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 2014  ottobre 31 Venerdì calendario

STA CAMBIANDO IL MONDO DELLA FINANZA?


Che il mondo della finanza sia tornato con i piedi per terra? Ci sono piccoli segnali del genere. Nelle settimane scorse, in qualche caso è successo che le cattive notizie siano state trattate in Borsa come…cattive notizie. Che cioè un dato sulla crescita economica minore del previsto o un calo della disoccupazione inferiore a quello che ci si aspettava abbia provocato vendite e ribassi sui listini. Finora, almeno da una quindicina d’anni, non succedeva così. Gli uffici statistici dicevano che l’economia non cresceva? Le Borse salivano perché sapevano che la banca centrale – in particolare l’americana Federal Reserve – avrebbe abbassato i tassi d’interesse o li avrebbe tenuti bassi a lungo, il che permetteva di comprare azioni a debito – o, case, se si preferiva. Si gonfiava una bolla, perché i valori erano del tutto disallineati dalla realtà: in un’economia che cala, i profitti delle imprese saranno tendenzialmente più bassi, quindi i valori in Borsa dovrebbero scendere; invece salivano a causa della grande quantità di denaro a basso costo messa a disposizione dalle banche centrali proprio per contrastare una riduzione dell’attività reale o una crisi. La regola era: “Bad news is good news”, le cattive notizie sono buone notizie. Una logica alla quale nessun serio investitore poteva sfuggire, una festa di guadagni facili e garantiti dal comportamento delle autorità alla quale nessuna banca o casa d’investimenti poteva rinunciare (i clienti si sarebbero ribellati). Qualcuno avvertiva che si trattava di un moral hazard, l’azzardo morale di togliere il rischio dai mercati e quindi portarli a vette non giustificate. Ma finché la costruzione stava in piedi, nessuno usciva: contando sulla banca centrale che avrebbe continuato a intervenire per non fare crollare il castello di carte.

I valori reali delle aziende. Tutto però finisce, anche la maggiore somministrazione di eccitanti della storia. Infatti, la Federal Reserve sta progettando di alzare i tassi d’interesse e di porre fine alla politica monetaria enormemente espansiva che ha condotto per attenuare i crolli della Grande Crisi. Il mondo della finanza potrebbe dunque dovere tornare in fretta più vicino ai valori reali delle aziende di cui si occupa. E dovranno farlo tutti, con il rischio che sul mercato molti titoli non trovino compratori e i prezzi precipitino. La Fed sarà prudente nel cambio di strategia. Ma attenzione: piuttosto prima che poi, bad news tornerà a essere bad news. In qualche caso very bad news.
@danilotaino