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 2014  ottobre 25 Sabato calendario

LA DOTE DI RISERVA GIÀ INSERITA NEL FONDO PER IL CALO DELLE TASSE

I CONTI
ROMA I soldi sono già lì, pronti da oltre una settimana per essere usati come merce di scambio con l’Unione europea. L’aggiustamento strutturale dei conti programmato nella nota di aggiornamento al Def era pari allo 0,1 per cento del Pil, quello che alla fine potrebbe essere concordato con Bruxelles arriva allo 0,3 per cento. La differenza, 0,2 punti, sono i 3,4 miliardi annunciati dallo stesso presidente del Consiglio lo scorso 15 ottobre quale dote di riserva da usare nel confronto in sede Ue.
L’INCREMENTO
Una somma che corrisponde d’altra parte, con una differenza di 100 milioni, alla voce che si trova all’articolo 17, comma 19 della legge di Stabilità: incremento del fondo per la riduzione della pressione fiscale istituito con la legge di Stabilità dello scorso anno. È previsto esplicitamente che queste risorse possano essere impiegate solo «a condizione che sia verificato il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica del medesimo anno e comunque non prima del mese di ottobre». Altri 100 milioni per il 2015 si possono ritrovare sempre nella legge di Stabilità come incremento del Fondo per gli interventi di politica strutturale di politica economica.
Se il compromesso con Bruxelles si concretizzerà, il nostro Paese sarà chiamato a compiere uno sforzo comunque inferiore a quello minimo richiesto dai Trattati europei, una riduzione del disavanzo in termini strutturali (ossia al netto degli effetti del ciclo economico e delle una tantum) pari allo 0,5 per cento del Pil. Nella Nota di aggiornamento del Def il governo aveva però quantificato nello 0,9 per cento del Pil (circa 14 miliardi) la correzione dei conti necessaria a raggiungere il pareggio strutturale già nel 2015: operazione ritenuta impraticabile per gli ulteriori effetti recessivi.
LA REGOLA DEL DEBITO
Ancora maggiore - e dunque del tutto irrealistico - sarebbe lo sforzo finanziario richiesto per rispettare la regola relativa alla discesa del debito pubblico introdotta con i Trattati Six Pack e Fiscal Compact (convergenza al 126 per cento del Pil entro il 2017): servirebbe una cifra superiore ai 45 miliardi.
L. Ci., Il Messaggero 25/10/2014