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 2014  ottobre 31 Venerdì calendario

PERISCOPIO

«Rispondiamo alle critiche con il lavoro di gruppo», ha dichiarato la Boschi distribuendo i pastelli. Spinoza. Il Fatto.

Il commento di Gramsci: «L’ottimismo della Volontà e il pessimismo della Regione». Jena. la Stampa.

(mfimage) Pina Picierno, eurodeputata Pd, mercoledì mattina ha tuonato in tv contro Susanna Camusso che a suo dire sarebbe stata eletta segretario Cgil con tessere false. Uscita dagli studi di Rai 3 però la Picierno doveva andare a Montecitorio. E proprio davanti alla Camera era pieno di manifestanti Cgil piuttosto nervosi. La Pina del Pd ha girato i tacchi ed è passata dal retro. Ma prima ha ottenuto una scorta di tre valorosi uomini del partito, fra cui il deputato Alberto Losacco. Guardiaspalle a prova di Camusso. Franco Bechis. Libero.it

Bossi era la secessione, mentre Salvini trasforma la destra della secessione in un’estrema anti islamica e anti immigrati, esce dal folclore dei corni celtici per sfiorare la tragedia della storia, e paradossalmente diventa quasi nazionalista tra le macerie della destra che fu. Salvatore Merlo. Il Foglio.

Ci sono dei fatti che avvolgono il Pd come un sudario funebre. La sezione di partito a conduzione familiare, desertificata e adibita a location di calciobalilla e fancazzisti. La canonica raccolta di firme per ingannare il tempo. Pallosi dibattiti sul nulla e microscissioni caratteriali. Si votano mozioni, ma non si capisce mai chi ha vinto e chi ha perso. E poi i berluscones che corteggiano i democratici fino al Grand guignol del tutti contro tutti. Antonio Padellaro. Il Fatto.

La palla al piede dell’Italia è l’espansione continua dell’indebitamento, realizzato, non per investire per i figli e per il loro futuro ma per favorire i consumi e garantire rendite in cambio di voti. Uscirne è complicato, Churchill promise lacrime e sangue per assicurare la vittoria. E mantenne entrambi gli impegni. Oggi è difficile qualsiasi intervento perché nessuno vuol cedere sul proprio interesse. E ora, col ricambio generazionale, si è assai poco disposti al sacrificio per ottenere il successo. Si è persino pronti a rinunciare a quel successo pur di non sacrificarsi. Francesco Gaetano Caltagirone. Corsera.

L’Occidente avallò l’indipendenza del Kosovo, sottratto ai serbi. Quel Kosovo che è pieno di antichi monasteri che ressero al comunismo, ma non all’islamismo che ne fece latrina. Se il principio dell’autodeterminazione dei popoli valeva per il Kosovo, allora dovrebbe valere anche per la Crimea russofona sulla quale quindi non vale la pena di piangere finte lacrime. L’Occidente, e in particolare l’Europa, ha a cuore le libertà solo se queste sono a costo zero, vale a dire non si perde nemmeno un soldato. L’Occidente è «et-et» e non «aut-aut» come la Russia. È un vuoto pacifista, cioè ignavo. Ecco perché l’Occidente sta perdendo la partita con la Russia come sta perdendo la partita con l’Islam. Franco Boldi. Il Foglio.

Mio padre mi obbligò a fare un concorso per il ministero dell’educazione. Finii lì, per qualche tempo, come impiegato. Era un luogo di imboscati. Strinsi amicizia con un collega: Vasco Pratolini. Vedevo ogni tanto Cesare Brandi e Antonio Giolitti. Non facevo nulla. A un certo punto un funzionario mi passò delle lettere del 1935. Erano trascorsi degli anni. Mi dissi: che senso ha rispondere oggi? Pensai che potevano attendere ancora. E richiusi il fascicolo. Lavoravo, si fa per dire, alla divisione Belle arti. Uno dei passatempi preferiti era riprodurre, con Pratolini, i versi della fattoria degli animali. Muggivamo, abbaiavamo, ragliavamo. Manlio Cancogni, romanziere, 98 anni. la Repubblica.

Dalla porta a vetri, l’autista dell’autobus per l’aeroporto, alzava le mani per sollecitare, mentre alla cassa si facevano i conti per colazioni complicate; c’era quel tizio che aveva ordinato mezz’uovo al tegamino e respingeva sdegnosamente il conto perché gli avevano calcolato un uovo intero; con sdegno anche maggiore respingeva la proposta del cassiere di abbonargli quel mezzo uovo, esigeva che gli rilasciassero un altro conto dove fosse calcolato un mezzo uovo: «Insisto nella richiesta». Evidentemente viaggiava il mondo in lungo e in largo soltanto per poter esibire conti d’albergo dove fossero calcolate le mezze uova al tegamino. Heinrich Böll, Biliardo alle nove e mezzo. Mondadori, 1959.

La professoressa di francese del liceo d’A., nel Nord della Francia, che insegna in una classe «svantaggiata», circola in Mercedes, gioielli, sciarpa chic, bionda vaporosa. Che sia nata in un ambiente popolare, come lei proclama, non cambia niente per i suoi allievi per i quali ella è, adesso, una borghese. Tutto quello che lei dice in classe contro la pubblicità, i soldi-re, non può niente contro la visione oscena di una Mercedes parcheggiata davanti al liceo Guy-Mollet. Annie Arnaux, La vie extérieur. Folio.

Un mio amico, che era anche a scuola con me, adesso è vescovo della Silicon Valley. Ieri mi telefona e mi fa: «Qui vogliono lasciare tutto al Vaticano». Io: «Ma chi?». Lui: «Tutti i proprietari delle più grandi aziende informatiche del mondo, da Facebook a Google... tutte quelle della new economy vogliono lasciare tutti i loro averi alla Città del Vaticano!»: Io: «Fatti firmare una carta e accetta. Male che va, se ci ripensano, gli diamo indietro la metà». Lui: «Farò così». Maurizio Milani. Il Foglio.

Il manuale degli psichiatri americani dice che se dopo due settimane (due settimane!) la persona in lutto è ancora in uno stato di profondo abbattimento, bisogna curarla, la depressione è in agguato. Questi medici non distinguono tra dolore e depressione, tra tristezza e dolore psichiatrico. È abominevole. Non dobbiamo lasciare che la medicina si impossessi delle nostre vite. Julian Barnes, autore di Levels of Life.

Le scale del mio liceo mi tornano sempre in mente, me le sogno anche, quei gradini di marmo calpestati prima di noi da generazioni di studenti. E l’aula magna in cui risuonava il Verbo di un marxismo immaginario, fra noi viziati figli di borghesi. E il laboratorio di scienze, pieno di alambicchi e di strani complicati strumenti per misurare ogni fenomeno fisico: il luogo, mi pareva, dove finalmente la Verità era una e incontestabile, mentre nelle ore di filosofia ondeggiava, vacillava, evaporava come nebbia. Marina Corradi. Tempi.

C’è un solo modo di mancarmi di rispetto: parlare bene dei miei nemici. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 31/10/2014