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 2014  novembre 04 Martedì calendario

L’ADDIO DI BRITTANY: MUOIO CON DIGNITÀ

Brittany Maynard è morta, come programmato, sabato sera. Oltre al suo dramma, in eredità lascia un dibattito sull’eutanasia che negli Usa è tornato a dividere la gente.
Brittany ha preso i farmaci letali nel letto della sua nuova casa di Portland, circondata dal marito Dan Diaz, la madre Debbie Ziegler, e il patrigno Gary Holmes, per evitare le sofferenze del cancro al cervello che l’aveva comunque condannata. Su Facebook, ha lasciato quest’ultimo messaggio: «Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia, che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, davanti alla mia malattia terminale, questo terribile cancro che ha portato via così tanto da me, ma che avrebbe preso ancora di più. Il mondo è un bel posto, il viaggio è stato il mio maestro più grande, i miei amici più stretti sono le persone più generose e altruiste. Ho anche un cerchio di supporto intorno al mio letto, mentre scrivo... Addio mondo. Spargete buona energia. Siate generosi, pagate in anticipo per restituire ad altri il bene che ricevete».
Brittany, 29 anni, aveva saputo di essere malata a gennaio. I medici le avevano dato sei mesi di vita, e lei aveva scelto di evitare le cure che avrebbero rovinato la fine della sua esistenza, senza darle una vera speranza di guarire. Si era trasferita in Oregon con la sua famiglia per approfittare del Death With Dignity Act, la legge che in quello Stato consente il suicidio assistito. Aveva ricevuto da un medico la ricetta per acquistare i farmaci letali, annunciando che li avrebbe presi il primo novembre, dopo il compleanno del marito. Quindi ha passato i suoi ultimi mesi di vita viaggiando, salutando gli amici, persino impacchettando i regali di Natale per i suoi famigliari.
Ha scelto di diventare portavoce del gruppo Compassion & Choices, per favorire la legalizzazione dell’eutanasia negli Usa. Al momento il suicidio assistito è consentito in cinque Stati, Oregon, Vermont, Washington, Montana e New Mexico, ma in altri sette sono state presentate leggi per autorizzarlo. Brittany si era concentrata sulla California, la sua regione, mandando messaggi ai parlamentari locali affinché approvassero la pratica.
Secondo un sondaggio del New England Journal of Medicine, il 67% dei medici è contrario. La popolazione Usa è più divisa, perché un rilevamento del Pew Center ha stabilito che il 49% è contro e il 47% a favore. Secondo la Gallup, i sostenitori dell’eutanasia variano dal 70 al 51%, in base a come si pone la domanda.
Le organizzazioni religiose in genere sono contrarie, perché ritengono che solo Dio possa dare e togliere la vita. Ma i critici rispondono che se Dio ha dato all’uomo il libero arbitrio, ciò deve includere la scelta su come morire. Ira Byock, direttore dell’Insitute for Human Caring, ha avvertito sul «New York Times» che il suicidio assistito crea un terreno scivoloso, su cui la pratica può essere facilmente abusata. Art Caplan, esperto di etica medica alla New York University, ha scritto che il dramma di Brittany ha cambiato il dibattito, perché ha coinvolto generazioni giovani finora distratte, che però hanno già cambiato la posizione degli Usa su altre questioni etiche come il matrimonio fra i gay. Dunque Brittany è morta, ma il dibattito è appena ripreso.
Paolo Mastrolilli, La Stampa 4/11/2014