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 2014  ottobre 30 Giovedì calendario

SCRITTORE INVIDIOSO PROVA L’APP CHE SPIA I SUCCESSI DEI COLLEGHI


Sono seduto in mutande sul letto col computer in grembo davanti a una schermata di una mappa satellitare che mi mostra il quartiere di New York in cui vive uno scrittore che conosco di fama e ho incontrato due volte. Alcuni segnalatori colorati mi informano del valore degli appartamenti della zona. Accanto alla mappa compaiono alcune informazioni sul conto dello scrittore: quanti anni ha, numero civico e interno dell’abitazione, e il suo valore in dollari. C’è anche il numero di telefono. Se abitassi a New York e ce l’avessi con lui, potrei alzarmi dal letto, vestirmi e andargli a fare le poste sotto casa: incontrandolo mentre torna a casa potrei chiedergli delucidazioni sulla sua proprietà, «L’hai pagata con il denaro di quel grosso premio? Hai un mutuo?», o meglio ancora potrei fotografare da dietro una macchina, per il mio piacere personale, la donna con cui rincasa, cercando di valutarne l’età. Spokeo è uno dei siti americani che aggregano informazioni sulle persone. Sono come i social network, ma senza quella foglia di fico che è il fatto che hai scelto tu cosa dire di te. Dalla foto e dal tag si passa a foto satellitari, indirizzi e numeri di telefono: finalmente è stata rimossa la discontinuità tra cyberstalking e stalking. Il cyberstalker in mutande può indossare il suo impermeabile e scendere in strada.
Il sito aggrega informazioni già legalmente accessibili ma finora opportunamente sparse tra registri di ogni genere, da quelli immobiliari a quelli dei tribunali, dagli elenchi telefonici ai social: quelle informazioni per cui finora soltanto un detective poteva sbattersi abbastanza. Con 14,85 dollari per trimestre si può scoprire da soli nome, telefono, email, età, indirizzi passati e presente, valori immobiliari e parentado di un residente americano. Mentre affronti la procedura di iscrizione, Spokeo ti avvince così: «Scopri (uncover) foto e video personali, e molto altro», «Con la nostra Friends feature, scopri (uncover) rapidamente fatti sorprendenti su famiglia, amici e colleghi».
Di seguito, ti informano che gli altri guardoni iscritti al sito sono «family members», «business professionals», «and thousands of people like you». I tre elementi hanno qualcosa di comico, soprattutto il primo. «Family members» è usato come categoria filosofica: se sei membro di una famiglia, hai dei parenti vicini e lontani di cui vuoi impicciarti. Ci vuole un pagamento supplementare per la funzione «registri del tribunale», la cui icona è una lente di ingrandimento da detective, per sapere tutto dei tuoi affetti lontani e vicini: arresti, crimini minori, violazioni del traffico, deposizioni, reati sessuali. Rinuncio all’upgrade e mi limito a concedere i dati della carta di credito per un periodo di prova di un mese al termine del quale non mi sarà tolto niente, ma avrò pur sempre dato la mia carta di credito a un social che offre un servizio ai detective improvvisati e agli stalker. Dopo aver inserito i dati della carta mi sento sporco e ho quella paura persistente, ma purtroppo ancora troppo debole, che mi dà il pensiero del furto d’identità e di furto cibernetico.
(Mentre scrivo, nel mondo si parla soltanto delle foto nude rubate agli account di posta delle attrici. Su Gawker leggo le istruzioni per introdurre la doppia verifica all’accesso al mio account Gmail perché le mie foto con attrici nude non vengano mai rubate: comincio a seguire le istruzioni per fermarmi appena scopro che si tratterebbe di inserire a ogni accesso, oltre alla password, un codice inviato al mio cellulare. Troppa fatica, decido di non attivare la doppia verifica. Due settimane dopo, il mio Gmail mi avvisa che qualcuno potrebbe essere entrato nella mia posta da un IP di Milano. Non capendo che cosa succede, mi affretto ad attivare la doppia verifica).
Spokeo nasce come aggregatore nel 2006. Un gruppo di laureati di Stanford se lo inventa per tenere insieme le informazioni condivise volontariamente dagli utenti dei social. Il nome viene da spokes, i raggi di una ruota. Nel 2010 viene aggiunta la ricerca per username, che permette di scansionare album di foto, playlist, like di Facebook, wishlist di Amazon. «L’identità aggregata è un nuovo tipo d’identità», dice il fondatore Harrison Tang a pcworld.com, ed è un’identità di cui Spokeo vuole cogliere tutta la complessità, tanto che nelle interviste i fondatori si dicono capaci di raggiungere anche il deep web nelle proprie ricerche (quindi nella loro idea, l’identità informatica è dotata di inconscio. E secondo loro tu vuoi condividere la tua wishlist di Silk Road).
Ed ecco quindi, nel concreto, quale vita ho scoperto di poter vivere passando un’oretta su Spokeo a cercare conoscenti e amici americani. Piera, nome di fantasia, abita in una zona che ha una media per abitazione di 427mila dollari. Il reddito per famiglia è 24mila: è quindi una zona di Brooklyn poco gentrificata. I mestieri più diffusi sono negoziante (29 per cento) e operaio (20 per cento), gli ispanici sono il 54 per cento, l’età media è 31 anni. Pensavo avesse avuto più successo. Si vende per più di quel che è?
Pino, nome di fantasia, è uno dei miei scrittori americani preferiti. Vende pochissimo, è stimatissimo, di recente ha vinto un premio cospicuo e forse perciò ha una casa di proprietà in un quartiere di francesi giovani con figli belli. L’appartamento vale 672mila dollari. Nella sua zona abbondano le case tra i due e i tre milioni di dollari. Sarà un bachelor pad. Ci porterà le giovani lettrici. Divertente il confronto fra un famoso editor e un famoso scrittore coetanei: il primo vive in una casa da circa un milione e mezzo di dollari, quella dell’altro vale un terzo e si trova in un quartiere con il 53 per cento di afroamericani e il 29 per cento di ispanici. Di entrambi ho l’indirizzo preciso. Sapere queste cose mi fa provare una fitta di disprezzo per entrambi.
Per l’uno perché è ricco, per l’altro perché non lo è. E ho la sensazione di avergli fatto qualcosa di male. Per 15 dollari al mese puoi provarla anche tu. Spokeo ha avuto alcuni problemi con la giustizia. Nel 2010 il sito offriva, a chi prestava denaro, informazioni sulla solvibilità di chi glielo chiedeva. Poi il Center for Democracy and Technology ha chiesto alla Federal Trade Commission di capire se si trattasse di violazione del Fair Credit Reporting Act, che regola le condizioni del credito. Nel 2012, Spokeo viene multato per essersi pubblicizzato presso le aziende come strumento per ramazzare informazioni compromettenti sui candidati prima dei colloqui di lavoro.
Da lì in poi, Spokeo si è rilanciato come strumento di ricerca di amici perduti di vista, compagni di scuola, amanti, parenti. Oggi, registrandoti, devi spuntare la casella in fondo allo scarico di responsabilità: «Accetto di non usare nessuna informazione di Spokeo per determinare l’idoneità di un individuo a ricevere credito, assicurazione, impiego, abitazione, o ogni altro proposito coperto dal Fair Credit Reporting Act. Sono consapevole che i risultati di una ricerca non sono garanzia di esattezza».