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 2014  novembre 04 Martedì calendario

CARO INGLESE, ECCO COME USIAMO LE TUE TASSE


Londra Voi pagate le tasse, noi spendiamo i vostri soldi. Ecco dove e come, scrive il governo inglese. Nella buca delle lettere di 24 milioni di contribuenti è in arrivo la letterina del Cancelliere dello Scacchiere britannico George Osborne (si chiama così il ministro delle Finanze), dove si spiega come lo Stato spende i soldi versati in tasse. Un’“operazione rivoluzionaria” in termini di trasparenza, dice il ministro. Demagogia, dicono le opposizioni.
DI FATTO PERÒ, non si era mai vista un’iniziativa del genere. In un paese, tra l’altro, dove l’evasione non è una piaga sociale, dove non esiste neppure la Guardia di Finanza, dove gli evasori rischiano il carcere oltre che la gogna mediatica, con pubblicazione di nome e foto sui giornali locali.
La lettera è accompagnata da un grafico, a forma di torta, che visualizza la fetta per ogni voce: welfare, salute, educazione, pensioni, debito pubblico, difesa, giustizia, trasporti eccetera. Ogni cittadino può così capire dove vanno a finire i propri soldi. C’è anche la versione online: il contribuente registrato sul sito del HM Revenue and Customs, il corrispettivo dell’Agenzia delle Entrate, inserendo il suo codice, può controllare quante sterline dalle sue tasche finiscono alla sanità, quante alla scuola, quante a finanziare l’odiata Europa.
Una tale trasparenza può essere fonte di mugugni: ciascuno preferirebbe versare in maniera diversa. Uno vorrebbe più biblioteche che armamenti, uno più posti letto in ospedale che bus, o viceversa. Il contribuente non ha la possibilità di indicarlo online, ma almeno sa come vengono allocati i fondi.
Ecco un esempio: un lavoratore che guadagna 30mila sterline l’anno (37.500 euro), paga in totale 6.781 sterline. Di queste 1.663 vanno a finanziarie il welfare, 1.280 la sanità, 892 l’educazione, 822 il sistema pensionistico nazionale, 465 servono a finanziare il debito pubblico, e poi giù giù, fino alle 114 sterline sotto la voce cultura (sport, biblioteche, musei etc..). L’ultima voce è il contributo al bilancio della Ue, pochissimo in proporzione: 51 sterline l’anno nell’ipotetico stipendio da 30mila.
LA LETTERA È GIÀ FINITA sotto accusa, perché ovviamente c’è anche un intento politico dietro questa missiva. Far vedere, nero su bianco, che per il budget europeo le cifre sono così basse, serve a disinnescare la miccia antieuropeista dell’Ukip di Nigel Farage.
E far vedere che la fetta più grossa della spesa rimane nel welfare, vuole dimostrare che per quanto il governo conservatore abbia fatto molti tagli, i sussidi per disoccupati, le case popolari, il sostegno alle ragazze madri, gli assegni per gli handicappati sono ancora la prima voce di spesa. Al netto delle polemiche nazionali britanniche, come contribuente italiano mi piacerebbe ricevere dal governo Renzi una lettera simile. Dove spende i miei soldi il ministero delle Finanze italiane? Il problema è che in una torta italiana del budget andrebbe inserita anche la voce corruzione. E sarebbe una fetta talmente grossa da rimanere indigesta.