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 2014  novembre 06 Giovedì calendario

SI PARLA DI MATRIMONI ANNULLATI DALLA CHIESA E TORNANO ALLA MEMORIA LE NOZZE SIMULATE DI VITTORIO GASSMAN, I DODICI ANNI DI ATTESA DI CAROLINA DI MONACO, IL VINCOLO SCIOLTA TRA GUGLIELMO MARCONI E BEA O’BRIEN


Si parla di matrimoni annullati dalla Chiesa e ci si ritrova fra principi, principesse, attori, politici di rango. Bella gente, che può spendere, evita polverosi tribunali statali per il divorzio e può tornare all’altare come fosse la prima volta. Luogo comune, in parte, poiché gli annullamenti definitivi sono poco più di duecento l’anno e dentro ci stanno anche persone normali, ma di sicuro la Sacra Rota, il tribunale vaticano di terzo grado, dove i matrimoni celebrati in chiesa si dichiarano mai esistiti, non gode di gran fama ed è a questo che deve aver pensato il Papa nel chiedere gratuità, rigore.
I nomi illustri tornati celibi o nubili e pronti a una nuova unione sono tanti. Manca Enrico VIII, che anche in seguito al rifiuto di cancellazione delle nozze con Caterina d’Aragona s’avviò a fondare la Chiesa Anglicana. Ci sono Guglielmo Marconi e la principessa Irene d’Orange d’Olanda e il principe Sforza Ruspoli, Amedeo d’Aosta e Carla d’Orleans, Carolina di Monaco, che ha impiegato dodici anni per cancellare l’unione con Philippe Junot.
La Rota (dal recinto dove si disponevano gli «uditori» per sentenziare), da trent’anni non è più Sacra, ma solo Romana e sarebbe una sorta di Cassazione dei Tribunali ecclesiastici, uno per diocesi, salvo che i casi particolari, proprio quelli legati a lignaggio e notorietà, arrivano diretti al grado finale.
Fu annullato il matrimonio fra Renato Rascel e Tina De Mola perché lei nella «supplica» convinse i giudici uditori del «vizio nell’accettazione assoluta dell’indissolubilità del vincolo» da parte dell’attore. Annullato anche Enzo Tortora con Pasqualina Ariello e poi Gassman con Nora Ricci: «matrimonio simulato», vale a dire contratto per convenienza. Sandra Milo sposò a 16 anni il marchese Cesare Rodrighero e lo lasciò dopo una settimana: annullamento venti anni dopo, a smentire la presunta velocità della Rota. Irene Pivetti ha sciolto il legame con Paolo Taranta. Il presidente Francesco Cossiga ebbe annullato il matrimonio con Giuseppa Sigurani. Geppa (così lui la chiamava) e Cossiga avevano avuto due figli.
Secondo il luogo comune, l’annullamento rotale dipende soprattutto da dichiarazioni di impotentia, matrimonio «rato e non consumato», ma non è solo così. I «vizi» principali sono tre: non credere all’indissolubilità del matrimonio, non ritenere che il matrimonio debba essere completato dalla prole, cedere all’infedeltà.
Una casistica curiosa la raccontò Paolo Conti su questo giornale un anno fa: la ragazza avviata alla vita religiosa che resta incinta, chiede lumi al padre spirituale e si sposa: nozze nulle per la mancanza di libera scelta. Nullo il matrimonio del carabiniere che fugge con una minorenne e poi viene costretto «con minacce» a sposarsi. Nulle le nozze del convinto ecologista che considerava irresponsabile mettere al mondo figli. E anche: eccessivo amore per il lavoro a scapito degli obblighi derivanti dal matrimonio.
Può essere causa di annullamento la ninfomania e la sua versione maschile, satiriasi, il «triolismo» (voyeurismo), e il travestitismo, la propensione allo scambio delle mogli, la bisessualità di uno dei due coniugi, il sadomasochismo, naturalmente l’omosessualità. Nel recente passato, aver partecipato al ‘68, essere iscritti al Pci.
Dal 1331 (fondazione della Rota) a oggi molto è cambiato. Abbassamento dei costi per l’istruzione dell’istanza di nullità e dal 2010 calmiere sugli onorari degli avvocati rotali, massimo tremila euro e possibilità di patrocinio gratuito per i meno abbienti. A queste spese vanno aggiunte – come moltiplicatori – quelle per consulenze, trasferte, consulti e reperimento del materiale probatorio: molto ormai va cercato su Facebook.
Da questa parte del Tevere, la Cassazione ha stabilito quest’anno che gli effetti civili delle sentenze della Rota («delibazione» in termine tecnico) non saranno automatici: basterà che una coppia sia stata sposata per tre anni perché l’annullamento in Italia non valga. E non siano, di conseguenza, annullati anche gli obblighi di pagare gli assegni di mantenimento al coniuge più debole.