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 2014  dicembre 19 Venerdì calendario

DAI POLLI ALLEVATI A MODENA AL PARMIGIANO DOP. TUTTA L’ITALIA È NEL BIG MAC

“Think global, act local”: sull’assioma cardine della cosiddetta “glocalizzazione”, McDonald’s ha costruito i principi guida fondamentali della sua politica commerciale. Nell’ottica di adeguare i processi di globalizzazione alle realtà locali, la più importante catena di ristoranti fast food nel mondo ha infatti da tempo deciso di intraprendere linee di sviluppo che tengano conto delle particolarità socio-culturali degli ambiti in cui opera, salvaguardando la naturale vocazione fortemente internazionale del marchio, ma nel contempo investendo sulle peculiari identità originarie; prerogativa che, nel caso del nostro Paese, significa fondamentalmente aprire in modo considerevole il proprio assetto alla ricca tradizione rappresentata dal patrimonio gastronomico italiano.

Eccellenze riconosciute. Nella nostra penisola la “M” è comparsa per la prima volta nel 1985 a Bolzano e l’anno successivo in Piazza di Spagna a Roma è stato inaugurato il primo ristorante di proprietà di McDonald’s Italia, che nel 1996 ha acquisito anche la catena Burghy; oggi le insegne hanno superato la soglia del mezzo migliaio (lo scorso 10 dicembre è stato infatti aperto a Dalmine il n. 500), 18.000 sono le persone impiegate (500 nuovi assunti solo in questo mese) e 700.000 i clienti quotidiani, mentre l’80% delle strutture è gestito in franchising da oltre 120 imprenditori locali e l’80% dei prodotti e dei servizi provengono da aziende con stabilimenti in Italia.
Qualche numero in più può aiutare a capire meglio quale sia la forza d’impatto del brand sul nostro mercato: ogni anno sono oltre 10.000 le tonnellate di carne bovina consumate e quasi 30.000 quelle di frutta e verdura, 200 milioni i panini venduti, quasi 8 milioni le insalate, 2 milioni le confezioni di frutta fresca, a cui vanno aggiunti 10 milioni di litri d’acqua e ancora 10 milioni tra caffè e cappuccini. Sono infatti italiani i principali fornitori delle materie prime: interamente tricolore è la fornitura della carne bovina, così come lo sono le 9.500 tonnellate annue di pollo e le 15.000 tonnellate di pane, ma anche frutta, verdura, birra, prosciutto cotto, olio e aceto.
Dal 2008, anno in cui hanno preso avvio le politiche di promozione e valorizzazione di prodotti italiani, fra le ricette proposte da McDonald’s nel nostro Paese rientrano anche ingredienti la cui fama d’eccellenza è riconosciuta dalle certificazioni di Denominazione di Origine Protetta (DOP) e di Indicazione Geografica Protetta (IGP): mele e bresaola della Valtellina IGP, speck Alto Adige IGP, pancetta della Val Venosta e salame di Calabria, asiago e parmigiano reggiano DOP, provolone Valpadana DOP e caciotta di Morolo, aceto balsamico di Modena IGP e focaccia ligure, kiwi di Latina e arance rosse di Sicilia IGP. Ma non solo; alcuni di questi prodotti rientrano nelle “ricette da esportazione” con cui McDonald’s rifornisce (a decine di tonnellate) i propri fast food in giro per l’Europa, tra Francia, Germania Portogallo e Svizzera.
E così, a fianco dei piatti forti sempre “a catalogo” (come le icone BigMac, Cheeseburger, McChicken e così via), nei menu tricolori le proposte di ingredienti e ricette stagionali si alternano e si susseguono durante tutto l’arco dell’anno, restando in vendita un numero predefinito di settimane, per garantire varietà e assortimento all’offerta. È questo il caso della quinta edizione dell’iniziativa McItaly, che porta nei ristoranti italiani panini “speciali” dedicati alle eccellenze della carne italiana certificata; dopo il successo dell’anno scorso (con oltre 2 milioni di hamburger venduti in poche settimane), nei menu di queste settimane arrivano “McItaly Chianina” e “McItaly Marchigiana”, realizzati con hamburger rispettivamente di carne 100% Chianina e carne 100% Marchigiana da Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, sostenendo peraltro gli allevatori locali con l’acquisto di forniture rilevanti (stimate in oltre 600 capi complessivi).
Lungo il cammino di valorizzazione dei prodotti tipici della cultura agroalimentare italiana, a partire dal 2012 McDonald’s ha anche aderito allo Standard Qualivita, impegnandosi a sottoporsi a periodiche verifiche sui temi della qualità per quanto riguarda la tracciabilità della filiera alimentare, impegno in materia di impiego di specialità italiane, caratteristiche degli ingredienti, elenco dei fornitori di prodotti e di servizi, azioni in materia di igiene e sicurezza nei ristoranti, comunicazione e pubblicità

Nella terra dell’espresso. Dulcis... in fundo, un discorso a parte merita McCafé, un concept inaugurato nel 2005 e allestito esclusivamente all’interno di quasi la metà dei ristoranti McDonald’s; il tricolore sventola infatti anche qui, tra caffè, latte e bevande di caffetteria (serviti rigorosamente in tazzine di ceramica), brioche, dolcetti, torte, gelati, succhi di frutta e le immancabili arance di Sicilia. Una sfida che McDonald’s sembra vincere nella terra dell’“espresso”, stando almeno ai dati del periodo gennaio-novembre 2014 che rilevano, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una crescita sia nelle vendite (oltre +30%) sia nel numero di clienti, che entro la fine dell’anno dovrebbero raggiungere i 15 milioni. Come dire, i miracoli della glocalizzazione.