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 2014  novembre 05 Mercoledì calendario

QUANDO JACKIE BOCCIO’ MADONNA

Christopher Andersen è il biografo di Lady Diana, Jackie Kennedy e dintorni. Ha appena pubblicato con clamore mediatico The Good Son, il bravo figlio, dedicato a John John e al suo rapporto con la madre. Dove sembra scoprirsi che ebbe una relazione con Madonna e la lasciò perché non accettata da Jackie. In realtà la storia era nota e documentata. Le cose andarono, quasi esattamente, così.

PAUSA PUBBLICITARIA
«Questa storia contiene un errore 
e della passione, un amore deluso 
e una questione di ordine religioso 
che qui rimarrà irrisolta», 
Amos Oz, Giuda (Feltrinelli)

Era il 3 maggio 1988. In Vaticano continuava il pontificato di Papa Wojtyla. Alla Casa Bianca volgeva al termine l’era di Ronald Reagan. A Broadway debuttava Madonna. La commedia si intitolava Speed-the-Plow, portava la firma di David Mamet.
«Lei aveva voluto la parte come un’indemoniata», ricorda l’autore.
Lei voleva molte cose e le otteneva tutte. Aveva voluto Sean Penn e l’aveva sposato (benché al primo rapporto, travolto, non fosse riuscito a togliersi gli stivaletti). Aveva voluto lanciarsi con lui nel cinema (ma il prodotto, Shanghai Surprise, era stato un fiasco). Ora voleva il teatro. Come dirle di no? Nessuno riusciva a dire no a Madonna. Con un’eccezione. Che proprio quella sera avrebbe chiuso il sipario a ogni possibilità.
Madonna era in camerino a ripassare la parte e allontanare l’ansia della prima. L’assistente le versava acqua e la informava sugli arrivi in platea.
Disse: «Ci sono John McEnroe e Tatum O’Neal. C’è Brooke Shields. C’è anche Jennifer Beals. E ci sono suo padre e suo fratello Christopher. Poi... – si lasciò scappare un sorriso sognante – c’è John John».
Madonna sorrise di rimando.

Si erano conosciuti a dicembre, in palestra, un club chiamato Body Beautiful dove le cyclette si erano bloccate vedendoli chiacchierare e qualcuno era corso nello spogliatoio per avvertire il New York Post. Una settimana più tardi lui come regalo di Natale le dava le chiavi di casa e lei contraccambiava facendosi trovare sul divano avvolta nel domopak, annunciando: «La cena è servita, caro».
Poi avevano fatto insieme jogging a Central Park, seguiti dalle 4 guardie del corpo di lei, stupita che lui, benché un Kennedy, non ne avesse alcuna. Avevano riarrangiato il suo guardaroba facendo scomparire i blazer e apparire giubbotti di pelle e jeans con gli strappi al posto giusto. Lui l’aveva cosparsa di panna montata. Lei aveva confidato a un’amica: «Ha un corpo da dio». Ma a un’altra: «Però non sa bene che farne al momento giusto, mi capisci?». Tuttavia era un Kennedy. Poteva portarla a Hyannis Port, farla entrare nel clan.
«Hey, lo sapevi che mia madre è morta lo stesso anno di Dallas? In ospedale, poche ore prima di morire, ha chiesto un hamburger».
Lui rise. Poi pensò a sua madre. Difficilmente Jackie avrebbe chiesto un hamburger sul letto di morte. Difficilmente avrebbe chiesto un hamburger. Difficilmente avrebbe chiesto qualsiasi cosa. Tutto le era dato. Jackie era seduta in terza fila. Il biglietto gliel’aveva procurato John John. Le aveva detto: «Prima vedila recitare, poi decidi».
Come non l’avesse già fatto.
Della relazione di suo figlio aveva saputo dai tabloid, comprati all’edicola nell’atrio del palazzo dove si trovava la sua casa editrice.
«Lo fa apposta», aveva pensato scuotendo la testa.
John John tirava Madonna contro Jackie. C’erano almeno tre insormontabili ragioni per cui non l’avrebbe accettata mai:
1. Era una Ciccone sbucata da Pacentro, in Abruzzo.
2. La stampa insisteva nel paragone tra lei e Marilyn, un fantasma cacciato dalla mente di Jackie.
3. Non ultimo, Madonna era ancora la signora Penn. Lui era in Asia a girare un film, ma sarebbe tornato.

«A quello gliele posso suonare bendato e con una mano legata dietro la schiena», aveva obiettato John John.
La madre era inorridita: «Ci manca solo che ti veda trascinato via in manette per aver picchiato quel teppista!».
Poi aveva aggiunto: «John, con tutte le ragazze intelligenti che ci sono al mondo, ti dovevi mettere con una che si autodefinisce material girl?».
Per una volta, forse la prima, probabilmente l’ultima, lui non si era trattenuto: «Mamma, se c’è qualcuno che ha sempre dato peso alle cose materiali, sei tu!».
Jackie si era alzata e se n’era andata. Capitolo chiuso. Con una postilla: quella sera a teatro.
«Sono stata cattiva, so che cosa significa essere cattiva. Ora voglio essere buona», fu una delle prime battute di Karen, il personaggio interpretato da Madonna.
Lei era calma e sicura. L’assistente non le aveva detto che Jackie era tra il pubblico: «Se lo sa», l’aveva ammonita John John, «non entra in scena».
La commedia era una satira di Hollywood. Il pubblico sembrava gradire. I critici prendevano appunti. Quello del New York Times era ben disposto: «Deve solo rilassarsi di più, controllare meglio la voce, e ci siamo». Quello del Daily News invece preparava il titolone: «No, non sa recitare!». Altri scesero nei particolari scrivendo che «sembrava guidata da un telecomando posizionato in una città lontana» o che «con i soldi dei dischi poteva almeno pagarsi una scuola di recitazione».
Alla fine ci furono solo applausi. Jackie mosse appena i guanti.
Madonna tornò in camerino eccitata. Urlò: «È stato come fare sesso!».
L’assistente le versò da bere e le disse piano: «C’era anche la madre di John John, l’ho vista applaudire».
Madonna posò il bicchiere e andò sotto la doccia. Riemerse e indossò una camicia bianca, abbottonandola completamente sotto un tailleur pantalone grigio a righe di Armani. Tirò i capelli all’indietro e li annodò in una coda di cavallo. Fondotinta chiaro, rossetto squillante. Tre amici entrarono nel camerino, uno si mise a preparare i martini per tutti.
«Che cosa stiamo aspettando?», chiese mentre li versava.
Madonna non rispose. Guardò l’orologio e continuò ad attendere.

Nessuno a New York era più famoso di lei. I paparazzi l’aspettavano sotto casa. I tabloid avevano mandato gli elicotteri alle sue nozze.
Aspettò, sarebbe venuta. Si sarebbe congratulata. Magari l’avrebbe abbracciata.
Un altro martini, grazie. Starà cercando un mazzo di fiori da portarmi.
Un altro ancora.
Questo è l’ultimo.
«Andiamo?».
Era passata un’ora.
Madonna si tolse il completo grigio, sbottonò la camicia, sciolse i capelli e chinò la testa. Jackie non era venuta. Le aveva detto no, non sarebbe mai stata una Kennedy acquisita, come lei. E John John da solo, senza il cognome, era solo un altro ragazzo con un inutile corpo da dio.
Si lasciarono poco dopo.
Al funerale di lui Madonna spedì una corona di fiori con la scritta: «Partecipo sentitamente».
Al funerale di Jackie, nulla.