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 2014  ottobre 11 Sabato calendario

ARRIVANO LE PAGELLE SULL’EUROPA NUOVO PASSO INDIETRO PER PARIGI


NEW YORK La bilancia dei conti dell’Italia è relativamente solida, e tiene bene il confronto con gli altri paesi europei. Ma le prospettive economiche per il futuro sono fragili, e il permanere del credito minaccia di annullare gli sforzi per la ripresa. L’agenzia di rating canadese DBRS ha mantenuto un approccio cauto nell’esprimere ieri un giudizio aggiornato sull’affidabilità dell’economia del nostro paese, e ha concluso il rapporto confermando sia il codice A (low, basso) per il giudizio generale, che un outlook negativo nella proiezione per il futuro a breve termine.
Gli analisti canadesi riconoscono gli sforzi che l’Italia ha compiuto nel consolidamento fiscale, la permanenza di un surplus primario, e l’effetto benefico che la riduzione dei tassi di interesse sul nostro debito sovrano ha avuto per le casse del governo. Allo stesso tempo non possono però ignorare i tanti segnali dell’indebolimento del nostro Pil, che indicano una caduta della ricchezza nazionale per il 2014, e una ripresa moderata per il 2015. Il documento guarda anche da vicino l’attività più recente del governo Renzi, ricorda le riforme elettorali ed istituzionali «attualmente in discussione al parlamento», l’ampia riforma del mercato del lavoro «focalizzato su un aumento della flessibilità», così come le misure che tendono a rilanciare la competitività. Sul piano politico però gli analisti lamentano ancora un’eccessiva frammentazione, che minaccia la capacità del nostro legislativo di perseguire una direzione costante, senza interruzioni e senza passi indietro.
Le riforme strutturali sono destinate nel lungo tempo a rinforzare la crescita, continua il rapporto, ma nel presente le prospettive restano deboli, e questa è la condizione che più di altre condiziona il giudizio pessimista sul breve termine. L’alto livello della pressione fiscale non permette inoltre margini di manovra, e la DBRS prevede che il rapporto debito Pil salirà dall’attuale 131% al 134% nel 2016, prima di iniziare una curva discendente.
Questo giudizio non assolve, ma perlomeno non aggrava la situazione italiana, come invece si teme possa fare l’altro rating atteso, quello che proviene dall’agenzia Moody’s, la quale sembra intenzionata a ritoccare in basso l’attuale "Baa2" con outlook stabile, che ha affidato al nostro paese più di un anno fa. Un’ipotesi che non sembra comunque preoccupare particolarmente il nostro ministro per l’Economia Pier Carlo Padoan, che ieri ha risposto: «Assolutamente no» ai giornalisti che a Washington gli chiedevano se fosse sulle spine in attesa del responso. Che comunque ieri non è arrivato e il bollettino di Moody’s ha avvertito che il report atteso non ci sarebbe stato. Oggi verranno illustrati i motivi di questo ritardo.
LA MANCATA CRESCITA
L’assenza di crescita ha punito un altro dei paesi europei: la Finlandia, fino a ieri una delle tre stelle europee rimaste a fregiarsi di un rating impeccabile di AAA. La Standard and Poor’s ne ha cancellata una (AA+), e ha scritto che le prevedibili misure di «consolidamento fiscale» in arrivo da parte del governo di Helsinki offuscheranno le prestazioni economiche del paese scandinavo. Il club delle Tripla A che raggruppa i paesi di incrollabile solvibilità, contava nel 2011 13 membri. Oggi sono nove, e dopo la defezione della Finlandia, i soli rappresentanti europei superstiti sono Germania e Lussemburgo. Anche la Francia ha ricevuto una conferma nel rating (AA) ieri, insieme però ad una correzione dell’ outlook: da stabile a negativo, nel rapporto pubblicato ieri da Standard and Poor’s.