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 2014  novembre 05 Mercoledì calendario

QUEL FONDO CINESE CHE SI È FATTO AVANTI PER MPS AVREBBE DOVUTO RILEVARE LA POPSPOLETO. UN VIAGGIO NEI MEANDRI DELLA NIT HOLDING DI HONG KONG, TRA TITOLI DI STATO BRASILIANI E UN DUCA ITALIANO

Quanto valgono oggi titoli di Stato brasiliani del 1972 per 2,4 miliardi di cruzeiros? Valgono 800 e passa milioni di euro oppure 0,24 millesimi di euro? Per rispondere a questa domanda serve una buona calcolatrice e tanta pazienza. Anche perché dal 1972 a oggi il Brasile ha cambiato la divisa sette volte e ricostruire tutte le vicende della travagliata politica monetaria del paese sudamericano. La risposta però assume rilievo, seppur incidentalmente, nelle vicende attuali di Montepaschi.
Prima di addentrarsi nelle quarantennali fluttuazioni del debito pubblico brasiliano, serve un passo indietro. Lo scorso anno la Nit Holdings di Hong Kong, la stessa dell’offerta da 10 miliardi per Montepaschi, si fa avanti per rilevare la piccola Banca Popolare di Spoleto, promettendo investimenti multimilionari. L’operazione sarebbe dovuta avvenire L’affare non però non va in porto. Per i commissari dell’istituto nominati da Bankitalia, «quando furono presentate le offerte di Nit Holding Limited ed Aspocredit – si legge nel verbale notarile dell’assemblea di PopSpoleto che nel giugno scorso ha varato la fusione con Banco Desio, riportato dal sito Tuttoggi.info – queste furono scartate dai Commissari i quali ritennero la documentazione attinente alla capacità finanziaria inattendibile, anzi fu anche segnalata alla procura della repubblica qualche perplessità nutrita dagli stessi circa la documentazione e la serietà dell’offerta». L’inchiesta della procura in effetti parte e, addentrandosi nei meandri della Nit Holdings, scova cose interessanti. A luglio del 2013 la Nit Holdings Italia srl, il veicolo che avrebbe dovuto effettuare l’operazione su PopSpoleto, aumenta il capitale per 150 milioni di euro.
Lo paga la controllante di Hong Kong con il conferimento di due certificati del Tesoro brasiliano del valore di 1,2 miliardi di cruzeiros ciascuno. Secondo una perizia redatta da un professionista romano, i titoli valgono 816,132 milioni di euro più spicci. Secondo la Guardia di finanza la perizia però è falsa e il valore reale è di 0,00027 euro. Un po’ troppi zeri dopo la virgola per comprare una banca. Così la procura, dopo la segnalazione di PopSpoleto, apre un fascicolo e mette sotto sequestro i due titoli brasiliani. Nel decreto di sequestro, il gip di Spoleto nota anche una serie di altre circostanze. I titoli in questione intanto erano già stati oggetti di una segnalazione del Tesoro brasiliano nel 2007, che avvisava i potenziali investitori del rischio di frodi. Poi rileva che l’autore della perizia, Pietro Paolo Raggi, è anche revisore della Credit San Bank, «costituenda» banca che avrebbe dovuto assorbire la Spoleto. Infine ricostruisce la fila di nomi della valuta brasiliana dal 1972 a oggi (per la cronaca: cruzeiro, cruzeiro novo, cruzado, cruzado novo, cruziero, cruziero real e infine real) e le relative svalutazioni per arrivare al valore attuale.
Da ultimo segnala la presenza nello studio notarile dove venivano effettuale le operazioni sul capitale di Nit Italia del duca Rodolfo Varano di Camerino. Lo stesso che lunedì rispondeva cortesemente alle domande dei giornalisti in qualità di «rappresentante per l’Italia» di Nit Holdings. Per la cronaca, ieri i legali di Nit hanno ribadito che l’offerta da 10 miliardi è stata veramente presentata alla banca senese. Sull’offerta di Nit per Mps, intanto, indaga la Consob.
Gianluca Paolucci, La Stampa 5/11/2014