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 2014  ottobre 26 Domenica calendario

Un milione di italiani in piazza con la Cgil contro il governo Renzi • Un italiano su due è contro gli sbarchi ma dice sì alla cittadinanza agli immigrati • Impiccata in Iran la ragazza che uccise l’uomo che voleva stuprarla • Dal «Gurpi» ai «Pupiddi nanau», i 1

Un milione di italiani in piazza con la Cgil contro il governo Renzi • Un italiano su due è contro gli sbarchi ma dice sì alla cittadinanza agli immigrati • Impiccata in Iran la ragazza che uccise l’uomo che voleva stuprarla • Dal «Gurpi» ai «Pupiddi nanau», i 1.500 cibi da salvare raccolti dal Salone del gusto • Costa vara la super ammiraglia Diadema Manifestazione Un milione di persone - operai delle fabbriche in crisi, studenti, pensionati, precari, famiglie, disoccupati e tanti giovani – sono scesi in piazza San Giovanni, a Roma, per dire al governo Renzi che la sua politica per l’occupazione e la sua Legge di Stabilità non vanno bene. Non va bene il Jobs act, né l’abolizione dell’articolo 18: «Lavoro, dignità, uguaglianza», la manifestazione voluta dalla Cgil potrebbe essere solo la prima tappa di una stagione di proteste. «Ci siamo e ci saremo, continueremo fino alla sciopero generale» ha detto dal palco la sua leader, Susanna Camusso. Sul palco anche un gruppo di orchestrali e tenori del teatro dell’Opera di Roma — dove sono stati dichiarati 180 esuberi — che ha cantato il «Nessun dorma» della Turandot di Puccini. Una protesta compatta e ordinata: due cortei del sindacato, più uno degli studenti che hanno invaso la città, diviso il Pd (spaccato in due fra chi stava sotto il palco e chi alla «Leopolda» di Renzi a Firenze), ma di cui il premier non è intenzionato a tenere troppo conto. L’ha definita «una piazza bella, importante»: «Ci confronteremo, ascolteremo — ha detto Renzi — ma poi andremo avanti, non è pensabile che una piazza blocchi paese. Il lavoro non si crea con le manifestazioni». Immigrati Secondo un sondaggio del Corriere della Sera, il 56% degli italiani ritiene che gli immigrati in arrivo siano troppi e bisognerebbe rimandarne indietro molti; il 30% pensa che il loro numero sia adeguato ma si debbano impedire nuovi arrivi mentre il 9% ritiene che tutto sommato gli extracomunitari siano pochi, tenuto conto del contributo che possono dare al nostro Paese in termini di natalità e di lavori umili che gli italiani preferiscono non svolgere. Secondo l’84% l’Europa ha lasciato solo il nostro Paese nel fronteggiare l’emergenza crescente degli sbarchi degli immigrati. Una ristretta minoranza è di parere opposto e pensa che l’Italia si lamenti troppo dato che il numero di immigrati presenti sul nostro suolo è inferiore rispetto a quello di altri Paesi. Le opinioni si dividono nettamente rispetto alla politica adottata dall’Italia sugli sbarchi: un italiano su due è del parere che siamo stati troppo tolleranti e avremmo dovuto respingerli, mentre il 42% pensa che ci siamo comportati nel modo giusto, né troppo tolleranti né troppo rigidi; infine il 6% ritiene che siamo stati troppo rigidi, poco solidali e accoglienti. Le critiche all’eccesso di tolleranza prevalgono tra tutti gli elettori con l’eccezione di quelli del Pd. Infine il tema dello ius soli: la proposta avanzata dal premier Renzi di riconoscere la cittadinanza ai figli degli immigrati che sono nati in Italia e hanno completato almeno un ciclo di studi scolastici incontra il favore del 43% degli italiani; un intervistato su quattro (26%) si mostra ancora più aperto, dichiarandosi