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 2014  dicembre 19 Venerdì calendario

TASSI NEGATIVI ANCHE IN SVIZZERA

La Banca nazionale svizzera (Bns) ha portato ieri i tassi sui depositi in negativo, a -0,25%, con l’obiettivo di portare sotto zero i tassi interbancari e contrastare l’apprezzamento del franco. La mossa è una risposta alla recente volatilità sui mercati finanziari, che si è manifestata in ambito valutario (soprattutto sul rublo) ed energetico (petrolio). Quando aumentano i rischi in alcune aree, gli investitori si spostano verso asset più sicuri, come il franco svizzero. L’effetto finale, non desiderato dalla banca centrale, è l’apprezzamento della valuta elvetica, che penalizza gli esportatori e ha impatto deflazionistico sull’economia della Confederazione. La Bns pochi giorni fa ha abbassato le stime sull’inflazione, che sarà negativa nel 2015 e rimarrà sotto l’obiettivo del 2% per i prossimi tre anni. Un problema molto simile a quello della Bce, che già a giugno aveva portato i tassi sui depositi degli istituti di credito presso la banca centrale sotto lo zero (-0,20%). Francoforte ha così voluto incentivare le banche a prestare il denaro all’economia reale invece che tenerlo nei depositi della Bce. Anche in Danimarca i tassi sui depositi sono negativi. «La Bns ribadisce l’impegno a un tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per euro e continuerà a rafforzarlo con la massima determinazione», ha spiegato la banca centrale. «Negli ultimi giorni alcuni fattori hanno causato un’accresciuta domanda di investimenti sicuri. L’introduzione di tassi di interesse negativi rende meno conveniente fare investimenti in franchi svizzeri, e in questo modo sostiene il tasso di cambio minimo». La Snb si è detta inoltre «pronta ad acquistare valuta estera in quantità illimitata e a prendere ulteriori misure se necessario». La banca centrale svizzera ha fatto così il suo «whatever it takes» in materia di tassi di cambio (un obiettivo che la Bce invece non ha in modo diretto, ma solo per le conseguenze che produce sull’inflazione).
I tassi negativi della Bns (validi per depositi superiori a certe soglie) entreranno in vigore il 22 gennaio, lo stesso giorno del Consiglio direttivo della Bce che probabilmente lancerà un quantitative easing che include i titoli di Stato. La Bns ha negato un legame con la riunione di Francoforte e ha motivato la data con il preavviso necessario alle banche. Ma per gli analisti di Barclays non è una semplice coincidenza: il Qe della Bce può rendere più difficile raggiungere l’obiettivo di cambio a 1,20.
La decisione della Snb ha comunque sorpreso gli analisti per i tempi. L’istituto guidato da Thomas Jordan ha reagito più rapidamente del previsto al «flight to quality». Le misure hanno subito influenzato i mercati. Ieri il franco è sceso ai minimi da ottobre sull’euro, portandosi verso 1,21 (per poi chiudere a 1,204). Secondo molti analisti questo livello sarà mantenuto nel corso del 2015. Il franco potrebbe invece deprezzarsi nei confronti del dollaro, dato che la Fed è impegnata in politiche monetarie che vanno in opposta direzione, con un aumento dei tassi atteso da molti a metà 2015. Ma l’azione della Bce al contrario potrebbe obbligare la Bns a nuovi interventi sui tassi e ad acquisti di valuta estera sul mercato. Ieri anche la borsa di Zurigo ha reagito positivamente, con un rialzo del 2,7%.
Anche i tassi interbancari saranno influenzati dalla manovra della Bns. Il target range fissato per il Libor a tre mesi passa da 0/0,25% a -0,75%/0,25%. «La decisione della banca centrale è stata dettata anche dalla necessità di ridurre le pressioni rialziste sul franco, derivanti dalle incertezze e dalle tensioni internazionali, in particolare, negli ultimi giorni, dall’esplosione della crisi russa», hanno commentato gli analisti di Intesa Sanpaolo. Per gli economisti di Ing la manovra di ieri «rafforzerà il floor a 1,20 del cambio euro/franco» anche se ora «le munizioni a disposizione dell’Snb si sono ridotte notevolmente». Secondo Capital Economics la Bns «dovrà presto dare seguito al taglio dei tassi con ulteriori interventi sul mercato valutario se vuole continuare a difendere il tetto del franco».
Francesco Ninfole, MilanoFinanza 19/12/2014