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 2014  dicembre 17 Mercoledì calendario

IL GENE DELLA FELICITÀ

Vi siete chiesti se ci fosse un modo per imparare a essere (più) felici? Anche in questo caso rassegnatevi a essere gli ultimi di una lunga lista di persone che si sono fatte la stessa domanda.
Nel caso non conosciate le riflessioni filosofiche sull’argomento, così come le scoperte mediche, e, nel caso probabile, che non abbiate ancora trovato una risposta al secondo interrogativo, sappiate che il filosofo francese Frédéric Lenoir ha fatto gran parte del lavoro per voi in un libro uscito di recente in Italia: La felicità. Non solo la risposta è: «Sì, è possibile essere più felici». Lenoir vi spiega anche come fare.

Il destino non c’entra
Cominciamo da un dato: circa il 50 per cento dell’attitudine alla felicità dipenderebbe dai geni, il 10 per cento dalle condizioni esterne, il 40 per cento dai nostri sforzi personali.
Molto, quindi, dipende da noi. Persino più di quel 40 per cento, «perché», spiega Lenoir, «gli scienziati hanno scoperto che i geni cambiano durante la vita, e che a modificarli è il modo in cui pensiamo e ci comportiamo».
È il caso di un gene (5-HTTLPR) che influisce sulla serotonina, un neurotrasmettitore che induce l’ottimismo, la gioia di vivere. Se è corto, può non funzionare a dovere. «Ma uno studio ha dimostrato che nel corso della vita può allungarsi».

I soldi non contano
Altre due notizie buone (e una cattiva): invecchiando tendiamo a diventare più felici, anche se a fasi alterne (l’indice di soddisfazione globale della vita migliora dai cinquant’anni fin verso i settant’anni). Inoltre, è dimostrato statisticamente, scrive Lenoir, che i soldi e il benessere materiale non danno la felicità.
Purtroppo è altrettanto vero che le disparità sociali non aiutano, perché tendiamo a desiderare ciò che non abbiamo. Soprattutto durante le feste, come il Natale. «La società ci manda un segnale: in questo periodo dobbiamo essere felici. Questo fa sì che chi non sta attraversando un momento positivo, chi è solo o ha problemi di vario tipo, si senta ancora più triste. Ma la felicità non può essere un obbligo, semmai è il risultato di un lungo percorso interiore».

Pensare positivo
Ed ecco, allora, i consigli per mettersi in cammino sulla strada giusta: 1) Conoscersi (altrimenti come fai a perseguire ciò che ti farà stare bene?). 2) Non porsi obiettivi inarrivabili. 3) Non cercare di cambiare il mondo, semmai la tua percezione della realtà (come dire: se il bicchiere è mezzo vuoto, invece di lottare per riempirlo, impara a vederlo mezzo pieno). 4) Concentrarsi sul presente senza rimuginare troppo sul passato o sul futuro. 5) Essere altruisti. 6) Sforzarsi di ricordare i momenti positivi. «Gli individui sono portati a memorizzare più facilmente le sensazioni sgradevoli e i pericoli perché è un meccanismo di sopravvivenza. Eppure dobbiamo cercare di fissare nella nostra mente i ricordi belli. Per evitare, come scriveva Jacques Prévert, di “riconoscere la felicità dal rumore che faceva allontanandosi”».