favorevole a concedere la cittadinanza a tutti i figli di immigrati nati in Italia indipendentemente dalle scuole che hanno frequentato. E, al contrario, una percentuale di cittadini simile (27%) appare più chiusa, ritenendo sbagliato modificare le norme attuali e facilitare l’acquisizione della cittadinanza italiana. Gli atteggiamenti di chiusura prevalgono solo tra gli elettori di Forza Italia (45%), sebbene Silvio Berlusconi in settimana abbia sostenuto che è doveroso dare la cittadinanza ai figli degli immigrati (Pagnoncelli, Cds). Iran Reyhaneh Jabbari, 26 anni, arredatrice di interni, è stata impiccata ieri all’alba, in Iran, per l’omicidio di un medico ed ex funzionario dell’intelligence, Mortaza Abdolali Sarbandi. Nel 2009, durante il processo, la ragazza aveva sostenuto di averlo pugnalato per legittima difesa. Aveva raccontato di averlo conosciuto in un internet café: lui, sentendola parlare di lavoro, le si era avvicinato e le aveva offerto un impiego (arredare il suo ufficio); poi però l’aveva portata in un appartamento e aveva tentato di stuprarla; e lei l’aveva pugnalato con un coltello tascabile ed era fuggita. Reyhaneh sosteneva che le ferite inflitte non avrebbero da sole potuto ucciderlo, e aveva additato come assassino un misterioso terzo uomo di nome Sheikhy, giunto mentre lei scappava. Ma i giudici l’hanno giudicata colpevole di omicidio premeditato. Un processo che Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani definiscono «viziato» — tra prove sparite, limitazioni a vedere l’avvocato, confessioni estorte in isolamento. C’è anche chi crede che il caso sia stato insabbiato proprio perché un uomo dell’intelligence era stato additato come stupratore. La campagna internazionale che chiedeva un nuovo processo, più equo, appogiato da diversi artisti iraniani, aveva raccolto 240.000 firme. Ma non è bastata a salvarla. L’ultima speranza era il perdono della famiglia dell’uomo ucciso: poteva rinunciare ad applicare la legge del taglione (qisas). Ma Jalal Sarbandi, il figlio, ha rifiutato. Era in piedi davanti alla forca ieri con due parenti, per far rispettare «il diritto di sangue» di suo padre. Sapori Negli anni il Salone del gusto ha individuato e schedato 2.015 cibi che rischiano di estinguersi. L’appello per questa edizione del Salone era di segnalarne altri e di portarli fisicamente, candidandoli alla salvezza. Oltre 1.500 persone, da tutto il mondo, si sono presentate al Lingotto con il loro «tesoro». Da Palermo è arrivato Mario Indovina (responsabile della condotta Slow Food) con i centenari Pupiddi nanau, biscotti a base di farina e miele, con l’effigie dei santi Cosma e Damiano, oggi prodotti soltanto dai fratelli Rosciglione che detengono i vecchi stampi. Dal Friuli, Franca Papinuto ed Elena Ridolfo con il Mais dente di cavallo, la cui farina è ricca di proteine e molto digeribile. Anne Isabelle Utsi, norvegese, ha portato il Gurpi, un salume legato agli indigeni Sami della Scandinavia, fatto con carne di renna, molto affumicato. Dall’Etiopia, Alemitu Abebe ha portato la Moringa Stenophetala, una leguminosa che resiste alla siccità: le foglie, ricche di vitamine, si mangiano fresche, cotte, essiccate (Fumagalli, Cds). Diadema Ieri Fincantieri ha consegnato alla Costa crociere Diadema, la nuova ammiraglia della flotta che sarà varata il 7 novembre a Genova: 132 mila tonnellate di stazza, lunga 306 metri, larga 37 metri e alta 60, 1.862 cabine per 4.957 passeggeri, 1.253 uomini di equipaggio, un investimento di 550 milioni di euro (Chiarelli, Sta).