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 2014  ottobre 24 Venerdì calendario

CLEMENTE RUSSO: «MI GUADAGNO L’OLIMPIADE DI RIO E POI TORNO IN TV»

Era il 29 marzo quando a Quba un colpo al fegato dell’azero Abdullajev spedì Clemente Russo definitivamente al tappeto al 1° round chiudendo praticamente la strada alla qualificazione dei Dolce&Gabbana Thunder nelle semifinali delle World Series. Sono passati quasi sette mesi da quel giorno e sembra tutto cambiato: la casa di moda non ha rinnovato la sponsorizzazione col team italiano e Clemente Russo, messe alle spalle le Wsb, riparte da una nuova sigla, Apb, che indica il nuovo professionismo dell’Aiba, la federazione internazionale. A parte il cambio d’abito (sul ring Russo vestirà Boxeur Des Rues), il torneo dei massimi che si apre oggi con i quarti di finale a Roma è vitale perché assegna al vincitore il pass olimpico per Rio, con quasi due anni di anticipo. Si gareggia con una sorta di eliminazione diretta e chi perde si gioca quasi tutte le possibilità di andare in Brasile: potrebbe esserci un secondo torneo di qualificazione nel 2015 e poi un ripescaggio con i perdenti delle Wsb a maggio 2016.
Allora, Clemente, dove siamo rimasti, dopo il secondo oro iridato di un anno fa?
«A quel k.o. che ho rimosso il giorno dopo perché io non sto mai a rimuginare. Ormai le World Series sono il passato, anche se rimarrò sempre un tifoso dei Thunder. Una novità nel firmamento nella boxe in cui non credeva nessuno e che invece ha funzionato. Sarà lo stesso con le Apb che ci avvicinano ancora di più al professionismo. Ma soprattutto non mi precluderà le Olimpiadi dove, dopo due argenti, punto a chiudere la carriera a 35 anni con l’oro che ancora mi manca».
I due finalisti del 30 gennaio a Catania saranno già a Rio.
«Mi sono allenato sei mesi per questo: palestra, dieta e una cura personale del mio corpo in cui mi considero ormai un esperto. Volevo riprovare il ritmo in qualche torneo dilettantistico ma l’Aiba ce l’ha vietato. Così io, Valentino e Picardi, un terzetto di campani, ci siamo allenati fra Ostia, Assisi e Caserta e anche in due stage all’estero in Russia e Francia. Io, a differenza dei mei compagni, avrò la fortuna di combattere in casa ma non è sempre un vantaggio perché aumentano le responsabilità».
Però che comodità mettere l’Olimpiade in cassaforte.
«Mi gioco tutto incontro per incontro. Per l’esordio ha rinunciato il russo Pulev e mi troverò davanti il 27enne ucraino Golovaschenko che è professionista dal 2007 ed è più abituato alla distanza. Viene da 9 vittorie consecutive e 6 k.o. ma non sarà un problema».
La rivedremo in tv come pugile in diretta, ma quando tornerà a fare spettacolo sullo schermo anche in abiti non sportivi?
«In questi mesi, per non distrarmi dalla boxe, ho rinunciato a proposte incredibili dalla televisione: show importanti e anche fiction. L’esperienza del Fratello Maggiore, chiusa per motivi di budget, ha confermato che col mezzo televisivo ci so fare, quindi da febbraio, con la qualificazione in tasca, riprenderò il discorso che è nelle mie corde».
Insieme alla famiglia.
«Sì, anche lì, sistemato il problema fisico delle gemelline, le cose vanno bene: ho una moglie e tre figli meravigliosi. Ci siamo trasferiti definitivamente a Caserta dove mia moglie Laura Maddaloni, ex azzurra del judo, gestisce con me il Tatanka Club, la palestra di famiglia. Lei tiene un corso di difesa personale femminile che è il nostro fiore all’occhiello».