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 2014  ottobre 26 Domenica calendario

TESTE NAPOLITANO, RISPONDA: SOLO LEI NEL ’93 NON SAPEVA?

Palermo
Lo scenario di crisi istituzionale dell’estate di fuoco del ’93, tra bombe alle chiese, attentati progettati ai presidenti di Camera e Senato, rapporti della Dia sulla trattativa in corso e revoche del 41 bis “in assoluta solitudine” da parte del ministro Conso l’ha aperto l’avvocato di Riina, Luca Cianferoni, ma la Procura di Palermo stava già lavorando a una serie di domande da rivolgere al capo dello Stato sugli eventi di quella stagione. Lo spunto l’ha offerto la lettera di Loris D’Ambrosio, il consigliere giuridico di Napolitano, che cita appunto il periodo ’89-’93: “In quelle poche pagine – scrive D’Ambrosio – non ho esitato a fare cenno a episodi del periodo 1989-1993 che mi preoccupano e fanno riflettere; che mi hanno portato a enucleare ipotesi – solo ipotesi – di cui ho detto anche ad altri, quasi preso anche dal vivo timore di essere stato allora considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi”.
I pm arrivano a Roma lunedì Si saprà in aula se la Procura, che sembra avere affidato il compito di rivolgere le domande al capo dello Stato ai pm Vittorio Teresi e Nino Di Matteo, abbia deciso di affrontare anche tutti i temi relativi al periodo indicato da D’Ambrosio, certo è che per quanto riguarda l’estate del ’93 l’attenzione sarà concentrata su questi episodi:
26 giugno ‘93: l’informativa di Capriotti sul 41 bis
Quel giorno il capo del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) Adalberto Capriotti inviò al guardasigilli Conso una nota in cui suggeriva di non prorogare gli oltre trecento 41 bis che sarebbero scaduti da lì alla fine del ’93 per “non inasprire ulteriormente il clima all’interno degli istituti di pena” e dare “un segnale positivo di distensione”. I 41 bis furono effettivamente revocati nel novembre successivo da Conso in “perfetta solitudine”. Il presidente Napolitano, allora presidente della Camera, ne venne mai a conoscenza?
29 luglio ‘93: l’allarme Sismi per Napolitano e Spadolini
Il 29 luglio, a 24 ore dalle bombe di Roma e Milano, una nota riservata interna del Sismi alza improvvisamente il livello di allarme nei palazzi istituzionali : mafia e massoneria vogliono colpire il presidente della Camera Napolitano e quello del Senato Spadolini. A rivelarlo è un confidente. Il presidente Napolitano ne venne mai a conoscenza ?
4 agosto ‘93: la nota Sismi sul confidente attendibile
Sei giorni dopo il Sismi verifica “positivamente” l’attendibilità del confidente e trasmette la nota a due ministeri, ai corpi di polizia e al Sisde. La nota arriva sui tavoli dei ministeri della Difesa, dell’Interno, dei vertici del comando generale dei carabinieri, della Guardia di finanza e del Sisde. Il presidente Napolitano, in quel momento a capo della Camera, ne venne mai a conoscenza?
6 agosto ’93: il vertice sulla matrice delle stragi
Si riunisce al Viminale il Cesis insieme alle forze di polizia per analizzare modalità, obbiettivi e potenziali responsabilità delle bombe di Roma e Milano. Nel corso della riunione vengono formulate le ipotesi più varie: mafia, anarchici, terrorismo palestinese. Il Presidente Napolitano fu informato dell’esito di quella riunione?
10 agosto ‘93: l’informativa che parla di “dialogo”
Quattro giorni dopo la Dia guidata da Gianni De Gennaro indica un movente preciso: Cosa Nostra “voleva intavolare un tentativo di dialogo con lo Stato sul tema del 41 bis”. Il Presidente Napolitano ne venne mai a conoscenza?
21 agosto ‘93: la nota Sismi sull’allarme cessato
L’innalzamento del livello di protezione a Spadolini e Napolitano scongiurò l’attentato annunciato dalla nota del Sismi. Lo scrive lo stesso Sismi in una terza e ultima nota, anche questa diffusa a vari indirizzi istituzionali. Il presidente Napolitano ne venne a conoscenza?
8 settembre ‘93: la nota Sco con le stesse tesi della Dia
A settembre arriva una informativa dello Sco, il Servizio centrale operativo della polizia, che riprende e rilancia le tesi della Dia, denunciando una sorta di prova di forza di Cosa Nostra nei confronti delle istituzioni. Il presidente Napolitano ne venne a conoscenza?
Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, il Fatto Quotidiano 26/10/2014