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 2014  dicembre 18 Giovedì calendario

È STATO INVENTATO ANCHE IL CONTATORE DI PICCIONI

Totòtruffa ’62 è film stracitato per la scena della vendita, da parte di Totò con la spalla Nino Taranto, della Fontana di Trevi all’italoamericano Decio Cavallo.
Il finale, meno celebre ma sempre apprezzato dai cinefili, raffigura Pietro De Vico, unico truffato non ripescato dalla coppia Totò-Nino Taranto, che svolge coscienziosamente il proprio lavoro di contatore di piccioni in piazza S.
Marco a Venezia (impresa certosina, va da sé).
Passiamo dalla fantasia sul grande schermo alla realtà amministrativa. Il comune di Piacenza vara un censimento dei volatili presenti in città.
Lo studio, si apprende, sarà affidato all’Università degli studi di Milano, dipartimento di Bioscienze, in base a una convenzione triennale, dell’importo di 10mila euro l’anno.
Totale: 30mila euro. In ragione dei dati raccolti sui piccioni presenti in città, si prenderanno in esame, ha spiegato l’assessore competente, le possibili soluzioni per contenere la popolazione aviaria: chiudere i siti di nidificazione, approvare ordinanze per impedire che sia dato da mangiare, catturarli e, in caso estremo, procedere all’abbattimento.
La competenza era in precedenza in capo all’amministrazione provinciale; adesso provvedono i comuni (ammesso che, oltre al capoluogo, altri ve ne siano che procedono a contare i volatili).
Ovviamente tutto è in regola con le disposizioni superiori, in questo caso regionali, emanate a tutela dei piccioni con palese sprezzo per gli effetti negativi provocati dai volatili sia sull’uomo (con trasmissione di malattie) sia sulle case (con erosione d’intonaci, pietre e monumenti). E probabilmente bisognerà perfino consolarsi, pensando che si provvede a far contare i piccioni da un istituto universitario anziché assumere un nucleo di contatori di piccioni, con relativo capo contatore.
Si tratta di una forma (l’ennesima) di lavoro buroindotto, che non ha altra giustificazione se non spremere l’erario per iniziative superflue e perfino grottesche, che tuttavia richiedono prestazioni d’opera.
Lasciamo ai tecnici dell’istituto milanese l’individuazione delle tecniche per contare i pennuti: senz’altro avranno studiato metodi scientificamente inappuntabili.
A noi, chissà perché, viene in mente il buon contatore di Totòtruffa il quale, pazientemente, arrivato a un milione e quattrocentocinque nell’enumerazione, vedendo scappargli i piccioni ricomincia da capo la conta: uno, due, tre_
Marco Bertoncini, ItaliaOggi 18/12/2014