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 2014  ottobre 25 Sabato calendario

BUROCRATI SÌ, MA COL CRONOMETRO

da Berlino
I tedeschi misurano tutto, amano i sondaggi e le statistiche. Quanto costa in tempo avere a che fare con la burocrazia? La Bild Zeitung pubblica una tabella con le medie in minuti, ore e giorni, per conquistare i documenti desiderati. Già questo lascia intuire la differenza tra noi e loro: minuti? Gli italiani sono abituati ad altre attese, non solo negli uffici pubblici.
Giorni fa, io ho impiegato almeno un’ora al telefono da Berlino per trovare un commercialista che volesse calcolare la Tasi del mio appartamento a Roma, ma non mi ha garantito di essere stato preciso fino all’ultimo euro. Mia figlia, nella sua banca, ha perso 25 minuti per eseguire il pagamento a mio nome. Non di attesa in fila, proprio allo sportello. Ignoro il perché.
L’estate scorsa, una nostra amica tedesca che vive in Italia, ma a Berlino abita per fortuna nel mio stesso quartiere, mi ha chiesto di ritirare il nuovo passaporto al suo posto. Doveva ripartire, e dato che si era in periodo di vacanze, non avevano fatto in tempo a consegnarle il nuovo «Pass». Come dire di no? Per fortuna il mio e suo municipio si trova a qualche centinaio di metri da casa mia. Ecco, i passaporti te li consegna il municipio, non la prefettura che qui non esiste, e ogni quartiere ha il suo.
Sono andato al Bürgeramt, letteralmente l’ufficio del cittadino, poco prima dell’apertura, alle 8, pronto al sacrificio, e con I sonnambuli, il saggio di Clark sulla Grande guerra, 800 pagine, per le ore di attesa. Prima si passa alla reception per spiegare di che cosa si ha bisogno. «Il documento sarà già pronto», mi ha informato una signora, «non deve mettersi in coda». Mi ha indicato a che stanza sarei dovuto andare, alle 8 in punto ho bussato, ho mostrato a un’altra signora la delega su un foglio di quaderno firmata dalla mia amica. In cinque minuti sono uscito con il suo passaporto.
Secondo la Bild, occorrono appena tre minuti per il documento necessario a votare per lettera. Tutti i tedeschi possono richiederlo senza indicare il motivo. Quasi un quarto d’ora si perde per la «patente» di artigiano, necessaria per esercitare un mestiere. Per il passaporto, 29 minuti. Li avrà impiegati la mia amica per il «Pass» consegnato poi a me. Se si perde la carta d’identità, ottenere una copia costa 34 minuti. Denunciare la nascita di un figlio fa perdere tre quarti d’ora. Mi sembra tanto.
Un’ora e due minuti per ottenere l’Hartz IV, cioè l’assegno di assistenza sociale, 392 euro al mese. Un’ora e un quarto per conquistare gli assegni familiari per i figli. Un’ora e 36 minuti per l’assegno di disoccupazione, tanto si ha tempo da perdere. Per la pensione, un’ora e 37 minuti. Chiedere l’asilo politico due ore e cinque minuti; l’autorizzazione definitiva, se ci sarà, potrà arrivare dopo mesi per i controlli. Se voglio cambiare nome di battesimo o sesso, devo preventivare 685 minuti, quasi 11 ore, e dunque almeno un paio di giorni. Per i transessuali si arriva a 834 minuti, che corrisponde al record massimo burocratico. Un’autentica discriminazione.
Devo aggiungere che a volte gli impiegati berlinesi sono rapidi ma scorbutici, al massimo ti dicono Guten Tag. Gli impiegati italiani che ho incontrato di solito sono gentili, almeno nel mio caso, ma impotenti. Non è colpa loro se devono far fronte a regolamenti complicati e illogici. Alla vigilia dell’ultimo Natale, in vacanza a Roma, per ritirare alla posta una raccomandata dell’Agenzia delle entrate, ho atteso un paio d’ore nel terrore, senza calcolare il tempo perso per recarmi all’ufficio indicato, in periferia. Che volevano da me? Mi comunicavano che, in quanto proprietario del 25% dell’appartamento in usufrutto a mia madre vedova, era cambiata la zona catastale per la Tarsu. Ma non mi indicavano quanto avrei dovuto pagare. A parte il mio tempo, quanti minuti, ore, giorni hanno perso i funzionari che hanno spedito simili inutili comunicazioni a migliaia di cittadini?
Un amico mi racconta che gli hanno chiesto, per un atto, un nuovo certificato di morte del padre. Quello che aveva era «troppo vecchio». Il papà poteva essere risorto nel frattempo? La Bild, in un prossimo articolo, potrebbe calcolare lo spread in miliardi di minuti sprecati tra i tedeschi e gli italiani per ottenere quel che si desidera, ed è nostro diritto, dallo Stato.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 25/10/2014