clint Eastwood, attore e regista. il venerdì.

I tedeschi non hanno mai rimosso nulla, perché quel delitto era un caposaldo del loro sistema normativo; non a caso, da loro il male era esercitato come un full time job. Per loro l’antisemitismo non era un mezzo ma un fine. Günther Anders, Dopo Holocaust. Bollati Boringhieri.

In Italia ci sono corsi molto seri, colleghe aperte, fin dai primi giorni. Lo so che sembra strano, visto che siamo abituati a sostenere il contrario, ma in Italia funziona anche l’università: sono stata assunta nel 2008 dopo una trafila molto professionale. Durante questi anni non ho mai visto concorsi truccati e scorciatoie del genere. I problemi iniziano quando, a fine mese, si butta l’occhio sulla busta paga. Ecco, in quel momento la nostalgia per la Germania si fa sentire. È frustrante: al di là delle Alpi un professore di trent’anni guadagna almeno 2.000-2.300 euro al mese. Qui bisogna faticare per arrivare alla metà. Elisabeth Eberl ha trentotto anni, è nata in Baviera, ma vive in Italia dal 2002 dove insegna tedesco. la Stampa.

Nel ventesimo secolo, sia pure brevemente, la schiavitù è ricomparsa in Europa: nelle fabbriche tedesche del tempo di guerra, nelle miniere e nelle foreste della Siberia. Soltanto qualche decennio più tardi si producevano in Occidente le più belle cucine e i più bei bagni della storia: una cultura del bello e del comodo su vasta scala, quale il mondo non aveva mai veduto prima. Saul Bellow, I conti tornano. Mondadori, 1995.

Iniziai a fare politica nel Pci. Ma non durò a lungo. C’era un fanatismo ideologico che non riuscivo ad accettare. Cossutta era segretario del partito a Milano. Già allora sembrava un fossile. «Che ci faccio io qui?» mi dissi e nel 1954, molto prima dei fatti di Ungheria, restituii la tessera. Devo dire che ebbi anche la fortuna di incrociare un personaggio per me fondamentale: Giulio Trasanna. Un tipo che sembrava uscito da un libro di Osvaldo Soriano. Era stato pugile. Campione del Friuli. Un giorno si imbatté in un testo di Nietzsche, era Al di là del bene e del male. Si immerse nella lettura al punto che dimenticò l’incontro di boxe. Abbandonò il pugilato per la letteratura e la poesia. Da lui ho appreso tutto: l’amore per le stelle. L’onestà. La passione per i libri. Morì di cancro nel 1962. Avevo da poco iniziato il mio lavoro alla Mondadori. Franco Loi, poeta. la Repubblica (Antonio Gnoli).

Stava per partire il nuovo cantiere per la costruzione di un «villaggio socialista». Solo che quel villaggio era nuda steppa sepolta sotto montagne di neve, e prima di iniziare i lavori, dovevano scavare buche, mettere i pali e stendere, contro loro stessi, il filo spinato per impedire le fughe. Poi, costruire. Aleksandr Solzenicyn, Una giornata di Ivan Denisovic. Garzanti, 1963.

Se non fosse per gli italiani amerei l’Italia alla follia. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 24/12/2014